Noi non siamo tra coloro che si
scandalizzano quando al bar o al mercato o in TV (spesso in maniera
ancora più rozza di quello che accade in mezzo alla strada)
riferendosi a problemi come quello dei profughi si dicono cose del
tipo: ma che ce ne importa di dove dormono o se mangiano, pensiamo
prima agli italiani o ai lombardi o ai milanesi, ecc.ecc.
Come sindacato noi non veniamo né
dalle biblioteche universitari né dai salotti, ma dal mondo del
lavoro manuale e dagli uffici, dai posti dove si manifestano il
disagio e la sofferenza di un numero sempre maggiore di italiani. E'
parimenti insopportabile la sofferenza dell'italiano che perde il
posto di lavoro perchè in base al CCNL il suo costo del lavoro
sarebbe eccessivo accanto a quella dell'extracomunitario che agguanta
quel posto di lavoro ma viene sfruttato, sottopagato e lasciato in
nero, con orari e condizioni di lavoro impossibili e anche a rischio
della sua vita e della sua salute. Così come è uguale la sofferenza
di bambini italiani che hanno in casa il papà o la mamma disoccupati
e il nonno che finisce la pensione per aiutarli, andando a raccattare
all'ora di pranzo gli avanzi al supermercato o quella dei bambini
stranieri che il genitore l'hanno perso nel viaggio in gommone o che
sono costretti a dormire nelle baracche o sotto i ponti, al freddo,
in condizioni igieniche vergognose e a mangiare quando si può, senza
andare a scuola.
Ma siamo su una specie di Titanic che
affonda quindi non dobbiamo stupirci che anche italiani possano dire
ogni tanto qualche sciocchezza, anche involontariamente, di stampo
egoistico o razzista, poiché il momento è serio, la gente teme per
il futuro suo e della propria famiglia e tutti stiamo cercando il
nostro posto sulla scialuppa.
La vera responsabilità, di questo e di
altro, è di chi sta in alto, dei politici e dei potenti. Il governo
Monti, ad esempio, non ha affrontato la questione dei profughi entro
fine febbraio. E' facile immaginare perchè. Tuttavia questo
colpevole atto di irresponsabilità rischia di creare ulteriori
problemi alla convivenza civile delle nostre città. Sappiamo che i
profughi tuttora in Italia e quelli che arriveranno sono tutt'altro
che finti. Vorremmo vedere come scapperebbero a gambe levate
dall'Italia i nostri connazionali che fossero vittime di droni che
sbagliano, uccidendo bambini, di governi che usano armi chimiche
contro villaggi del proprio paese, di milizie che praticassero
vendette ed esecuzioni di massa, per esempio tramite lo sgozzamento
di famiglie, nel cuore della notte. Rispetto pertanto per questi
esseri umani e speriamo che cose del genere, in futuro, non capitino
a noi.
Il dovere di accoglienza quindi è
sacrosanto. E dovrebbe al più presto essere organizzato affinchè
sia efficiente, rapido e con costi ragionevoli. Cercando di non
rendere ancora più critico l'impatto sui territori, specie quelli a
già alta densità di popolazione, come quello delle nostre
metropoli. Perchè è ovvio che il flusso si dirigerà verso le
grandi città. E' stato inqualificabile lasciare a sé stesse, da
parte del governo, persone che negli ultimi due anni hanno avuto
assistenza garantita e si sono trovate senza lavoro e posto per
dormire da un giorno all'altro.
Apprezziamo infine l'operato di quei
Comuni e quelle organizzazioni di volontariato che pur in presenza
dei consistenti tagli ai finanziamenti che già conosciamo, si stanno
adoperando affinchè l'Italia dia una ennesima prova di civiltà. E
auspichiamo che dall'attuale diatriba politica relativa alla
formazione del nuovo governo post elettorale vengano inserite, tra le
7-8 cose da fare subito, una generalizzata sanatoria degli
extracomunitari che attualmente sono clandestini in Italia pur
lavorando onestamente anche se in nero.