Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

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venerdì 23 agosto 2013

IL VERMINAIO DELLE COOPERATIVE


GRAZIE AGLI ISPETTORI DI COOPERATIVE MINISTERIALI FATTA LUCE SU UNA REALTA' SCONVOLGENTE NEL MONDO COOPERATIVO TOSCANO.
COMPORTAMENTO VERGOGNOSO DA PARTE DEI BURATTINAI DI UN CERTO “SISTEMA” DI POTERE COOPERATIVO.
PERCHE' I SINDACATI INTERNI DEL MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO , IN TESTA LA CGIL, VOGLIONO INDEBOLIRE LA VIGILANZA PUBBLICA SULLE COOPERATIVE ESPELLENDONE GLI ISPETTORI DI PROVENIENZA MINISTERO DEL LAVORO E AGENZIA DELLE ENTRATE?
PERCHE' LE STESSE FORZE POLITICHE CHE SI SCANDALIZZANO PER QUESTI AVVENIMENTI NON SI ADOPERANO PER TOGLIERE ALLE CENTRALI COOPERATIVE LA POSSIBILITA' DI VIGILARE ORDINARIAMENTE (OGNI 1-2 ANNI) LE LORO STESSE COOPERATIVE ADERENTI? AFFIDANDO TUTTA LA VIGILANZA SOLO ALLO STATO?
PERCHE' , LAGGIU' IN TOSCANA, LA PARTE DEL MINISTERO DEL LAVORO CHE SI OCCUPA DI ISPEZIONI SUL LAVORO NON SI ERA IN QUESTI ANNI ACCORTA DI NULLA?

ALCOOP-AGL lavoratori cooperative
ALP-AGL ispettori di cooperative
ALAI-AGL lavoratori agroindustria
AGL Toscana


I seguenti articoli sono tratti dai citati organi di stampa.




Forteto, esito della relazione degli ispettori





«Sulla cooperativa del Forteto, dagli ispettori ministeriali si rileva una valutazione affine a quella cui siamo giunti con la relazione della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale tra lesione arbitraria dei diritti di alcuni soci-lavoratori, disparità di trattamento, firme inconsapevoli su operazioni finanziarie, negazione dell’accesso a buste paga e Cud. E i vertici del Pd, così come un pezzo del sistema-Toscana, si ostinano nelle difese ideologiche e d’ufficio tacciando chi cerca di basarsi sui fatti, di fare chiarezza sulla tragica vicenda e quindi di chiedere giustizia di strumentalizzare la vicenda? Ma con che faccia?» A esplodere così è il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai che ha presieduto la Commissione regionale d’inchiesta sugli affidamenti che aveva proprio le vicende del Forteto come cartina di tornasole.
Mugnai ha appena letto le conclusioni, ormai rese pubbliche, cui sono giunti gli ispettori e beh, di rilievi sostanziali e importanti a far da presupposto alla richiesta di commissariamento ce ne sono eccome. Invece, solo pochi giorni fa, dal Pd il segretario regionale Ivan Ferruci e quello metropolitano Patrizio Mecacci – che a differenza di parte dei soci aveva potuto leggere nei giorni scorsi la relazione – avevano enfatizzato il passaggio in cui il Forteto viene definito dagli 007 del ministero «solida e fiorente realtà imprenditoriale». Non era che il rigo numero 13 di conclusioni lunghe sei pagine. A pagina 2 iniziano i guai, con gli ispettori che premettono alle loro analisi il «legame imprescindibile» tra cooperativa, associazione e una «comunità ispirata a proprie regole e principi». Il rapporto interno alla cooperativa, rilevano gli ispettori che, nei loro quattro mesi di investigazione, hanno interrogato 18 soci persone fisiche più 1 ex socio, «è sempre stato sostanzialmente basato su incondizionata “fiducia” per arrivare addirittura a una sorta di “affidamento acritico” dei soci nei confronti degli amministratori».
«Tradotto – incalza Mugnai – affidamento acritico nei confronti dei capi della comunità-setta. Quelli che ora sono a processo. Sì perché su un punto va fatta chiarezza: per i vertici della comunità il vero fine è la comunità-setta stessa, la cooperativa è un bene strumentale dal cui controllo discende la possibilità per il sistema Forteto di superare anche questo ulteriore triste capitolo. Motivo in più per considerare il commissariamento e quindi la necessità di scindere il futuro della cooperativa da quello della comunità, il modo più efficace, oltre che giusto, per tutelare azienda e posti di lavoro».

«L’organo amministrativo – si legge poi ancora nella relazione ministeriale – non sembra abbia messo a conoscenza i soci lavoratori (o lo abbia fatto in maniera marginale e superficiale) del contratto di lavoro […] e, cosa assai grave, sembra che alcuni soci abbiano inconsapevolmente sottoscritto strumenti finanziari». Ancora: «I soci lavoratori, indipendentemente dalle mansioni effettivamente svolte, sono tutti inquadrati con lo stesso contratto e in unico livello contributivo», con violazioni giuslavoristi che per le quali gli ispettori si riservano di inviare gli atti agli organi competenti. C’è dell’altro: «L’ente – si legge già a pagina 3 – nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga, del Cud e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate». Per non parlare dello scossone seguito alle denunce di natura penale fatte da alcuni soci, i cui contenuti sono oggetto del processo a carico di 23 persone ai vertici del Forteto – compreso il fondatore e ‘profeta’ Rodolfo Fiesoli – che inizierà il prossimo 4 ottobre. «Emerge con chiarezza – si legge a pagina 4 – un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci usciti dalla comunità [… che …] appare gratuito e comunque non riconducibile o giustificabile da irregolarità o comportamenti scorretti del socio nell’ambito del normale rapporto associativo o professionale».

Riassumendo, si rileva la «tendenza a confondere le regole ed i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario», il che pare aver «condotto gli stessi soci a ritenere “normali” atteggiamenti particolarmente “interferenti” dell’organo amministrativo».

Mugnai è tranchant: «Si tratta delle medesime dinamiche rilevate dalla Commissione regionale d’inchiesta, solo proiettate nell’universo lavorativo. I vertici del Pd comunque su una cosa hanno fatto definitiva chiarezza: il legame a filo che lega il loro partito e la storia del Forteto. Un legame che, evidentemente, è più forte delle sentenze passate in giudicato e di quanto già emerso in questi ultimi mesi; più forte anche della difesa dei diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori, della ricerca della verità e dell’esigenza di giustizia delle vittime. Ma è l’ora di finirla, di levarsi i paraocchi. In questa vicenda occorre che tutte le persone di buona volontà, a prescindere dall’appartenenza politica, si mettano dalla parte delle vittime e dei loro diritti calpestati dopo che per trent’anni il Forteto, malgrado fior di sentenze passate in giudicato a carico dei suoi leader, ha rappresentato un punto di riferimento culturale e politico per un pezzo di Toscana. Non dico che sia facile rinunciare a un’utopia, ma le persone ed i loro diritti sono più importanti delle ideologie. Oggi è assolutamente necessario aprire gli occhi».




l documento

Forteto, ecco l'atto d'accusa
contro la cooperativa

Secondo gli ispettori del ministero non venivano consegnate le buste paga ai soci, nè pagati straordinari e festivi




Ecco l’atto di accusa contro la cooperativa Il Forteto: sono le sei pagine con cui i due ispettori del ministero dello Sviluppo Economico, Lorenzo Agostini e Fabio Fibbi, riassumono le anomalie riscontrate nell’azienda vicchiese, che a loro avviso deve essere commissariata. Accuse dure, pesanti, che partono dalle commistioni tra la comunità di Rodolfo Fiesoli e la cooperativa, descrivono le discriminazione verso i soci disobbedienti, individuano varie irregolarità amministrative e finiscono per censurare il regime di affidi di minori messo in atto dalla cooperativa.
Il documento sarà discusso oggi durante l’assemblea dei soci che si terrà al Forteto, prima che il ministero dello Sviluppo Economico decida se ratificare o meno il commissariamento. Al Forteto, scrivono Agostini e Fibbi, tra cooperativa e comunità c’è «un legame imprescindibile» e la «tendenza a confondere le regole e i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario della cooperativa». Così, tutto è delegato ai capi e i soci vengono lasciati all’oscuro persino dei propri diritti. «Emblematica, a questo proposito, l’inconsapevolezza riferita da alcuni soci interrogati di aver sottoscritto atti importanti, come ad esempio titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari, nella completa ed acritica fiducia nei confronti dei proponenti, senza la reale conoscenza di ciò che stavano sottoscrivendo».
Gli ispettori affermano poi che «l’ente nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga dei CUD e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate». Emerge, inoltre, «una sostanziale ignoranza dell’istituto del ristorno (la ridistribuzione ai soci del profitto realizzato dalla cooperativa, ndr), distribuito normalmente al termine di ogni esercizio ai soci lavoratori». Ampio spazio viene dato nella relazione alla discriminazione dei soci fuggiti dalla comunità, ma rimasti a lavorare in cooperativa. «Emerge con chiarezza un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci che sono usciti dalla “comunità”», affermano gli ispettori, citando casi di demansionamenti e persino la storia di un ex socio che ha testimoniato di aver dovuto lasciare la cooperativa contro la propria volontà, dopo essere stato costretto in «una sorta di isolamento». Agostini e Fibbi spiegano poi che la cooperativa «non appare dotata di strumenti normativi (…)che tutelino e/o garantiscano i diritti di eventuali “ospiti” disadattati e/o minori», in riferimento al fatto che alcuni minori, in passato, non erano stati formalmente affidati a delle coppie, ma alla cooperativa stessa, senza che questa però avesse previsto norme e regolamenti interni ad hoc.
Per tutte queste ragioni, i due ispettori chiedono il commissariamento della cooperativa, perché «detto provvedimento, oltre a sanare almeno alcune delle irregolarità rilevate nel corso dell’ispezione, appare necessario al fine di un ricollocamento dell’ente nell’ambito della propria attività e del proprio scopo». Oggi, durante l’assemblea, il Cda del Forteto esporrà le controdeduzioni da presentare al ministero per sventare l’ipotesi del commissario. Ma ci sarà anche un gruppo di «soci dissidenti», con ogni probabilità minoritario, che presenterà un documento elaborato dal comitato delle vittime del Forteto, dove si afferma la necessità del commissariamento, dopo anni di «innumerevoli soprusi»: «Confidiamo – recita il testo – che la giustizia cominci ad affermarsi anche in ambito civilistico, societario, previdenziale e del lavoro, a fronte delle pluriennali violazioni dei diritti in danno dei soci e dei lavoratori».
Giulio Gori
23 agosto 2013


Forteto: Pd, Coop e cooperative contro il commissariamento ministeriale

Per gli ispettori del ministero dello Sviluppo economico l'azienda di Vicchio va commissariata. Concorde il centrodestra, non il Pd: "Strumentalizzazioni politiche che troviamo inopportune e controproducenti"
redazione20 agosto 2013

Dopo gli abusi, gli scandali, le deposizioni, gli orrori, passando per le minacce e le richieste di lavoro, al Forteto sono è arrivata l’ispezione del ministero dello Sviluppo economico. E la sentenza degli ispettori, inviati lo scorso aprile, su richiesta del Consiglio regionale toscano, si è ben presto trasformato nell’ennesimo caso: gli ispettori hanno chiesto il commissariamento della cooperativa di Vicchio. 
La stessa richiesta di commissariamento era stata avanzata nei mesi scorsi nella relazione finale commissione di inchiesta sulla vicenda Forteto del Consiglio regionale, poi approvata dall’intera Assemblea toscana. La cooperativa così ha deciso di convocare un’assemblea straordinaria dei soci per analizzare il contenuto della relazione e approvare delle controdeduzioni da inviare al Ministero che dovrà esprimersi sul commissariamento. La vicenda Forteto vede il fondatore e ‘guru’ della comunità di Vicchio, Rodolfo Fiesoli, e altre 22 persone, rinviati a giudizio nell’inchiesta sulle violenze sessuali e maltrattamenti, che sarebbero stati inflitti agli ospiti della comunità, tra cui minori in affido. Il processo è convocato il 4 ottobre e tra le parti civili ammesse figurano anche il Comune di Borgo San Lorenzo e la Regione Toscana.
A caldo, il presidente della cooperativa Stefano Morozzi, aveva dichiarato: “Non abbiamo niente da nascondere e non abbiamo niente da temere. I rilievi espressi dagli ispettori saranno esaminati approfonditamente e sicuramente risolti dal nuovo Cda della cooperativa. Si tratta di rilevi che non giustificano una proposta di commissariamento e nemmeno una semplice diffida”. Tra questi la decisione della cooperativa di applicare a tutti i soci lavoratori lo stesso salario, al pari degli altri dipendenti. Per Morozzi “una proposta di tale gravità deve fondarsi su precise rilevazioni oggettive di gravissime violazioni, e non può in alcun modo far semplicemente riferimento ad un generico ‘clima pesante’, che graverebbe attorno alla cooperativa per gli avvenimenti attribuiti a persone non più socie”.

FORTETO: ABUSO COME PRASSI, MINORI COME PREDE

Di diverso parere Stefano Mugnai del Pdl, presidente della commissione di inchiesta del Consiglio regionale: “E’ una richiesta più che plausibile alla luce di quanto appreso in commissione. Un po’ alla volta verrà fatta giustizia su una storia trentennale di abusi, di coperture politiche, di regole non rispettate. Una storia che ancora deve essere raccontata fino in fondo”.

IL COMITATO DELLE VITTIME CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO

IL NO DI LEGACOOP E CONFCOOPERATIVE – “Non comprensibile né giustificata la proposta di commissariamento del Forteto”: così Legacoop e Confcooperative all’indomani del vedetto ministeriale. “Occorre tutelare il patrimonio industriale e di lavoro di un’importante realtà agricola e produttiva toscana. I rilievi posti sono di natura amministrativa e di scarsa entità, e possono essere affrontati e gestiti serenamente dall’attuale gruppo dirigente, che è utile ricordare ha segnato un importante elemento di discontinuità rispetto al passato”.

FIESOLI RINVIATO A GIUDIZIO

PD – Ed infine, ieri, sul caso si è espresso il Partito democratico toscano: l’auspicio, hanno sottolineato i segretari regionale, metropolitano fiorentino e mugellano del Pd Ivan Ferrucci, Patrizio Mecacci e Marco Recati, è che il commissariamento “possa essere evitato e che i rilievi posti dagli ispettori possano trovare soluzioni mantenendo l’attuale gestione anche perché' contemporaneamente sono stati messi in luce molti aspetti sulla solidità dell’attività della cooperativa. Dopo la proposta di commissariamento del Forteto – hanno continuato gli esponenti del Pd – abbiamo assistito a nuove strumentalizzazioni politiche del centrodestra che troviamo inopportune e controproducenti perché è una questione che riguarda, è bene ricordarlo, una realtà produttiva importante del nostro territorio, il cui futuro dunque dovrebbe interessare tutti senza distinzioni di appartenenza. La cooperativa del Forteto, tra l’altro, ha fatto scelte importanti riguardanti i propri vertici, muovendosi secondo noi in una giusta direzione”.


venerdì 16 agosto 2013

PACHINO - SIRACUSA - SICILIA: BAGNANTI SOCCORRONO MIGRANTI SU BARCONE ARENATO DAVANTI ALLA SPIAGGIA. GLI ITALIANI HANNO LE IDEE CHIARE. E I POLITICI?

Ancora stiamo aspettando, dalla classe politica uscita dalle ultime elezioni, quanto avevamo chiesto: * la cancellazione della legge Bossi-Fini * sanatoria generalizzata di chi già è in Italia e lavora in nero * affrontare la questione dell'eccessivo numero di extracomunitari in carcere * una vera politica di accoglienza europea * la salvezza per i profughi scappati dall'inferno, dando loro asilo politico abbandonando la politica degli accordi di espulsione * la chiusura dei Cie * diritto di cittadinanza per chi nasce e cresce in Italia * abolizione della tassa sui permessi di soggiorno * accettare velocemente i permessi di soggiorno pendenti e aumentarne la durata per chi ha perso il lavoro * unificare i contributi previdenziali nel Paese di provenienta o, se non possibile, versare al lavoratore i contributi pagati in Italia * garantire accettabili condizioni per esercitare la libertà di culto per chiunque e per qualunque religione * aprire una seria riflessione per concedere il diritto di voto a chi è in Italia da tanti anni.

giovedì 8 agosto 2013

PENSAVAMO CHE L'ULTIMA LEGGE SULLA SCHIAVITU' FOSSE STATA ELIMINATA FORMALMENTE, NEL MONDO, IN MAURITANIA NEL 1980. MA NON AVEVAMO FATTO I CONTI COL PRIMO CONTRATTO PER I CO.CO.PRO. IN “OUTBOUND” FIRMATO IL 1° AGOSTO DA CGIL-CISL-UIL.....

Il contratto collettivo per i collaboratori a progetto dei call center è stato firmato da Assotelecomunicazioni-Asstel, titolare del Ccnl, Assocontact l'associazione che rappresenta le aziende di call center in outsourcing e i sindacati di categoria Slc CgiL, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
L'accordo riguarda oltre 30.000 addetti. E' stata presentata, dalla parte datoriale come “un'importante novità nel panorama delle relazioni industriali, stabilendo una piattaforma di regole, diritti e welfare per lavoratori non subordinati su cui il comparto potrà basare il suo modello di sviluppo”.
Gli “outbound” sono i COCOPRO che fanno le chiamate in uscita e sono noti perchè a suo tempo furono oggetto di una specifica normazione promossa dall'ex Ministro del Lavoro (nel Governo Prodi) Cesare Damiano.
Al collaboratore, con questo contratto, viene riconosciuta , in teoria, almeno la stessa retribuzione oraria del dipendente. Ma la parificazione viene spalmata da qui a 5 anni. Cioè, ad esempio, si passerà dal 60% di un pari livello delle telecomunicazioni nell'ottobre del 2013 al 100% nel gennaio 2018.
E' stato sancito che questi lavoratori sono destinati a rimanere a progetto (il contratto è stato fatto proprio per questo, per evitare la stabilizzazione) .
E i datori saranno incentivati a applicare questo contratto “precario” (e qui l'ex Ministro Fornero ha scavalcato a sinistra la CGIL) perchè i lavoratori cui sarà applicato questo nuovo contratto non avranno TFR, 13^ e ferie pagate!
In pratica viene portata a compimento l'idea sottesa alla legge Damiano,che destinava a progetto gli outbound. Ma anche il Governo Monti ha provveduto, tramite una circolare del 2012, ad ampliare l'ambito del rapporto a progetto dalle attività di vendita a tutti i servizi, ad esempio (e ciò è recepito da questo contratto) alle ricerche di mercato e al recupero crediti.
Già si prevede che le imprese che oggi applicano il contratto di lavoro subordinato del commercio per le ricerche di mercato e quello del bancario per il recupero crediti, tra poco passeranno a questo contratto più conveniente (cominciamo veramente a rimpiangere la cara Elsa, a questo punto!)
E per finire, una classica clausola capestro: i lavoratori hanno diritto ad essere inseriti in un bacino di prelazione per i nuovi contratti cocopro e (ma chi ci crede?) subordinati,ma dovranno firmare una conciliazione (cioè la rinuncia preventiva e irrevocabile a fare causa) sul pregresso.
Il settore è in crisi? Per nulla: i committenti sono Telecom, Vodafone, Società dell'Energia che vanno a gonfie vele. Il problema è che le stesse minacciano delocalizzazioni che né il governo né i sindacati hanno la forza (o piuttosto, fanno finta di non averla?) di scongiurare
Del resto non è sempre stato così per gli schiavi da generazioni? Potersi integrare implica mettere una pietra sopra e “perdonare” abusi, angherie e delitti subiti.
I discendenti degli schiavi oggi sono tra gli uomini più potenti della terra, hanno saputo riscattarsi, lottando a lungo.
Sapranno fare altrettanto questi lavoratori, per lo più giovani?Senz'altro, purchè non si facciano aiutare (a cadere) da CGIL-CISL-UIL!




MARCINELLE 8 AGOSTO 1956


INCENDI SARDEGNA: GLi F-35 COMINCIANO A COSTARCI CARO!

“””””””””Cronache
08/08/2013 - il caso

La Sardegna è assediata dagli incendi,
decine di evacuati da case e alberghi

Una notte di lotta contro il fuoco,
grave un allevatore che ha sfidato
il rogo. Ed è polemica sui Canadair
nicola pinna
cagliari
Vista dall’elicottero del Corpo forestale, la Sardegna è una gigantesca graticola. C’è fumo dovunque, le fiamme sono ancora alte in molte zone e dove c’erano paradisi verdi ora c’è una distesa nera. Il fuoco continua a tenere l’isola in emergenza: la paura è iniziata mercoledì pomeriggio e in diverse province si continua a lottare. La notte è stata difficile e all’alba l’incubo non era ancora svanito.
Nei dintorni di Ghilarza, in provincia di Oristano, sono state evacuate decine case e in ospedale c’è un allevatore di 52 anni in condizioni disperate per aver sfidato il rogo che stava divorando il suo ovile. A Laconi, un altro paese dell’Oristanese, stamattina la Protezione civile ha ordinato lo sgombero di una casa di riposo: un incendio minaccia da ieri sera la zona di Bingixedda e quaranta anziani stamattina sono stati portati via d’urgenza.
In tanti hanno passato la notte sotto il cielo: troppo rischioso tornare a casa e qualcuno ha dormito nelle aule delle scuole messe a disposizione dai sindaci. L’apparato regionale antincendi è ancora in massima allerta: da ieri pomeriggio le squadre a terra e tutti gli elicotteri lavorano ininterrottamente. In campo anche i canadair che la Protezione civile nazionale ha schierato all’aeroporto di Olbia: sono solo due e anche stavolta si è capito che non sono sufficienti per fronteggiare un’emergenza.
Quella di ieri era considerata una giornata a rischio e le previsioni sono state rispettate: la temperatura ha raggiunto i quarantadue gradi e con la complicità del vento i piromani hanno fatto scattare l’assedio. I roghi sono partiti tutti quasi contemporaneamente nel primo pomeriggio e solo al tramonto c’è stata una breve tregua. In realtà è stata un’illusione, perché dopo poco tempo il fuoco è ripartito addirittura più aggressivo. Soprattutto nei piccoli centri dell’Alto Oristanese, dove è stata incenerita una fetta di territorio estesa quasi duemila ettari e molti animali non sono riusciti a fuggire dalle stalle per mettersi in salvo. «Ci hanno mandato un canadair, ma si è guastato quasi subito: il secondo è arrivato poco prima delle 20 ed è dovuto tornare alla base perché stava già calando il buio – polemizza il sindaco, Stefano Licheri - È impossibile vincere la guerra contro gli incendi avendo a disposizione solo due aerei in una giornata come questa».
Di primo mattino l’emergenza è scattata nuovamente nel Sassarese: oggi le fiamme sono divampate nelle campagne di Burgos, mentre ieri pomeriggio ci sono stati interminabili momenti di paura alla periferia di Sassari, a ridosso di un deposito ferroviario. Forestali ed elicotteri ancora al lavoro anche nella provincia di Cagliari: tra Isili e Nurallao le campagne ardono da ieri e questa mattina i quaranta detenuti di una colonia penale sono stati trasferiti in tutta fretta.  “””””””””

COMMENTO ADIR-AGL:

La dotazione dei Canadair, per la lotta contro gli incendi, è stata ridotta del 50% .L'azione di contrasto agli incendi boschivi è una emergenza , quella di dotarsi di mezzi aerei militari d'attacco, no.I Canadair sono l'unico mezzo efficace e di pronto soccorso contro gli incendi in luoghi difficilmente raggiungibili dai mezzi terrestri. Per avere una minima idea di cosa ci può aspettare teniamo presente che nel 2012 si sono registrati 8.700 incendi che hanno distrutto 100mila ettari di superficie boschiva.E ciò lo scorso annno, quando la flotta aerea statale era ancora composta da trenta veicoli . Spesso è successo che l'Italia abbia avuto necessità di chiedere in prestito dei Canadair alla vicina Francia (si tratta in realtà di noleggi a costi orari elevatissimi). Ma la Francia non ha una flotta di Canadair tanto maggiore dell'Italia. E' in grado di prestarceli perche le servono di meno.In Francia, grazie ad una più efficace opera di manutenzione del territorio e di sorveglianza, ad una più severa normativa sulla inedificabilità delle zone devastate dal fuoco, incendiare boschi "per autocombustione" è più rischioso, e meno redditizio che in Italia.
Ma quella degli F35 è solo la punta dell'iceberg.Cose ben più gravi stanno accadendo, in silenzio, in ogni Regione, ad opera delle relative Amministrazioni, riguardo a riduzioni sconsiderate di spese e pseudo razionalizzazioni. Ad esempio c'è in tutta Italia una riduzione dei distaccamenti dei Vigili del Fuoco, col risultato di allontanare i Vigili dal luogo di intervento con aumento pericolosissimo dei tempi.Poi i mancati rimborsi e sovvenzioni ai volontari che si occupano del settore antincendio e che spesso non hanno nemmeno i soldi per il carburante per muovere i mezzi in caso di emergenza. Pertanto novanta cacciabombardieri Lockheed (ah, quanti bei ricordi!...) Martin F-35 Lightning "contro" quindici Canadair.ed un solo elicottero Ab412 operativi su tutto il territorio nazionale.
Un F-35 costa 200 milioni di euro. UnCanadair costa 24 milioni di euro.
Un’ora di volo di un F-35 costa 25mila euro, un’ora di volo di un Canadair 14mila euro.
Vicenda esemplare , questa degli F35.
L'aula del Senato ha approvato la mozione di maggioranza (frutto dell'intesa Pd - Pdl) sui cacciabombardieri F35. Il testo votato a Palazzo Madama, nella versione già passata alla Camera, impegna il Governo "a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi dell'articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n. 244".
L'adesione al programma JSF, siglata per la prima volta dall'Italia nel 1998 (con la firma dell'allora presidente del Consiglio D'Alema) non è in discussione, ma vengono 'congelati' ulteriori acquisti in attesa dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma che le commissioni Difesa di Camera e Senato dovranno compiere. Tuttavia, secondo il Consiglio supremo di Difesa, presieduto da Giorgio Napolitano, la prescrizione voluta dalla maggioranza non è attuabile. Il Consiglio supremo di Difesa ha ribadito che la titolarità delle scelte sull'ammodernamento delle forze armate, quindi anche sugli F-35 spetta al governo.

Sugli F35 Pentagono ha rilevato 13 difetti costruzione, una serie di difetti gravi e tuttora non risolti nei prototipi, difetti in parte non eliminabili perché legati strutturalmente al progetto stesso. La Lockheed Martin e le Forze Armate italiane, dopo l'aspro dibattito parlamentare sull'acquisto dei caccia, hanno cancellato la pubblica cerimonia di apertura dello stabilimento di assemblaggio dei caccia F35, a Cameri (Novara).  Ma i lavori per l'assemblaggio del primo F-35 destinato all'Italia sono già cominciati e il cacciabombardiere dovrebbe essere completato nel secondo semestre del 2015.
Ogni anno gli incendi in Italia provocano danni di miliardi.  I territori bruciati e quindi senza vegetazione sono una delle principali cause delle alluvioni, con tutte le conseguenze del caso, che spesso significano anche perdite in termini di vite umane.
Non si provi, da parte delle lobby dei fabbricanti di nuovi sistemi d'arma, ad agitare il ricatto occupazionale (quanti posti di lavoro si sarebbero persi in caso di rinuncia agli F35) né, da parte dei vertici delle Forze Armate e del Ministro, a argomentare che le Forze “armate” in quanto tali, lo devono essere in maniera moderna, aggiornata e competitiva.
Di quali siano le capacità di coloro che ci dovrebbero difendere da minacce esterne ne abbiamo avuto prova da come è stata gestita la vicenda dei due Marò. Vengono i brividi a pensare cosa potrebbero combinare, questi vertici politico-militari, nel caso in cui effettivamente fossimo attaccati. Per intanto, si sono portati avanti nel lavoro, acquistando aerei difettosi.
Se è così che la nostra classe dirigente intende agganciare la ripresa, possiamo veramente stare tutti freschi.!

ADIR-AGL Vigili del Fuoco

mercoledì 7 agosto 2013

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO: I SINDACATI INTERNI CONTRO LA VIGILANZA SULLE COOPERATIVE: PAGHERANNO LORO I SOLDI PERSI DALL'ERARIO?


“”””””””””Busto Arsizio

Leader del catering e del lavoro nero, 14 denunciati

Le Fiamme Gialle di Gallarate e la Procura di Busto hanno fatto luce su un sistema di società di catering e facchinaggio che fornivano servizi di ristorazione di alto livello, ma reclutavano e pagavano i lavoratori in nero
Feste vip, la settimana della moda, grandi eventi, cene eleganti a San Siro, matrimoni nei luoghi più esclusivi: questi erano gli appuntamenti per i quali fornivano il loro servizio cinque società di catering e 4 cooperative di facchinaggio risultate evasori totali e centrali dello sfruttamento del lavoro nero, scoperte dalla Guardia di Finanza di Gallarate e dal sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Francesca Parola. I risultati dell'operazione "Wild Catering" sono stati presentati questa mattina nella sala riunioni degli uffici di largo Giardino dal procuratore facente funzioni Eugenio Fusco, dal comandante provinciale delle Fiamme Gialle Antonio Morelli e dal capitano Paolo Pettine della Compagnia di Gallarate (alla sua ultima indagine prima di trasferirsi a Roma, ndr). I numeri snocciolati dal capitano svelano la grandezza del giro d'affari: oltre 2100 lavoratori impiegati irregolarmente, 70 milioni di euro sottratti al fisco, beni sequestrati per un valore di oltre 3,5 milioni di euro, 14 persone denunciate.

L'indagine è partita da un articolo che raccontava l'esperienza di un lavoratore di una delle cooperative di facchinaggio: «In quell'articolo il lavoratore denunciava l'esistenza di un'organizzazione di caporali che sfruttava il lavoro di persone bisognose nella zona del Basso Varesotto - ha spiegato il comandante Morelli - da lì abbiamo avviato l'indagine condotta dagli agenti di Gallarate in maniera impeccabile». Da quella denuncia si è scoperto che i caporali in provincia di Varese erano tre e attorno a loro gravitavano almeno un centinaio di persone che venivano chiamate per lavorare in queste occasioni mondane tra la provincia di Varese e quella di Milano. I lavoratori venivano pagati in nero dalla società di catering circa 12 euro l'ora, di questi 2 euro all'ora andavano al caporale oltre ad una sorta di pizzo di 5 euro giornaliere per quello che nel sistema veniva definito "diritto di chiamata". Un lavoratore che lavorava 10 ore, quindi, incassava 120 euro e ne girava 25 allo sfruttatore.

L'inchiesta ha svelato un sistema molto articolato e ampio. Le verifiche fiscali sulle cooperative di facchinaggio ha permesso di scoprire che, a capo delle società, vi erano nullatenenti o stranieri (in particolare cingalesi, ndr) e che queste avevano una vita media inferiore ai due anni per evitare verifiche fiscali. Ogni anno e mezzo, quindi, la cooperativa veniva chiusa e riaperta con un altro nome in modo da sfuggire ai controlli. L'imponibile evaso è risultato consistere in 56 milioni di euro mentre 11 sono i milioni di euro di Iva evasa. Le società hanno tutte sede a Milano e ora sono oggetto di ulteriori verifiche da parte della Procura di Milano. Oltre all'evasione fiscale le Fiamme Gialle hanno anche contestato il nuovo reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, introdotto a settembre 2011. Infine vale la pena sottolineare i sequestri effettuati: immobili di pregio a Milano, beni mobili e gioielli di grande valore per un ammontare complessivo stimato in 3,5 milioni di euro. Anche così venivano spesi i soldi sottratti al fisco e sulle spalle delle tante persone che vivono ai margini del mercato del lavoro.
11/07/2013
or.ma.orlando.mastrillo@varesenews.it”””””””””


Ci complimentiamo con la Guardia di Finanza di Gallarate e con la Procura della Repubblica di Busto Arsizio per questo grande risultato della loro attività. Loro hanno il compito di reprimere questi fenomeni e lo fanno in maniera eccezionale.
Ma prima della repressione dovrebbe esserci la PREVENZIONE che, nel nostro Paese, riguardo alle Cooperative è organizzata prevedendo che in teoria ogni due anni una ben determinata Amministrazione, il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, avrebbe il dovere, tramite revisori statali appositamente abilitati, di visitare ogni cooperativa e di esaminare la regolarità del suo funzionamento.
Se ci fosse stata questa prevenzione, molto probabilmente,quei 67 milioni di euro relativi a questa vicenda a quest'ora sarebbero nelle casse dell'Erario e non in mano a dei delinquenti.
Anche uno sciocco quindi capirebbe che chi non effettua questa prevenzione o ne ostacola l'espletamento provoca DANNO ERARIALE PER CENTINAIA DI MILIONI DI EURO
Il Ministero, da anni, ha a disposizione per questa attività dei funzionari statali che provengono per lo più dal Ministero del Lavoro e, solo di recente, anche dall'Agenzia delle Entrate e dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico.
Chi volesse farsi una cultura sulle vicende di questa vigilanza (che ha mille problemi e che è stata sempre ostacolata ) potrebbe scorrere i numerosi articoli che abbiamo prodotto. Quindi non intendiamo tediare ulteriormente i lettori non interessati.
L'opinione pubblica deve sapere che , nel silenzio complice di tutte le organizzazioni sindacali del Ministero dello Sviluppo Economico, anche la poca prevenzione finora fatta rischia di sparire del tutto.
Abbiamo letto, inorriditi, il seguente passaggio di un documento sindacale CGIL che qui riportiamo:
“””””””””Oggetto: comunicato contrattazione 12 giugno 2013

[cid:image002.jpg@01CE7104.66D05420]
Ministero dello sviluppo economico
COMUNICATO FP CGIL
RIUNIONE DI CONTRATTAZIONE 12 GIUGNO 2013 Revisioni cooperative L’Amministrazione fornisce l’informativa in merito alla programmazione dei prossimi quattro corsi di aggiornamento per revisori di cooperative, destinati al personale della periferia, che si svolgeranno tra luglio e ottobre.
Quanto alla formazione di nuovi ispettori, è in programma un corso destinato al personale MISE centrale per complessivi 30 posti, di cui 15 sarebbero riservati al personale già nella graduatoria 2011, e 15 al personale della DG PMI Enti cooperativi. L’Ufficio formazione prevede la possibilità di realizzare altri corsi fino all’esaurimento della graduatoria 2011, che attualmente consiste di 77 persone.
Un altro corso, per le sedi periferiche, dovrebbe partire, previa emanazione della relativa circolare, il 23 settembre.
Le OO.SS.  evidenziano la necessità di risolvere l’annosa problematica legata alle funzioni ispettive: l’avvalimento con il Ministero del Lavoro e l’Agenzia delle entrate impedisce al MISE di gestire la competenza in piena autonomia e di effettuare una adeguata programmazione del lavoro. Occorre quindi un intervento forte del Gabinetto allo scopo di porre termine all’avvalimento e ricondurre la competenza in toto all’interno del Ministero.
Le OO.SS. ritengono pertanto di approvare al momento il solo svolgimento dei corsi di aggiornamento, subordinando l’approvazione dei corsi per nuovi revisori all’impegno dell’Amministrazione di ottenere dai vertici politici la progressiva cessazione dell’avvalimento e una seria programmazione della formazione 2013-2014, con la garanzia di esaurire la graduatoria ancora vigente.”””””””””
In pratica una organizzazione sindacale (e le altre, perchè non hanno nulla da dire, sono d'accordo?) chiedono (evidentemente per logiche burocratiche interne a una specifica Amministrazione che nulla hanno a che vedere con l'interesse pubblico) l'esclusione dall'attività di vigilanza degli Ispettori provenienti dal Ministero del lavoro e dall'Agenzia delle Entrate .
Chiedono che l'attività di revisione sia svolta dai soli dipendenti del Ministero dello Sviluppo Economico lasciando, di fatto, molte aree del paese scoperte e così facendo indebolendo notevolmente l'azione di controllo.

Alcuni avanzano il dubbio che questa operazione sia strumentale al passaggio della vigilanza sulle cooperative dallo Stato ai privati, cioè alle Centrali Cooperative che già oggi, in una situazione di mostruoso conflitto di interessi, sono incaricate della vigilanza nei confronti delle loro aderenti. Ossia, ogni 2 anni viene in cooperativa un ispettore pagato dalla cooperativa stessa attraverso il contributo versato alla propria associazione. Figuriamoci che tipo di vigilanza ne possa scaturire.
E' per questo che sollecitiamo sia gli ispettori stessi che il personale e i sindacati interni delle rispettive amministrazioni, i lavoratori delle cooperative , sia i politici che e la parte più sensibile della magistratura a monitorare attentamente la situazione e a intervenire, se necessario, per stroncare sul nascere questo attentato alla funzionalità dell'attività di vigilanza.



ALP-AGL Ispettori di Società Cooperative



martedì 6 agosto 2013

PERCHE' ALL'OPINIONE PUBBLICA E' INDIFFERENTE LA RIORGANIZZAZIONE(E GLI ESUBERI) DEL MINISTERO DEL LAVORO?


Analogamente a quanto avviene per le visite a sorpresa dei leader politici in Afghanistan,il 31 luglio il Ministro del Lavoro Giovannini si è catapultato, inaspettato, alla riunione Ministero/Sindacati sulla riorganizzazione del Ministero.In pratica, come si può leggere in un comunicato congiunto di alcune organizzazioni sindacali, "si procede allo svilimento delle funzioni degli uffici territoriali con la trasformazione di 12 Direzioni Territoriali in Uffici Presidio di livello non dirigenziale. Nel contempo, però, si rafforzano le competenze a livello centrale creando ad hoc una Direzione Generale per  l'Ufficio di Gabinetto e aumentando di 2 uffici il  Segretariato Generale trasformando quest'ultimo  da mero ruolo di coordinamento ad un ruolo operativo". Si afferma poi come "vengano maggiormente "tagliate" le funzioni dirigenziali  sul territorio, svilendo così il ruolo delle Direzioni Regionali e Territoriali del Lavoro, a vantaggio degli uffici dell'amministrazione centrale. Non è pensabile, infatti, che su un totale di 56 posti di funzioni dirigenziali di seconda fascia vengano ridotte ben 38 posizioni a carico degli uffici del territorio e soltanto 18 negli uffici centrali;(...) l'accorpamento nei capoluoghi di regione delle aree metropolitane delle Direzioni Regionali del Lavoro con le Direzioni Territoriali del Lavoro porterebbe ad una situazione di assoluta ingestibilità soprattutto in quei casi dove, oltre all'accorpamento dei due uffici, è prevista anche la responsabilità di un altro ufficio che diventerà Ufficio presidio." 
Ovviamente i Sindacati hanno gradito la visita a sorpresa, hanno fatto presente che non era stata data loro la possibilità di  analizzare prventivamente quel documento e di fare proposte e con fiducia sperano di poterne ridiscutere col Ministro (che ovviamente è andato lì solo perchè non potesse nessuno accusarlo di aver timore di presentarsi in prima linea). Il prosieguo è già segnato: il Ministero farà come vuole e i Sindacati dovranno solo scegliere con quale bevanda aiutarsi ad ingoiare il rospo.
Ciò, sottolineiamo noi,  avviene in contemporanea a un altro taglio derivante dalla spending review (che sicuramente riguarderà anche molti lavoratori di quel Ministero):Il Dipartimento della Funzione Pubblica in data 01.08.2013 ha inviato alla Corte dei Conti, per la registrazione, la circolare n. 3/2013 relativa all'applicazione dell'articolo 2 del Decreto Legge sulla spending review (Dl 95/2012), cioè alla risoluzione del rapporto di lavoro ed al pensionamento in deroga per il personale in esubero della pubblica amministrazione.La disposizione riguarda 
circa 7800 dipendenti e dirigenti in esubero delle PP.AA.
Questo Ministro, a suo modo, è stato scelto in maniera oculata, badando alla cura delle fonti del catastrofismo in materia di diffusione dei dati occupazionali ed economici. E' l'ex Presidente dell'ISTAT. Da una recente interrogazione parlamentare, che potrete leggere qui:
http://www.regioni.it/it/show-aula_interrogazione_su_nomina_presidente_pro_tempore_istat_030713/news.php?id=305370
si coglie, nelle voci riferite dalla deputata, una frase illuminante:"
l'ultimo presidente, Enrico Giovannini, si è dimesso» lo scorso 28 aprile, ricopre la carica di Ministro del lavoro e, stando alle notizie diramate dagli organi di stampa, la nomina pro tempore sarebbe stata disposta per il periodo durante il quale Giovannini, attuale presidente, svolge le funzioni di Ministro del lavoro e delle politiche sociali." Ossia: stranamente, non sembra proprio sia stato reciso il cordone ombelicale tra neo Ministro e ISTAT e i più attenti lettori avranno colto l'uso impeccabile che di recente Giovannini fa di dati provenienti (o commissionati) proprio dall'ISTAT (che, ricordiamo, dovrebbe essere in teoria un istituto indipendente dalle maggioranze di governo).
Ecco forse spiegata la strana nomina a Ministro del Lavoro di uno studioso dal curriculum eccezionale ma, guarda caso, privo di qualsiasi aggancio ai compiti d'Istituto del dicastero di Via Flavia. Carenza, probabilmente, colmata dalla recentissima nomina a (super) segretario generale del Ministero (nel silenzio tombale di tutti i sindacati) di colui che è stato in questi anni  il massimo responsabile (in stretta collaborazione con la lobby dei consulenti del lavoro) dell'attività di vigilanza del Ministero del Lavoro. Con grandi risultati evidentemente, come emerge ad esempio (ve ne avremmo potuto proporre altri cento simili) dal seguente articolo recentemente pubblicato:
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Sardegna: architetto disoccupato in inverno, cameriere (in nero) d’estate




Francesco si è laureato in architettura quattro anni fa, ha fatto diversi tirocini in Italia e all’estero, ma non ha mai trovato un lavoro nel suo ambito che gli permettesse di stabilizzarsi. “Non ho cercato solo in Sardegna”, ci tiene a precisare, “parlo inglese e un po’ di spagnolo, quindi sono disposto a trasferirmi all’estero, anzi è il mio obiettivo. Purtroppo vedo solo annunci di tirocini da tre o sei mesi, la maggior parte senza retribuzione o comunque mal pagati”. Niente di nuovo, triste realtà di tutti i giorni per molti giovani laureati italiani.
Non è abituato a rimanere con le mani in mano. “Ho sempre fatto mille lavoretti pur di essere indipendente dai miei genitori mentre studiavo: cameriere, magazziniere, lavapiatti, porta pizze… con me la cazzata che ‘i giovani d’oggi non vogliono fare certi lavori‘, che leggo su molti giornali, non attacca“. Da più di un mese Francesco lavora come cameriere in un hotel della Costa Smeralda e non è la prima volta che fa la stagione estiva. Come per tanti ragazzi sardi, l’unica ricchezza che lascia il turismo nella sua terra è un lavoro da cameriere sottopagato, ai limiti della legalità.
Ho iniziato facendo una settimana di prova, naturalmente non pagata, e dopo mi hanno preso. Quando ho chiesto di firmare il contratto mi hanno detto che non c’era nessun problema, che avrebbero dovuto sistemare solamente alcuni dettagli in amministrazione, e che nel giro di una settimana sarebbe stato pronto”. Il contratto però non è mai apparso, nonostante Francesco abbia insistito più volte sia con il direttore che con l’amministratore dell’albergo. ”Mi dicevano sempre che era questione di giorni, che non dovevo preoccuparmi, che il contratto sarebbe stato retroattivo, che mi avrebbero pagato persino la settimana di prova, etc., ma nel frattempo luglio è finito”.

Ti hanno pagato il mese di luglio? “Ora ti racconto come è andata: a fine mese sono stato chiamato nell’ufficio del direttore, mi ha dato una busta con dentro 1100 euro, poi ha sfilato 100 euro dal suo portafogli, dicendomi: questo è per gli straordinari, siamo proprio contenti di te. Mi sono sentito davvero incomodo, era una sceneggiata volgare e offensiva”.
Per quale motivo? ”Perché lavoriamo tutti almeno 2 ore extra al giorno, moltiplicale per 30 giorni… vuol dire che mi hanno pagato poco più di 1 euro all’ora per un mese di straordinari. E per giunta in nero! Senza contare i giorni di riposo non pagati…”
Cosa hai fatto? ”Ho preso la busta con lo stipendio e gli ho chiesto se il contratto fosse pronto…” Cosa ti ha risposto? ”Il turismo non è più quello di una volta, mi ha detto, quindi per ora non possiamo farti un contratto regolare. E poi ha aggiunto ammiccando: ma tranquillo, neanche gli altri hanno un contratto“. Questo vuol dire che stai lavorando in nero, senza assicurazione, senza contributi, senza Tfr… ”Senza un cazzo, esatto”.
Ti è già successo in passato? ”In genere è difficile che ti assumano regolarmente per questo genere di lavori. Finché si tratta di fare qualche extra in pizzeria, non mi lamento, però se devo lavorare per 3 mesi in un hotel, pretendo un contratto regolare. Eppure è pieno di hotel che fanno questo gioco, qui in Costa. Nel mio caso speravo di essere stato chiaro sin dall’inizio, ma a quanto pare adesso mi hanno messo davanti alla scelta: o così o niente“.
Cosa farai? ”All’inizio volevo denunciarli, poi ho cambiato idea”. Perché? ”Tanto non serve a niente, l’Ispettorato del Lavoro di segnalazioni di questo tipo ne riceve centinaia ogni anno, eppure gli stessi hotel continuano ad aprire regolarmente ogni estate. Ti sei mai chiesto perché?”.
Mi sembra strano che non facciano nessun controllo a sorpresa… ”Controlli a sorpresa ne sono arrivati anche a luglio, ma l’amministratore viene avvisato sempre qualche giorno prima, in maniera informale. Quando arrivano, gli agenti delle forze dell’ordine entrano direttamente nell’ufficio del direttore, parlano con lui e poi se ne vanno. Basta”. Queste affermazioni sono gravi… ”È il segreto di Pulcinella, da queste parti le cose funzionano così. Lo sanno tutti”.
Quindi non sporgerai denuncia? ”Il prossimo anno voglio andare a vivere all’estero, voglio lasciare la Sardegna, voglio lasciare l’Italia. Mi servono quei soldi… E anche se lasciassi questo lavoro, sarei comunque costretto a fare il cameriere per 30 euro al giorno, sempre in nero, in una pizzeria della mia città. Se mi va bene”.
Hai pensato di cercare lavoro in un altro albergo, lì in Costa Smeralda? ”Avevo trovato altri due posti che cercavano personale, ma questo era l’unico hotel che aveva promesso di farmi un contratto“.
La Sardegna potrebbe vivere di solo turismo, dicono alcuni. Certo. Magari in futuro, dopo che milioni di tramonti si saranno tuffati nel nostro azzurro mare. E avremo costruito strade sicure, trasporti pubblici puntuali, ci saranno imprenditori onesti, strutture alberghiere moderne a prezzi convenienti, controlli delle forze dell’ordine impeccabili, esisterà una vera continuità territoriale, una cultura della legalità e del rispetto del lavoratore rinnovata; la prosperità internazionale permetterà nuovamente di viaggiare sempre di più e tutti vorranno visitare la nostra isola, sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno...
Certo, la Sardegna potrebbe vivere di solo turismo, se…
di Marco Nurra | @marconurra
(foto: sardegnadigitallibrary.it)""""""""""


E' chiaro adesso perchè, nel momento in cui apprende che uffici del Ministero del Lavoro vengono chiusi sul territorio e che funzionari e dirigenti vengono licenziati e che a quelli che rimangono lo stipendio non viene aumentato per il blocco dei contratti,  l'opinione pubblica (quella che vota alle elezioni) tira un sospiro di sollievo?
E non è più chiaro quale dovrebbe essere l'effettivo impegno dei sindacati ministeriali, ossia non difendere l'indifendibile (rendendosene complici) ma ripulire dall'interno la Pubblica Amministrazione depurandola da chi la tradisce?

E' QUESTO IL CAMBIAMENTO CHE SI ATTENDEVA PER IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA?

Ci scusiamo se non ottemperiamo alla implicita prescrizione al silenzio sul caso MPS. Pazienza, vuol dire che metteranno anche l'AGL tra i fautori dell'instabilità. Nel frattempo saremmo desiderosi di conoscere l'opinione del "Rottamatore" e dei Sindacati rappresentativi del settore bancario sulla situazione esposta nell'articolo che segue.
Dal sito it.ibtimes.com/
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Fondazione Mps, nulla è cambiato



Di Redazione IBTimes Italia | 06.08.2013 10:37 CEST
"Al popolo senese faccio una grande e solenne promessa: è finita l'epoca in cui il sindaco può avere la tentazione di fare l'interesse di gruppi di potere, grandi o piccoli che siano, rispetto all'interesse della propria comunità. Lo dico anche al mio partito, prima vengono gli interessi della comunità e poi quelli del partito".

Era lo scorso 11 giugno e il nuovo sindaco di Siena Bruno Valentini (ovviamente targato Pd) si insediava ufficialmente. Due mesi dopo quella "promessa solenne" è già un vago ricordo: il Pd non molla la presa sul Monte dei Paschi di Siena (e questo si sapeva), ma non fa neppure finta di farlo.
Mps è controllata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Gli organi della Fondazione sono: Deputazione Generale, Deputazione Amministratrice, il Presidente, il Collegio dei sindaci e il Direttore Generale. Secondo lo statuto la Deputazione Generale (organo di indirizzo) è composto da 14 membri (4 scelti dal Comune, 2 dalla Provincia di Siena, uno a testa dalla Regione Toscana, Camera di Commercio di Siena, Curia Arcivescovile, Università degli Studi di Siena, Arcidiocesi di Siena, Università per Stranieri di Siena. Ultimi tre scelti "fra le terne di nominativi presentate rispettivamente dalla Consulta Provinciale del Volontariato di Siena, dal Consiglio Nazione delle Ricerche e dal Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici").
La Deputazione elegge anche il Presidente. La Deputazione Amministratrice (organo di amministrazione) è composta dal Presidente e da sei membri della Deputazione Generale. A controllare è il Collegio dei Sindaci che consta di tre membri nominati dalla Deputazione Generale, uno dei quali proposti dal Ministro dell'Economia.
Il sindaco, con una certa dose di involontaria ironia, è riuscito a dire: "Abituatevi all'indipendenza". Peccato che la nuova Deputazione Generale sembra una riunione di un circolo Pd. Il Comune ha scelto Alessandra Navarri (assistente di Anna Serafini, moglie di Piero Fassino, nei suoi anni da senatrice), Barbara Lazzeroni (membro del Partito Socialista che ha sostenuto Valentini alle Comunali 2013), Egidio Bianchi (già nel collegio dei revisori del Comune di Siena, da sempre feudo del centrosinistra) e Sergio Betti (ex sindacalista)
La Provincia ha scelto Vincenzo Cesarini e Simonetta Sancasciani, che il Fatto descrive rispettivamente come "avvocato legato al Pd provinciale" e "una dei fedelissimi dell'ex sindaco Franco Ceccuzzi". Gli altri sette membri sono: Amedeo Alpi (indicato dalla Regione Toscana), Carlo Guiggiani (Camera di Commercio), Bettina Campedelli (Università degli Studi di Siena), Alessandro Grifoni (Arcidiocesi di Siena), Riccardo Campa (Università per Stranieri di Siena), Vareno Cucini (Consulta Provinciale del Volontariato di Siena), Sergio Daolio (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Cnr), Antonio Paolucci (Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici).
Tanto Guiggiani che Cucini vengono descritti come altri due esponenti vicini a Ceccuzzi, mentre Campedelli ruoterebbe nell'area di Luigi Berlinguer, ex ministro del primo governo Prodi e rettore dell'Università senese. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, è invece un 'renziano'.
La Deputazione eleggerà a breve il presidente: in pole ci sarebbe Francesco Maria Pizzetti, presidente dell'Autorità Garante della Privacy dal 2005 al 2012, già  consigliere costituzionale del presidente del consiglio Goria (1987) e di Romano Prodi (1996-1998), nonchè dell'ex ministro Bassanini. Fa parte dell'associazione Astrid, fondata tra gli altri da Giuliano Amato. """"""""""

PRIMI 100 GIORNI DEL GOVERNO LETTA: 7+ IN IMMAGINE, 4 IN LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Caro Enrico,
ci complimentiamo con lei per la sua brillantezza all'esordio nel palcoscenico internazionale. Finalmente l'immagine dell'Italia può giovarsi di un leader giovane, colto, spigliato e dinamico. Diremmo quasi incontenibile e prorompente.
In TV però non appare la vera realtà dei giovani italiani, più o meno suoi coetanei, quelli che hanno cercato di farsi strada senza aiuti e privi di parentele illustri.
Nella sua maggioranza, anomala, lo riconosciamo, almeno sulla carta tutti eravate d'accordo nel ridurre le tasse sul lavoro, anche col sostegno dei maggiori sindacati.Poi però qualcosa si è inceppato.Siamo nelle sabbie mobili. Evidentemente di quelle tasse qualcuno non vuole, non può farne a meno.Forse perchè per ridurre le entrate occorre ridurre le spese e queste corrispondono a pezzi di Pubblica Amministrazione che non servono a nulla se non a ingrassare amici della politica?
Non sappiamo quanto durerà il suo Governo, però una cosa gliela chiediamo: se il suo tentativo andrà male, alla fine dica una parola di verità. Riveli, faccia nome e cognome di chi non vuole mollare i suoi privilegi, lo denunci pubblicamente. Altrimenti avranno ragione coloro che sostengono che in realtà la sua immagine non corrisponde alla sostanza.E che quindi anche lei, come i suoi predecessori, ha tranquillamente tradito una generazione.