Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

lunedì 15 dicembre 2014

IL NOME DEL PUZZONE. RENZI, POLETTI: DITECI CHI E' RESPONSABILE NEL MINISTERO DEL LAVORO DI QUESTO SCONCIO E SBATTETELO FUORI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. LUI E I SUOI COMPLICI.


Grave denuncia da parte del Sen. Prof. Pietro Ichino: nel Ministero del Lavoro c'è chi sabota le Politiche Attive! Gradiremmo che il Premier e il Ministro Poletti intervenissero con la massima energia per risolvere il problema.

Dal Blog di Pietro Ichino http://www.pietroichino.it/

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PERCHÉ IL MINISTERO OSTACOLA LA SPERIMENTAZIONE DELLE POLITICHE ATTIVE?


COSÌ IL POTERE BUROCRATICO ABROGA DI FATTO UNA LEGGE DELLO STATO  
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 324, 13 dicembre 2014 - Per ulteriore documentazione in proposito v. il Portale del contratto di ricollocazione – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico Lavoro: per prima cosa, stanare i gattopardi, dell’8 settembre ..
27 dicembre 2013 - Viene emanata la legge di stabilità 2014, il cui articolo unico al comma 215 istituisce il Fondo per le politiche attive del lavoro, disponendo un suo finanziamento iniziale di 50 milioni. Il relativo regolamento dovrà essere emanato entro 90 giorni.
8 aprile 2014 - Scaduto inutilmente il termine per l’emanazione del regolamento, i capigruppo di maggioranza in Commissione Lavoro al Senato presentano una prima interrogazione in proposito al Ministro, che resta però priva di risposta.
25 giugno 2014 -  Del regolamento nessuna traccia. Seconda interrogazione dei capigruppo di maggioranza. Questa volta  il il ministro risponde in Aula il 3 luglio, nel corso di un question time, informando il Senato che il regolamento è pronto ed è ormai “alla firma”.
14 luglio 2014 - Il Governo e la Regione Lazio annunciano il prossimo avvio della sperimentazione, con il contributo del Fondo per le politiche attive, del contratto di ricollocazione per la soluzione della nuova crisi occupazionale Alitalia, che vede oltre 900 lavoratori licenziati.
16 settembre 2014 - Il regolamento non c’è ancora. Terza interrogazione al ministro del Lavoro.
15 ottobre 2014 - Il sottosegretario al Lavoro Bobba risponde in Commissione che il decreto è pronto e deve essere solo registrato alla Corte dei Conti.
15 dicembre 2014 - Il regolamento non è ancora emanato. Viene presentata la quarta interrogazione in proposito.
A questo punto, però, secondo logica, l’interrogazione non dovrebbe più riguardare il regolamento del Fondo per le politiche attive, bensì un quesito assai più inquietante: chi, in seno al ministero, è responsabile di questa vera e propria omissione di un atto d’ufficio, platealmente mirata a impedire l’attuazione di una legge dello Stato?""""""""""

venerdì 12 dicembre 2014

COMITATO DIRETTIVO AGL

Si rammenta a tutti i membri la convocazione del Comitato Direttivo per mercoledì 17 dicembre, ore 14,00, presso la sede di Milano, Via Antonio Fogazzaro 1.

I VOLONTARI DELLE ARGONNE

Ricordo agli amici l'evento di domani, in Milano, alle ore 16,00, in via Duccio di Boninsegna 21/23 (MM Buonarroti), organizzato dall'Associazione Nazionale Volontari di Guerra al termine del suo Congresso Nazionale straordinario. 
Celebreremo e commemoreremo il ricordo dei Volontari delle Argonne, migliaia di volontari italiani che, inquadrati nella Legione Straniera francese, al comando dei nipoti di Giuseppe Garibaldi, combatterono con i Francesi sul fronte occidentale nel dicembre 1914, dando coerente e coraggioso impulso al movimento interventista rivoluzionario che da lì a pochi mesi avrebbe condotto alle "radiose giornate di maggio".
Sarà anche un'occasione per ritrovarci, farci gli auguri di Buone Feste, conoscere anche altri amici delle altre Federazioni provinciali, che saranno confluiti per il Congresso ed i dirigenti nazionali dell'Associazione.

Andrea Benzi

Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra "Manlio e Gioachino Savaré"


giovedì 13 novembre 2014

COMUNE DI MILANO: C'E' TEMPO FINO AL 12 DICEMBRE 2014. Al via i patti di riscatto sociale per il sostegno al reddito

                                  IL SINDACO DI MILANO, GIULIANO PISAPIA

Dal sito del Comune di Milano http://www.comune.milano.it  

Ai disoccupati con grave disagio economico, 1.200 euro in cambio di attività per sé e per la comunità. I moduli disponibili anche in 78 sedi dei servizi sociali. Assessore Majorino: “Investiti nei patti 2,4 milioni di euro, chiediamo al Governo i 2,6 milioni di euro inutilizzati della ‘social card’”
Milano, 12 ottobre 2014 – Un sostegno al reddito in cambio dell’impegno a fare qualche cosa per sé e qualcosa per La comunità. Partono domani i patti di riscatto sociale introdotti dal Comune di Milano come nuovo modello di sostegno al reddito. Da lunedì 13 ottobre, sarà possibile ritirare e consegnare presso le sedi dei servizi sociali territoriali e scaricare qui a lato la modulistica per richiedere il contributo e accedere al patto. L’iniziativa è rivolta a persone senza lavoro e in una situazione di disagio economico grave. L’Amministrazione comunale ha investito nei patti di riscatto sociale 2,4 milioni di euro che permetteranno di aiutare 2.041 persone. A ciascun beneficiario saranno assegnati 1.200 euro, una tantum e in due tranche: la prima di 400 euro con la sottoscrizione del patto col Comune, la seconda di 800 euro dopo sei mesi e dopo la verifica del percorso effettuato. Il patto consiste nella partecipazione del beneficiario a un programma di reinserimento lavorativo e sociale proposto e seguito dai Servizi sociali, attraverso borse lavoro, formazione, laboratori occupazionali e, su base volontaria, anche svolgendo attività di volontariato aiutando la collettività del proprio quartiere.
“Dal 13 ottobre – spiega l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – inizieremo ad aiutare chi ancora non riceve o non ha ricevuto in passato un sostegno economico da parte del Comune, offrendo non solo un sussidio, ma chiedendo alla persona di sottoscrivere con il Comune un patto di riscatto impegnandosi in un percorso di reinserimento lavorativo. Con i 2,4 milioni di euro investiti riusciremo a dare un contributo a più di duemila persone, ma il nostro obiettivo è di arrivare a raddoppiare il numero dei beneficiari utilizzando i 2,6 milioni di euro che a causa dei criteri troppo restrittivi imposti dall’Inps sono ancora inutilizzati. Costruiremo infine un elenco di potenziali beneficiari, anche tra coloro che non riceveranno il sostegno questa volta perché  privi dei requisiti, al fine di tenerli informati su ulteriori iniziative che faremo".
“Questa Amministrazione, come mai successo prima – ha ricordato Majorino –  ha destinato alla lotta alla povertà contributi economici per cento milioni di euro a fronte di una domanda di sussidi triplicata nel giro di due anni. Per la prima volta, attraverso il patto di riscatto sociale non sarà dato solo un contributo economico, ma sarà fornito un intervento in favore della persona chiamata a fare qualche cosa per sé e qualche cosa, su base volontaria, anche per la comunità in cui vive. Lo facciamo a Milano e in Italia per la prima volta. Crediamo che tale Patto possa essere proposto come modello anche a livello nazionale e chiediamo quindi al Governo di seguirci e di sostenerci”.
Per accedere ai contributi e sottoscrivere il patto sarà indispensabile presentare l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) che viene rilasciato gratuitamente nei  Caf (Centri di assistenza fiscali). Vi potranno accedere solo coloro che hanno un Isee inferiore ai 6.000 euro e sono residenti a Milano da almeno un anno. Tra gli altri requisiti dovranno avere una età compresa tra i 18 e i 65 anni, essere disoccupati e non aver ricevuto di recente contributi da parte di Inps e Comune (Fondo Anticrisi 2012). Non potrà partecipare al bando chi ha reiterate inadempienze economiche verso il Comune superiori a 5.000 euro o ad  esempio gli occupanti abusivi delle case popolari.
Nella composizione della graduatoria sarà data priorità alle famiglie con più figli minori e a singoli in stato di difficoltà.
Il bando resterà aperto dal 13 ottobre fino a venerdì 12 dicembre 2014. I moduli di iscrizione saranno disponibili dal 13 ottobre e presso tutti gli uffici dei Servizi sociali in città. Una volta compilati e corredati dell’Isee in corso di validità i moduli potranno essere consegnati sempre negli uffici dei Servizi sociali. Sono 78 le sedi disponibili: Punti di orientamento e informazione, Nuclei distrettuali disabili, Uffici di via San Tomaso 3, Servizi per adulti in difficoltà, Servizi sociali delle famiglie, Centri multi servizi anziani.
In allegato la sintesi dei criteri di accesso al bando

http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/giornale/giornale/tutte+le+notizie+new/politiche+sociali+e+cultura+della+salute/patti_riscatto_sociale_sostegno_reddito
       

giovedì 6 novembre 2014

NUOVA RESPONSABILE AGL AMERICA LATINA ZONA 8 MILANO (Fiera,Gallaratese,S.Leonardo,Quarto Oggiaro)

E' stata nominata la nuova Responsabile Zona 8 Milano (Fiera,Gallaratese,S.Leonardo,Quarto Oggiaro) della Federazione ALAL-AGL, Alleanza Lavoratori America Latina, aderente alla Confederazione Sindacale AGL, Alleanza Generale del Lavoro. 
Auguri di buon lavoro da tutta l'AGL.

martedì 28 ottobre 2014

"BATTAGLIONE LEOPARD": RICORDI DI UN AFRICANO BIANCO

Riprende la campagna "autunnale" dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra di Milano, con la presentazione di un interessante volume sul combattentismo che ispirò tanti uomini dopo il 1945..
Andrea Benzi
Presidente Associazione Nazionale Volontari Guerra di Milano

CORSO DI FORMAZIONE

Cari amici,
congiuntamente all'Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnate, al Coordinamento Sovranità Nazionale, al gruppo Nuova Oggettività, la Federazione di Milano ha inteso dare il proprio contributo partecipativo ad un'iniziativa di formazione culturale, storica e politica, destinata a tutti coloro che hanno il desiderio di apprendere e conoscere.
Vi invito per tanto a contattare i riferimenti esposti nella locandina allegata ed a prendere parte ad un percorso formativo di indubbia validità, al fine di inquadrare sotto l'ottica del non necessariamente politicamente corretto un insieme di tematiche, di eventi, di processi culturali e di pensiero, di conoscenze scientifiche e tecniche, che ha contraddistinto la nostra storia e la nostra civiltà.
In questo senso l'ANVG di Milano è fiera, ribadisco, di partecipare a tale progetto, auspicando che lo stesso trovi favore e partecipazione.
Progetto di insegnamento, di comunicazione, di trasferimento di conoscenze, di interazione culturale, certo non leggero, e sicuramente faticoso, ma che sono certo accrescerà culturalmente e spiritualmente tutti coloro che avranno la volontà di prendervi parte, con quell'assiduità, quell'interesse e quell'impegno che soli possono portare a risultati concreti, sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista collettivo.
Un cordiale saluto a tutti

Andrea Benzi

Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra - "Manlio e Gioachino Savarè"


martedì 7 ottobre 2014

INCONTRO DI RENZI CON I SINDACATI-MAMMUTH. POLITICAMENTE CORRETTO MA CONCRETAMENTE INUTILE PERCHE' DA TEMPO NON SONO PIU' REALMENTE RAPPRESENTATIVI DI CHI LAVORA MA SOLO DI CHI CAMPA DI TASSE.

Penoso epilogo stamattina di mesi di incomunicabilità. I vertici di CGIL-CISL-UIL-UGL non hanno avuto neppure un'impennata di orgoglio.In pochi minuti è stata sancita la loro inutilità. Il Governo parla un linguaggio di riforme troppo moderno perchè sia recepito da questi ruderi.Andrà di fatto avanti senza di loro, nonostante loro e le future nostalgiche parate, come quella del 25 ottobre, di un regime di concertazione che non esiste più.
L'AGL ritiene che lo Statuto dei Lavoratori, quindi anche l'art. 18, vada modificato in direzione di quanto indicato dal Governo in quanto queste vecchie norme ormai sono dannose sia per chi lavora che per chi il lavoro lo sta cercando.L'ideale sarebbe il sistema americano ma ci rendiamo conto che sarebbe un salto troppo grosso per l'Italia. Certo che (e la Spagna lo dimostra) la direzione per attrarre investimenti è quella e sarebbe bene evitare di perdere tempo, pena l'emigrazione senza ritorno dei lavoratori italiani verso l'estero.Buona l'idea di mettere in busta paga il TFR su base volontaria e giuste le cautele che si stanno adottando per prevenire una crisi finanziaria delle PMI.E bene anche perchè più TFR si sottrae ai Fondi Previdenziali fallimentari di CGIL-CISL-UIL (che non a caso vi si stanno opponendo con insolita veemenza) meglio è. Bravo Renzi a rompere le uova nel paniere della Triplice anche prospettando una legge sulla rappresentanza. E' incostituzionale e truffaldino l'Accordo in materia dei sindacati con Confindustria e il Governo lo deve mandare all'aria.Siamo, sin dai tempi di Sacconi, per lo sviluppo della contrattazione aziendale e territoriale che aderisca meglio alle diverse realtà del Paese e promuova una maggiore produttività. Vanno spazzati via il dumping contrattuale, la falsa cooperazione e lo sfruttamento degli extracomunitari attraverso la fissazione del salario minimo. Il precariato va superato innanzitutto da un punto di vista culturale, passando a un sistema in cui tutti, nessuno escluso, passino da un lavoro all'altro senza traumi o privilegi anacronistici. Le politiche attive del lavoro e la vigilanza dovranno essere trasformate in maniera consequenziale. Così come gli ammortizzatori sociali. Ichino ha ragione nell'individuare nel contratto di ricollocazione una possibile via per superare un sistema di Cassa Integrazione che lega per anni lavoratori a posti di lavoro che non torneranno più.E infine la riforma della Pubblica Amministrazione. Va accelerata con determinazione. I processi avviati da Renzi richiedono risorse ingenti? Benissimo, purchè non vengano aumentate le tasse e sia ridotto il cuneo fiscale. Dove recuperare? Dalla Spending Review che va portata alle estreme conseguenze, riguardo alla macchina pubblica. Occorre, in fretta, equiparare in tutto e per tutto ai lavoratori privati i tre milioni e passa di dipendenti pubblici e, poiché la pacchia è veramente finita, è ora che lo Stato si disfi di ciò che ha di più caro, ossia, di qualche Ministero. Come si fa? Analogamente a quanto accaduto col Teatro dell'Opera di Roma. Ma facciamo presto.


venerdì 12 settembre 2014

NON SI PUO' FARE UN "PATTO EDUCATIVO" CON GLI INSEGNANTI CHE UNA VOLTA ASSUNTI SI METTONO SUBITO IN MALATTIA E PUNTANO AL TRASFERIMENTO. A PARTE TUTTI GLI ALTRI DISCORSI, COSA SAPREBBERO INSEGNARE AI NOSTRI FIGLI? CHE E' GIUSTO RIMEDIARE UN POSTO FISSO SOLO PER FREGARE LO STATO? IL GOVERNO ADOTTI LE OPPORTUNE PRECAUZIONI E TUTELI LE FAMIGLIE PRIMA DI PROVOCARE UN DISASTRO!

da www.ilgiornale.it

La scuola riparte nel caos: decine di insegnanti malati

Inizia l'anno e molti docenti hanno già chiesto un periodo di congedo Scontro sul sistema delle graduatorie. Salvini: «Lombardia penalizzata»
 Ven, 12/09/2014 - 07:00
La questione sulle nuove assunzioni nel mondo della scuola continua. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, lancia la campagna contro chi cerca solo il posto fisso e non il lavoro, problema già evidenziato prima dal Giornale e poi da Repubblica : «Bisogna tornare al sistema precedente di assunzioni su base provinciale: su 174 neoassunti in provincia di Milano, 174 vengono da altre zone - ha attaccato - questa è la dimostrazione del fallimento della politica scolastica di Renzi, perché così si penalizzano sia i lombardi che chi ha deciso anni fa di spostarsi in Lombardia e aspettare il suo turno». Le scuole, inoltre, non sono nemmeno cominciate e sono già decine le richieste di periodi di malattia o di poter assistere un parente disabile: «Ho parlato con il Provveditore e come Lega chiederemo la verifica a tappeto su tutti quelli che hanno presentato richieste del genere, anche perché non si tratta di un problema solo della scuola: per gli infermieri e per i vigili del fuoco in Lombardia siamo costantemente sotto organico perché le persone arrivano qui e, dopo il periodo minimo di attesa, chiedono il riavvicinamento, spesso in regioni del sud, ma se avevi il parente disabile a Crotone lo sapevi pure prima».
Per ottenere il ritorno al modello precedente le camicie verdi hanno pronte le richieste su carta per Camera, Senato e Regione. Tra le altre, ha specificato Massimiliano Romeo, consigliere leghista in Regione, «chiediamo che vengano ristabiliti una volta per tutte i 5 anni di permanenza nella provincia di prima nomina di ruolo, il tutto finalizzato a garantire la continuità didattica».
Sulla scuola comunque il problema è più sentito perché, quest'anno in particolare, c'è il rischio di centinaia di cattedre vuote: sono talmente tanti quelli che tentano di usufruire delle comodità date dal posto fisso, che non si sa nemmeno se si troveranno abbastanza supplenti.
E non è nemmeno un problema solo di chi viene da altre regioni, è proprio il settore scolastico a essere usato come ammortizzatore sociale: «Ieri ci sono state le convocazioni per il codice Z43, cioè gli insegnanti di italiano per le medie, in tutto 300 e se ne sono presentati 2 di cui ha scelto un posto soltanto uno - racconta Massimiliano Sambruna della Cisl - e questi sono gli ultimi della graduatoria a esaurimento, quindi quelli iscritti da anni non gli ultimi arrivati, io mi chiedo: se possono rifiutare il lavoro cos'è ne hanno un altro? E se anche così non fosse, non è possibile studiare degli strumenti per cui se rifiuti il posto, poi non puoi rientrare subito in graduatoria? Perché l'insegnamento deve essere una scelta seria, non un ripiego, bisogna mettere dei limiti». A rispondere a Salvini, il segretario del Pd lombardo Alessandro Alfieri: «Lui specula sulle preoccupazioni di genitori e studenti», intanto il governo Renzi «investe sulla scuola».
Il segretario del Pd sottolinea che «il governo ha deciso di assumere 150mila insegnanti perchè vuole investire sulla scuola e ridare dignità a queste persone. Iniziativa che Salvini ha commentato ironicamente: «Solo 150mila? Allora io rilancio, facciamo un milione»."""""""""

venerdì 5 settembre 2014

“BLOCCO CONTRATTUALE” PER GLI STATALI FINO AL 2015: DOV'E' LA NOTIZIA?E' UN ALTRA: FINO A IERI GLI STATALI ERANO PRESI PER IL CULO DIRETTAMENTE DAI GOVERNI. ORA NON PIU': CI PENSERANNO GLI “UOMINI IN DIVISA”.

Ci eravamo dimenticati dell'esistenza dei Sindacati del lavoro pubblico. Non si sentivano più in giro. Poi, all'improvviso una non notizia (il blocco degli aumenti, se ricordate (DEF aprile 2014), è quasi sicuro fino al 2020 per motivi di finanza pubblica) ha fornito nuovo materiale per i quotidiani di gossip politico.La ragione è semplice: di cosa si sarebbero altrimenti occupati nei prossimi 6 anni i sindacati?come noto, Renzi ha cambiato stile. Non più tavoli e consultazioni coi sindacati ma richiesta diretta ai lavoratori di pareri e proposte. Volontà di eludere ed elidere i corpi intermedi? No, semplicemente non perdere tempo e non farsi deviare dai corpi morti più o meno intermedi, più o meno rappresentativi.Divertente. Gli hanno obbiettato che con le riforme istituzionali non si mangia e lui reagisce rifiutandosi di masticare carne defunta. Ovviamente è partita la rituale proclamazione di preavvisi di sciopero la quale però è stata immediatamente sovrastata da un pronunciamento golpista e fascistoide di sindacati e Cocer degli uomini in divisa. Che tra parentesi (e neanche tanto) minacciano , di fatto, di violare la Costituzione , dato che ci risulta che determinate categorie di servitori dello Stato non abbiano diritto di sciopero. E di operare una grande mistificazione, visto che si tratta di categorie lasciate fuori dalla contrattualizzazione del pubblico impiego.Ricordate gli applausi agli agenti inquisiti per gravi reati durante un congresso di un sindacato autonomo di polizia? Altro che le patetiche banane di Tavecchio...E qui ,sorpresa: è stata pubblicizzata una immediata disponibilità all'incontro, seppure scevra da tentazioni di cedere al ricatto. Anche i sindacati del lavoro pubblico erano stati incontrati, ma solo dalla Madia e non personalmente da Renzi e con modalità sbrigative e disillusorie. Gli uomini in divisa invece no. Saranno ricevuti “personalmente” dal Premier e non solo e tanto dai vari Ministri competenti.Questa disponibilità temperata dalla contestuale sottolineatura che cinque polizie sono comunque troppe. Come dire: venite pure alla riunione, anche in divisa ma attenti a quello che dite e a dove vi sedete perchè potrebbero esserci anche per voi dei bei forbicioni di cottarelliana fattura pronti a stagliuzzarvi le gallonate chiappe.Beh, tutt'altra grinta rispetto alla reazione di maniera di Alfano che l'immaginario collettivo pensa afflitto e impaurito dalla possibilità che un bel giorno la sua scorta si rifiuti di accompagnarlo al “lavoro”.Era aperto un tavolo presso il suo Dicastero proprio su questi temi ma evidentemente (era successo nei giorni scorsi anche nei suoi colloqui-bidone con le autorità europee sulla questione Frontex) il piglio autorevole è ancora un limite del politico che tuttavia si applica molto pur senza immediati risultati.
Ma il dato fondamentale è che questa differenza di trattamento tra statali e uomini in divisa (un vero e proprio schiaffo, altro che le vignette di brunettiana memoria) è la definitiva sepoltura di ogni e qualsiasi speranza per i lavoratori pubblici non in divisa. Una certificazione crudele dell'inutilità della Pubblica Amministrazione così come oggi si configura in Italia. Quando i Sindacati pubblici urlano, imprecano e propongono lo sciopero generale, vi prendono quindi per il culo.Il Governo giustifica tale situazione col fatto che una comunità con un milione di disoccupati ha altre priorità e altre urgenze. Le risorse sono limitate e occorre fare delle scelte.Come avviene quando una autoambulanza deve scegliere a chi prestare prima le cure, nel caso abbia davanti più feriti.Si dice: non è vero. Le risorse per “curare” anche gli altri ci sarebbero ma non c'è la volontà politica di reperirle.In particolare si evoca la triade “evasione fiscale,società partecipate, corruzione”. Questo governo è in carica da 6 mesi, i suoi ministri sono giovani o per lo più estranei o ininfluenti rispetto agli assetti politici precedenti. Hanno promesso di mettere le mani in quelle tre problematiche e qualcosa, in 6 mesi, hanno iniziato a fare. Se tra 1000 giorni riusciranno a tener fede agli annunci bene. Altrimenti Renzi vedrà dissolversi il suo 40% e al governo avremo Grillo o il Centro Destra o addirittura avremo la Troika a comandare sull'economia italiana.La domanda allora è: era ed è possibile entro dicembre (tra 3 mesi) far saltar fuori da “evasione fiscale,società partecipate, corruzione” i miliardi per aumentare di 100 euro al mese lo stipendio di tutti gli statali?Perchè di questo tipo di aumento si tratterebbe. Ci sembra improbabile. E allora di cosa stiamo parlando? Le risorse per le 150.000 assunzioni nella scuola (non immediate ma a partire dal settembre 2015 e diluite in tre anni) verranno dalla Spending Review, se riuscirà. Taglio del 3% a tutti i Ministeri di spesa. Tagli lineari (obbligati, come più volte solo noi abbiamo sostenuto, perchè i tagli mirati non sono attuabili in un paese di lobby e mafie come l'Italia). Apriti cielo!“evasione fiscale,società partecipate, corruzione”: in aggiunta ai soldi per gli aumenti degli stipendi pubblici dovrebbero vedere il recupero di risorse anche per le assunzioni degli insegnanti precari. Se fosse questione di sola volontà politica (e non invece come pensiamo noi di oggettiva impossibilità tecnica di ottenere risultati a breve termine in una situazione tipica di buoi scappati) qualcuno ci sa indicare quale schieramento politico realisticamente, vincendo le elezioni, avrebbe potuto, potrebbe o potrà in tre mesi tirar fuori tutte queste risorse? Ma siete sicuri che ancora in Italia vi siano tutti questi soldi o che invece non siano stati già portati altrove?Non credete che la risposta non sia nel passato ma nel futuro, nel riorganizzare il Fisco,i Servizi Pubblici e gli appalti pubblici?e soprattutto, in misure shock, immediate, per fronteggiare l'emergenza occupazionale non con assunzioni pubbliche ma mettendo le imprese in condizione di lavorare in Italia? Ma i Sindacati del Pubblico Impiego si accontenterebbero di meno: che la Corte costituzionale dichiari illegittimo il blocco dei contratti (e poi, da dove uscirebbero fuori i soldi?) e che riesca uno sciopero generale, cioè che ogni lavoratore butti via una giornata di retribuzione, equivalente a una frazione mensile dell'aumento contrattuale, facendo risparmiare il governo, come tutti sanno. Anzi, potrebbe essere una idea: un mese di sciopero generale (d'accordo col Governo). Col risparmio il Governo potrebbe rinnovare i contratti, concedere gli aumenti, far vincere politicamente i sindacati. Solo che il singolo lavoratore alla fine dell'anno si troverebbe con lo stesso reddito di prima.O forse non sciopererebbe nessuno, cercando di fregare i colleghi costruendosi un aumento col sacrificio altrui.
Ma a parte questi scenari tragicomici, è l'inadeguatezza politica dei sindacati che fa piangere. I Sindacati dovrebbero essere i primi sostenitori dei tagli e delle riforme perchè gli sprechi sono contro i lavoratori, così come una PA inefficiente. I sindacati della scuola dovrebbero porre il problema del numero eccessivo degli insegnanti , nonostante queste 150.000 annunciate assunzioni e sostenere una vera riforma che porti la scuola italiana all'altezza degli standard europei.
Ma anche sugli uomini in divisa questa bagarre sta occultando alcune questioni di fondo.Una sola Polizia al posto di cinque, l'aumento degli stipendi ai poliziotti ridimensionando quelli dei dirigenti di polizia, la costruzione di nuove carceri, l'adozione di un modello all'americana relativamente al diritto del cittadino di armarsi. In Italia c'è troppa polizia . Ridurre il numero,pagarli meglio, educare il cittadino alla difesa personale.Non c'è sicurezza, è un fatto incontestabile. Se il cittadino potesse proteggersi da solo, minacce incostituzionali di sciopero delle forze dell'ordine sarebbero irrilevanti.Come al solito in Italia vi sono categorie che cercano di approfittare di ritardi dello Stato.
Analogamente per la difesa. Nella quale albergano ancora troppi papaveri, imboscati e parassiti.Vedremo se effettivamente questi soldi saranno stati in questi decenni ben spesi quando , come sta accadendo ora, prenderà corpo il rischio di attentati terroristici interni, o di attacchi da sud o da est da parte di fondamentalisti e tagliagole. Il cittadino italiano medio è concretamente oggi in grado, in caso di necessità, di difendere sé stesso, la sua Famiglia e la Patria imbracciando un' arma, al pari di quanto avviene in altri paesi?PA, Scuola, Difesa: la domanda è sempre la stessa. Si tratta di organizzazioni efficienti?Utili?Che giustifichino il carico fiscale sui cittadini?Il problema, come si vede, è un po' più complesso e grave dei 100 euro in più nello stipendio e dell'appartenenza o meno al ceto medio di chi lavora in questi settori.
Così come, parlando della riforma della PA, dobbiamo decidere se perdere ancora tempo dietro a sogni irrealizzabili come si è fatto negli ultimi 40 anni o se è arrivata ora di intraprendere altre strade .La lotta all'evasione fiscale (fenomeno storicamente speculare e legato, non dimentichiamolo, all'indebitamento pubblico e alle assunzioni clientelari soprattutto a beneficio del Mezzogiorno nella Pubblica Amministrazione) è fallita perchè è il sistema fiscale che ha assunto caratteristiche demenziali. L'idea della Flat Tax è ottima e a chi obbietta la violazione del principio di progressività (obiezione a cui già qualificati esperti hanno replicato ipotizzando correttivi sul piano della modulazione diversificata delle detrazioni) ripetiamo quanto affermato relativamente all'adozione dello Spoils-System per i dirigenti pubblici: è una buona occasione per cambiare la Costituzione. Le conseguenze, relativamente al futuro dell'Agenzia delle Entrate e ai concorsi per dirigenti, sono ovvie, dal nostro punto di vista. Certo, se ciò si realizzasse crollerebbe tutto un mondo di commercialisti, tributaristi, dirigenti-funzionari che arrotondano da consulenti, sindacati che hanno alimentato contenziosi giudiziari,corruzione, ecc. Tra non molto i dirigenti scolastici decideranno sugli scatti di merito degli insegnanti. Bene, era ora. Però non basta. Occorrerà che entrambe le figure si aggiornino e riqualifichino (sì, proprio come si fa con il vecchiume nei centri storici). E lo stesso nella amministrazione della giustizia. Solo noi, francamente, abbiamo sempre sostenuto che la riorganizzazione di quel personale è indispensabile. Ma soprattutto la digitalizzazione accompagnata dal blocco del turn over. Il futuro è nella diminuzione del personale in tutta la PA attraverso un utilizzo oculato dell'informatica e un conseguente risparmio.E se ciò provocasse la riduzione del numero dei tesserati ai Sindacati, chissenefrega, meglio così che pesare sull'esistenza dei cittadini.. Se (e non siamo d'accordo) gli 80 euro vengono considerati una elemosina, cosa sarebbero invece 100 euro di aumento contrattuale, una botta di vita?Ma non fateci ridere!Anche qui, è ora di innovare. Guardare in faccia alla realtà. Chi non è d'accordo in teoria su un aumento di stipendio a favore di un onesto lavoratore pubblico? Tutti lo siamo. Ma occorre vedere se ci sono i soldi e se quelli previsti in futuro siano probabili e veri.L'Italia è un Paese in cui occorre che si riprenda a creare ricchezza.Se gli espropri proletari non si realizzano neppure a Cuba o in Cina ci sarà un motivo. E quindi è difficile che si realizzino in Italia con patrimoniali o prelievi notturni alla Giuliano Amato o massacrando i proprietari di immobili. Occorre una giustizia e una equità retributiva, certamente. Ma in nessun paese del mondo uno si arricchisce facendo l'impiegato statale. Se, come legittimo, un dipendente pubblico ambisce a guadagnare di più è giusto , come avviene ora , che lavori in nero (o peggio, vada in cerca di bustarelle) o non sarebbe meglio che alla luce del sole, in deroga al principio di esclusività, gli fosse consentito, pagando le tasse, di fare un secondo lavoro nel privato o, ancor meglio, di guardarsi intorno e cercare di diventare imprenditore, lasciando la PA? Avendo veramente più soldi in tasca da spendere per sostenere consumi e domanda interna?La Costituzione'Cambiamola, no?Le riforme a che servono, se non a vivere meglio?La contrattazione pubblica? Ricordate? Solo noi avevamo detto che era una cagata pazzesca (e, non a caso, nel Pubblico Impiego, le categorie “forti” se ne sono tirati fuori...).Abbiamo fiducia che l'Italia emersa dalle recenti elezioni europee abbia colto queste esigenze e che sosterrà scelte coraggiose e ineludibili. Solo una richiesta facciamo a Renzi: accelera su riforma fiscale e del lavoro, perchè è questo che veramente interessa alla gente.


venerdì 1 agosto 2014

UNCI IS BACK! ANNULLATO DAL TAR DEL LAZIO IL DECRETO MINISTERIALE DI REVOCA DEL RICONOSCIMENTO. NEL CONTEMPO IL TRIBUNALE DI LUCCA SOLLEVA LA QUESTIONE DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE DELLA NORMA DEL 2007 TESA A FAR FUORI I CCNL UNCI. NONOSTANTE IL MORSO DI ZANONATO E L’IMPEGNO DI DAMIANO, SI RIMATERIALIZZA IL PEGGIOR INCUBO DI POLETTI,LEGACOOP,CONFCOOPERATIVE, CGIL, COLDIRETTI, UNICOOP E SINDACATI DI BASE.

Per leggere la sentenza del TAR Lazio vai al seguente link:  
Per l’ordinanza  del Tribunaledi Lucca:
Avevamo già rilevato, al tempo  della sospensiva, come questo decreto fosse  stato “stranamente” e in maniera “lungimirante” scritto con i piedi dal Ministero dello Sviluppo Economico.Non ci sbagliavamo (in effetti la voce girava da tempo nell’ambiente e tutti sapevano come sarebbe andata a finire).
La realtà dei  lavoratori delle cooperative è nota a tutti: sfruttati e sottopagati. La differenza tra le  Associazioni datoriali nella sostanza è minima. Tutte da decenni tutelano una cooperazione  tale solo di nome. I contratti UNCI sono semplicemente più aderenti alla realtà degli altri, inapplicati per gran parte a beneficio dei comportamenti meno corretti.
Tuttavia far applicare i  propri CCNL nel settore comporta introiti milionari e, alla base del conflitto di anni tra le associazioni, c’è questo. Quindi nè la purezza  della cooperazione nè tanto  meno il benessere dei soci cooperatori. E’ stato un fallimento la legge sul socio lavoratore  del 2001, è una barzelletta la vigilanza ordinaria esercitata in minima parte dal  Ministero per le non associate e demandata alle Centrali per le cooperative loro aderenti. Immaginiamo che razza di controllo possa essere quello in cui il controllore e il controllato coincidano. Però il sistema continua perchè comporta anche qui enormi guadagni.
Zanonato è finito politicamente in coincidenza con quell’obbrobrio di decreto di cui parlavamo. Damiano è stato protagonista di una operazione comica. In pratica, nel 2007,per accontentare il suo elettorato, promuoveva un decreto in aperto aggiramento della Costituzione, inapplicabile in quanto vago ed indeterminato (alludeva a qualcosa che non poteva essere messo per iscritto). Dannosissimo in quanto produttore dei famosi Osservatori Provinciali delle Cooperative. In pratica degli ibridi. Organismi di emanazione sindacale e di parte che volevano spacciarsi per organi di vigilanza pubblici con finalità strumentali: mettere paura  alle cooperative UNCI incentivandole a lasciare l’UNCI e il CCNL applicato pena sanzioni in sede ispettiva. Ridicolo.E Damiano è a capo, in Commissione Lavoro, di quel gruppo di politici legati alla CGIL che sta rallentando e sabotando la riforma del lavoro del governo Renzi, che se lasciata in mano a questi qui rischia di fare la stessa fine dei provvedimenti anti  UNCI.
Da ultimo i sindacati di base, che nella cooperazione più che fare proposte hanno semplicemente aizzato centinaia di lavoratori stranieri in maniera tale da farli picchiare dalla polizia , solo allo scopo di appuntarsi sul petto qualche medaglia per aver condotto lotte radicali di cui mettere i video sui siti.
Come AGL  abbiamo di recente proposto 10 domande al governo Renzi,

 cui attendiamo risposta (non a noi ma nei fatti e nei provvedimenti concreti da adottare). A noi non interessa nulla dell’UNCI, del padronato cooperativo, dei sindacati gialli o conflittuali. A noi basterebbe semplicemente  che i lavoratori delle cooperative iniziassero  ad essere considerati  esseri umani e ad essere trattati come tali.

lunedì 28 luglio 2014

22 MAGGIO 2014: DOPO I FATTI DI CASALNUOVO (NA) IL COMPAGNO POLETTI, MINISTRO DEL LAVORO, BACIO' APPASSIONATAMENTE UN ISPETTORE DI LUNGO CORSO, A NAPOLI, AL TERMINE DI UN BELLISSIMO DISCORSO. SOTTO LO SGUARDO ECCITATO DEL SEGRETARIO GENERALE. SEMBRAVA AMORE SENZA FINE E INVECE...ANCORA NON C'E' STATA CONSUMAZIONE! ANZI...

L'avevamo detto. Gli Ispettori del Lavoro avrebbero dovuto, la scorsa primavera, cogliere la palla al balzo. Schierarsi non contro ma con il popolo e rivoltare il Ministero del Lavoro come un calzino. Non l'hanno fatto . Si sono accucciati invece ai piedi di una dirigenza che li ha sempre mal sopportati, essendo da anni più in sintonia con i consulenti del lavoro, che ne ha tratto spunto per regolare vecchi conti (con l'aiuto – a cadere – dei sindacati ministeriali).
Cosa avevano chiesto gli ispettori del lavoro?
Di avere risposte veloci. Infatti, se va bene, se ne parlerà a settembre – 5 mesi dopo -(ma avrà il tempo il Ministro, più preoccupato di intraprendere azioni per aumentare i posti di lavoro e di pagare le CIG in deroga, di occuparsi di ispettori presi a calci in culo da datori e lavoratori in quei pochi posti in cui ancora si sta lavorando?).
Di mettere gli ispettori nelle stesse condizioni operative del resto della Polizia Giudiziaria (riguardo alle banche dati, per esempio). Possibile secondo loro con poca spesa. Pia illusione, perchè nella dirigenza non sono nati ieri e sanno benissimo che certi “riconoscimenti” sono stati sempre storicamente utilizzati per chiedere avanzamenti di carriera e di retribuzione. E che scherziamo (pensano loro). A noi dirigenti arrivano le martellate di Renzi e i ridimensionamenti e a questi qui , nostri sottoposti da sempre, gli diamo i pennacchi per poi farli guadagnare quasi quanto noi?
Sembra che si vada verso l'Agenzia Unica ispettiva, a settembre, nell'ambito della ennesima riforma del lavoro. Gli ispettori del Ministero del lavoro stanno sentendo puzza di bruciato, ma non hanno capito ancora da dove viene. Glielo spieghiamo noi. I dirigenti del Ministero del Lavoro puntano a traslocare nella nuova struttura, più agile e funzionale, recuperando come manovalanza il personale ispettivo degli istituti previdenziali e gli ispettori di più recente formazione ,quelli più giovani, reclutati col più recente concorso e “predestinati” a dire di chi studia le statistiche dei cognomi. Gli altri, gli ispettori più stagionati? Nella bad company rimanente, ossia il vecchio Ministero, destinato , come Chernobyl, a racchiudere le scorie dell'Amministrazione e a essere insaccato nel cemento armato per i prossimi secoli, fino ad esaurimento .
Ci hanno provato, eroicamente, gli ispettori del lavoro a reagire al momento difficile. Galvanizzati dal bacio hanno provato, alcuni, a serrare i ranghi, a fare il loro dovere, a mettere in campo tutta la loro professionalità, a tornare a presidiare i territorio. Risultato: quelli (tanti) con diploma di perito industriale o geometra sono stati presi semplicemente a schiaffoni (cioè hanno preso il resto) quelli più bravi , magari laureati, stanno avendo a che fare con gli avvocati delle aziende che li hanno citati per risarcimento danni. Ovviamente la copertura legale, nella PA, è solo per i dirigenti. I funzionari, solitamente, si pagano l'avvocato da soli, magari vendendosi la casa su cui stanno pagando il mutuo. Vecchia storia questa. Ma non se ne esce: vogliamo scherzare, pensando che i dirigenti ministeriali vogliano condividere questo loro antico ma apprezzato privilegio?Direbbero: si, stiamo tutti sulla stessa barca , ma fino a un certo punto...
Infine, altra annosa questione, quella dell'utilizzo della propria auto per svolgere l'attività ispettiva. Fino a ieri cosa accettata di buon grado, per la possibilità di incrementare le entrate con i rimborsi, oltre che con le indennità di missione. Ora però le cose stanno cambiando. I lavoratori e i datori di lavoro più focosi hanno cominciato a sfasciare le macchine degli ispettori, non coperte da specifica tutela assicurativa – se non addirittura a prendere i numeri di targa per vendette trasversali-(col risultato che il povero ispettore in un colpo solo si vede portata via la casa per pagarsi le spese legali e la macchina incendiata da una “utenza” non molto soddisfatta). E L'Amministrazione, unica richiesta guarda caso subito accolta, in attesa dell'Agenzia Unica è intenzionata a far lavorare gli ispettori, sic et simpliciter, in maniera generalizzata, anche su turni di sera e di notte. E qui cominciano le ribellioni Collettive, organizzate e mirate a una riforma, come si dice, “condivisa”? Macchè: individuali e minimaliste. In sintesi: io a fare ispezioni di notte con la macchina mia? Col cavolo, ci vada qualcun altro.Anzi, rinunciamo pure ai soldi recuperati dalle sanzioni , basta che ci lasciate in pace.E che faranno gli amici dirigenti? Diranno al Ministro: facciamo al più presto l'Agenzia e questi pesi morti qui lasciamoli al loro destino nella bad company. Altro che aumenti, altro che nuovi poteri, altro che nuova dignità! Come prevedibile, l'infinito tavolo tecnico sull'attività ispettiva verrà superato, tra molti mesi, da decisioni del governo prese (speriamo) senza ascoltare troppo chi (alta dirigenza, sindacati, “tecnici”) da un decennio gestisce e organizza questo carrozzone con i risultati riscontrabili da tutti.
Ai lavoratori del Ministero diciamo che ormai è troppo tardi per recuperare l'ignavia di un decennio. Speriamo solo che Renzi, Poletti e Madia decidano in maniera illuminata, mandando a casa una alta dirigenza dimostratasi scarsa e puntando da subito a mandare in strada, sul territorio e nelle aziende , quanta più forza ispettiva possibile, colpendo gli imboscati.Questo corpo ispettivo dimostri di meritare lo stipendio e i più bravi vengano premiati adeguatamente. Riguardo ai poteri degli ispettori, lo abbiamo già detto. L'impunità dei facinorosi nel mondo del lavoro ricorda quella che una volta c'era negli stadi. Occorre recuperare serietà. Adottiamo in Italia le stesse regole severe di tutela del lavoro che ci sono in Germania. Siamo convinti che basti, per iniziare. Più intelligence e tecnologia nella vigilanza sul lavoro, meno discrezionalità, meno leggi, verbali ed interpelli ad aziendam da parte di una burocrazia ministeriale trasformatasi negli anni in una tragicomica macchietta. E se del personale dovesse “avanzare”, chiudere i carrozzoni e mobilità a volontà verso altre amministrazioni più oberate di lavoro.


giovedì 24 luglio 2014

COMPETITIVITA' : SOPPRESSA LA NORMA SULL'ANATOCISMO

Le commissioni Industria e Ambiente del Senato hanno votato la soppressione dell'articolo che comprende la capitalizzazione degli interessi.Via libera delle commissioni Ambiente e Industria del Senato alla sopressione della norma sull'anatocismo contenuta nel decreto legge Competitività. Sulla cancellazione dell'articolo 31 del provvedimento c'è stato il parere favorevole del governo.il provvedimento passa ora all'esame dell'Aula.L'articolo 31 del dl Competitività modificava il Testo unico bancario affidando al Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr) il compito di determinare modalità e criteri per la produzione, con periodicità non inferiore a un anno, di interessi sugli interessi maturati nelle operazioni in conto corrente o di pagamento. Si trattava di una specifica precisazione dopo che la legge di Stabilità 2014 aveva lasciato la questione "aperta" con alcuni problemi di interpretazione: da una parte sembra ammettere la capitalizzazione degli interessi, ma dall'altra dice che questi non ne possono produrre di ulteriori. A questo punto torna a prevalere l'orientamento del Parlamento, che aveva ritenuto di abolire la norma proprio con la Stabilità, nonostante questa fosse caldeggiata da Bankitalia, Abi e Bce.Il capo del Servizio stabilità finanziaria della Banca d’Italia Giorgio Gobbi in audizione davanti alle commissioni Industria e Ambiente del Senato sul decreto per la competitività delle imprese così s’era espresso: “Qualsiasi paese che non abbia una legislazione islamica accetta la capitalizzazione degli interessi, cioè l’applicazione degli interessi composti, di cui un sistema come il nostro non potrebbe fare a meno. Nessuna economia di mercato può funzionare senza questo meccanismo”.Vergognoso.

venerdì 18 luglio 2014

Lunedì 28 luglio, ore 21,30 ANVG Milano, 100° anniversario scoppio Grande Guerra. 31 luglio, Magenta, onori alla MOVM Cattaneo.



Cari associati ed amici,
terminato l'adempimento congressuale, fatto che ha impegnato logisticamente la Federazione di Milano, la quale ha ben consentito la realizzazione dell'evento, non è finita...
Abbiamo ancora due adempimenti per il mese di luglio. La finalmente incalzante canicola estiva non ci può fermare. Nè molti di noi hanno il privilegio o l'occasione di iniziare le vacanze nel bel mese di luglio. E poi caldo e sole non significa niente, sono scuse come tante altre...
Ad ogni buon conto...lunedì 28 luglio sarà il 100° anniversario dell'inizio della Grande Guerra. Il 28 luglio 1914 iniziarono infatti le ostilità fra Impero austro-ungarico e Serbia.
E' per noi assai importante riflettere su quell'evento a 100 anni esatti dal suo verificarsi. Inaugureremo così, in Milano, ancora una volta primi fra tutti, le celebrazioni del centesimo anniversario della prima guerra mondiale. E ciò in un momento in cui un vento di guerra, proveniente dall'est, sta inquietando nuovamente l'Europa. Tutto questo lunedì 28 luglio, alle ore 21,30 (in punto), presso la solita sala di via Duccio di Boninsegna 21/23.
Tre giorni dopo, come l'anno scorso e come ci siamo ripromessi di fare in futuro, fintantoché le energie e le presenza non mancheranno, cioè giovedì 31 luglio, ci troveremo a deporre una spartana corona d'alloro al monumento dedicato a Giovanni Cattaneo, eroico sergente mitragliere della divisione "Livorno", caduto nello stesso giorno, 71 anni fa, nei durissimi scontri di Regalbuto in Sicilia, contro reparti di "highlanders" scozzesi, consentendo alla sua squadra di mettersi in salvo. Gli onori all'eroe saranno resi alle 19,30, in via Cattaneo a Magenta (giardino davanti all'hotel Excelsior). Dopo, per chi vorrà ci recheremo insieme a mangiare qualcosa. Per i milanesi o per chi volesse, partiremo in macchina dalla sede di via Duccio di Boninsegna 21/23, alle 18,30. Coloro che ne sono in possesso, portino con sé cappello o basco d'ordinanza o berretto operativo.
Allego le due locandine propagandanti l'evento. Un saluto a tutti.


Andrea Benzi


Presidente della federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra


CRISI ALITALIA, INGRESSO ETIHAD, ESUBERI. DOPO ESSERCI STRACCIATE TUTTE LE VESTI, VEDIAMO SE PUO' ESSERE UNA BUONA OCCASIONE

Nel prendere atto dell'esito della trattativa Sindacati-Governo-Alitalia-Etihad, ci sembra necessario esplicitare il nostro punto di vista.Si tratta di scelte dolorosissime ma ora che il disastro è conclamato, occorre sforzarsi di pensare a come se ne esce, alle prospettive.Cominciamo dai punti fermi. Alitalia è tecnicamente fallita dal 2008. Il fatto che il settore non sia in crisi ma in espansione aggrava il giudizio negativo sul passato, sui Capitani coraggiosi e sulla CAI. Più che di una privatizzazione, dati i connotati statalisti e clientelari della grande imprenditoria italiana, sarebbe più corretto parlare di una nazionalizzazione strisciante condotta da sostanziali burocrati mascherati da grandi imprenditori (solo sulla carta).Se una nazionalizzazione mascherata non ha risolto nulla ma solo aggravato, figuriamoci cosa avverrebbe con una nazionalizzazione vera con uno Stato che in Italia è ben diverso (e meno credibile) da quello di paesi vicini più seri del nostro. Quindi torniamo alla necessità di un processo di entrata in scena di privati veri . Costoro esistono ma solo all'estero. E non a caso il salvataggio vede protagonisti gli Arabi.E' tutt'altro che una svendita ma un vero e proprio colpo di fortuna che le strutture aeroportuali italiane siano così interessanti e importanti in quelle strategie. In caso contrario l'Italia (e l'Alitalia) non avrebbe avuto scampo. Quindi il fallimento c'è e la crisi è verissima, con la precisazione che è crisi dell'imprenditoria italiana in questo come in altri settori.Come se ne esce? Non certo, come propone la CGIL, con un massiccio ricorso alla Cassa Integrazione. La vicenda degli esuberi Alitalia del 2008 dimostra come non serva a nulla non recidere il cordone ombelicale tra la vecchia azienda e lavoratori che mai e poi mai potranno ritornare a lavorarvi.Si rimanda solo il problema e, facendo trascorrere inutilmente anni, si compromette la possibilità di ricollocazione di quei lavoratori. Anche i sindacati antagonisti sono incapaci di uscire da una prospettiva assistenzialistica. Ma che razza di proposta è quella di non rinnovare il contratto perchè è meglio destinare le risorse in più a chi perde il lavoro piuttosto che aumentare lo stipendio a chi continua a lavorare? E' offensivo considerare i lavoratori degli accattoni senza speranza che debbano razionarsi i viveri. Così si alimenta solo la disperazione, quando dovrebbe porsi l'accento su quelle che potrebbero essere le possibilità di reimpiego nel caso in cui si ponessero gli Arabi nelle migliori condizioni per realizzare i loro progetti in Italia, che, secondo tutti gli analisti, reinserirebbero il nostro Paese nella serie A mondiale del traffico aereo.Ecco forse perchè gli Arabi non ne vogliono sapere di avere a che fare con questi sindacati: perchè sono sindacati mummificati che non sanno concepire il lavoratore in difficoltà che come uno zombie.E' molto intreressante la sperimentazione del contratto di ricollocazione perchè potrebbe essere, se accompagnata da un sistema di sostegno al reddito un pò più robusto dell'attuale nel passaggio da un lavoro all'altro, una soluzione anche per altre crisi. Certo non è così semplice. Occorrerà vigilare (e a questo dovrebbero servire i sindacati) sulla corretta applicazione degli accordi.Riguardo ai contratti di solidarietà, per esempio, è importante che si sappia che, data la pesante decurtazione della retribuzione che comportano, gli stessi non sono a lungo sostenibili. E' una sciocchezza chiedere, come fa la CGIL, l'impegno di Etihad a mettere nero su bianco quali aziende private assorbiranno una parte degli esuberi e quale numero di lavoratori ognuna assumerà. Non viene chiesto in nessuna parte del mondo. Va invece incalzato il soggetto pubblico perchè questa parte dell'accordo venga seguita con attenzione nel tempo. E' una occasione importante per capire se questa Amministrazione del Lavoro abbia ancora un ruolo nelle politiche attive del lavoro o se invece, come pensano in molti, sia ora che chiuda affidando queste attività a soggetti privati più motivati e meno dispendiosi (e dannosi).Contrariamente a quel che si pensa comunemente in Italia il lavoro c'è, nuovi contratti comunque in tanti settori si stipulano. Il problema è che non funzionano i processi di aggiornamento, riconversione e riqualificazione della manodopera e che i giovani vengono male indirizzati e condizionati culturalmente, col risultato che la domanda intercetta con difficoltà l'offerta di lavoro.E proprio i sindacati sono i principali responsabili, per loro arretratezza, del lavaggio del cervello ai danni di milioni di lavoratori, anche loro associati. E poi la riforma del lavoro.Il Jobs Act slitta a settembre.Non sarebbe ora che il Governo, oltre che fare l'infermiere nelle trattative, cogliesse l'occasione per dialogare con un soggetto che vuole e sta per investire in Italia per farsi spiegare concretamente quali tipi di contratti di lavoro sarebbero più incentivanti per una espansione occupazionale?Chissà che non ne esca fuori qualcosa di più entusiasmante di quanto appena avvenuto per il contratto a tempo determinato, per il quale le cure in laboratorio del governo sono servite a poco o nulla?

sabato 12 luglio 2014

COOPERATIVE: LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI

DAL SITO DEL QUOTIDIANO “IL GIORNO”


Pagamenti in nero a oltre mille dipendenti, scatta la maxi inchiesta della Finanza

Quattro indagati. Dipendenti che neppure sapevano di essere soci della coperativa per cui lavoravano. Secondo le accuse sarebbero stati pagati stipendi in nero per 4,5 milioni di euro IL VIDEO DELL'OPERAZIONE
di Fabrizio Lucidi
Lodi, 12 luglio 2014 - Bufera su una importante ditta di logistica della Bassa Lodigiana. Nel mirino, due delle cooperative che lavorano all'interno dello stabilimento, a Somaglia. L'inchiesta della Guardia di Finanza è nata nel 2013, dopo una raffica di scioperi degli operai licenziati dopo la sostituzione di cooperative all'interno del polo logistico. Al tempo, alcune sigle sindacali avevano denunciato irregolarità subite da alcuni lavoratori.
Così, le fiamme gialle hanno voluto vederci chiaro creando una task force investigativa composta da militari del Nucleo di Polizia tributaria e della Compagnia di Lodi, supportata da elementi scelti del Comando provinciale. Quindi, sono scattati pedinamenti e l'audizione riservata di decine di dipendenti delle cooperative; in parallelo, sono state disposte indagini bancarie e i militari sono entrati in forze, più volte, nello stabilimento sia per sequestrare i documenti sia per testare la validità delle risultanze investigative.
Risultato? Le fiamme gialle hanno scoperto “che molti lavoratori non sapevano di essere formalmente soci della cooperativa che li pagava - fa sapere il Comando - Anomalie che potrebbero configurare gravi ipotesi di reato a carico dei responsabili anche occulti delle apparenti cooperative: emissione di documenti falsi, truffa aggravata ai danni dello Stato”. Tutti fatti segnalati alla Procura. Documenti falsi, perché le cooperative avrebbero emesso a favore dei “dipendenti” buste paga riportanti trasferte in realtà mai avvenute. Tutto – secondo l'accusa – per evitare di pagare le tasse. Chi, fra i lavoratori, si rifiutava si sottostare a queste decisioni sarebbe stato messo all'indice con l'assegnazione dei lavori più pesanti e l'impossibilità di fare ore di straordinario per incrementare lo stipendio.
Un sistema che – secondo le Fiamme Gialle – avrebbe goduto di impensabili connivenze da parte di alcuni sindacalisti. I formali rappresentanti delle due cooperative (entrambi indagati) avrebbero inoltre ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro facendo figurare difficoltà economiche che in realtà non c'erano. Perché con quegli stessi soldi pubblici incassati, gli imprenditori avrebbero pagato il lavoro svolto dai dipendenti. Secondo i calcoli della Guardia di Finanza, in questo caso fra il 2010 e il 2013 le aziende avrebbero pagato 4,5 milioni di euro in stipendi in nero, proprio per non far risultare che in realtà le commesse e i carichi di lavoro si erano mantenuti stabili. In altre parole, le coop erano tutt'altro che in crisi,. Eppure, con artifizi contabili e manovre spregiudicate, avrebbero incassato i soldi pubblici della cassa integrazione. Una delle due cooperative aveva perfino ottenuto l'accesso a un finanziamento da 180mila euro da parte della Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Ora sono in corso gli approfondimenti da parte della Procura di Lodi, che ha già iscritto sul registro degli indagati quattro persone.  """""""""

LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI

  1. PERCHE' SOLO GDF E CARABINIERI SONO CAPACI DI CONTRASTARE IN ITALIA LE FALSE COOPERATIVE? E Il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO? E LE REGIONI? E I SERVIZI ISPETTIVI DEL LAVORO?COSA FANNO DA ANNI?
  2. LE COOPERATIVE PAGANO OGNI DUE ANNI ALL'ERARIO O ALLE CENTRALI COOPERATIVE UN ONEROSO “CONTRIBUTO BIENNALE DI REVISIONE”. IN CAMBIO, DOVREBBERO ESSERE VISITATE PERIODICAMENTE DA UN ISPETTORE VERO.LO STATO REVISIONA SOLO IN MINIMA PARTE LE SUE COOPERATIVE, LE CENTRALI CONTROLLANO “AMICHEVOLMENTE” LE LORO. SE QUESTI SONO I RISULTATI, CI DOMANDIAMO: DOVE SONO FINITI I SOLDI PAGATI DALLE COOPERATIVE E OGGI NON E' MEGLIO CHE QUESTI SOLDI RIMANGANO ALLE COOPERATIVE?
  3. COME E' POSSIBILE CHE, RELATIVAMENTE ALLE REVISIONI DELLE CENTRALI COOPERATIVE (SOGGETTI PRIVATI) I CONTROLLORI (LE ASSOCIAZIONI COOPERATIVE) COINCIDANO CON I CONTROLLATI (LE COOPERATIVE ASSOCIATE)?
  4. NEL MONDO COOPERATIVO SONO ATTIVI SINDACATI GIALLI, I CUI CAPI CONTATTANO I PRESIDENTI, VENDONO LORO PACCHETTI DI TESSERE DEL LORO SINDACATO, TESSERE CHE SONO PAGATE DAI DATORI DI LAVORO E ATTRIBUITE AI LAVORATORI STESSI SPESSO A LORO INSAPUTA, ALLO SCOPO DI POTER APPLICARE CONTRATTI PIRATA ED ESTROMETTERE I SINDACATI VERI DALLE TRATTATIVE E RAPPRESENTANZE AZIENDALI. LO STATUTO DEI LAVORATORI VIETA CIO' . PERCHE' I SOGGETTI PREPOSTI NON SANZIONANO TALI COMPORTAMENTI?
  5. E' COSI' DIFFICILE ACCERTARE GLI INTRECCI DI INTERESSI TRA DIRIGENTI E FUNZIONARI PUBBLICI INFEDELI E  COOPERATIVE? BASTEREBBE INCENTIVARE E PREMIARE LE DENUNCE, FONDATE, CHE PROVENISSERO DALL'INTERNO DEGLI UFFICI STESSI, NEI QUALI TUTTI SANNO TUTTO DI OGNUNO
  6. SI STA RIFORMANDO DA ANNI IL DIRITTO DEL LAVORO.E' COSI' COMPLICATO RIVEDERE L'ISTITUTO DELLA TRASFERTA IN MANIERA CHE NE CESSI IL GENERALIZZATO UTILIZZO FRAUDOLENTO CHE TUTTI CONOSCIAMO DA ANNI?
  7. LE PERSONE FISICHE CHE CREANO E SVILUPPANO LE COOPERATIVE SPURIE SONO SPESSO LE MEDESIME DA ANNI, OPERATIVE DAGLI ANNI OTTANTA. PERCHE' NON ISTITUIRE UN “DASPO” PER CHI SI SIA RESO RESPONSABILE DI TALI COMPORTAMENTI NEL MONDO COOPERATIVO?
  8. SE RUBO UNA MELA AL SUPERMERCATO VIENE CHIAMATO IL 113 , VENGO PRESO E SBATTUTO IN GALERA. SE SONO UN DATORE DI LAVORO CHE CON ATTI VIOLENTI (FISICI O MORALI) ROVINO DEI LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, LA GIUSTIZIA MI PERSEGUE DOPO MOLTO TEMPO E HO BUONE POSSIBILITA' DI FARLA FRANCA. MA INVECE DI AVERE UN ISPETTORATO DEL LAVORO COME L'ATTUALE NON SAREBBE MEGLIO AVERE IN ITALIA UNA POLIZIA DEL LAVORO VERAMENTE CAPACE DI UN PRONTO INTERVENTO?
  9. GLI INVESTITORI STRANIERI NON VENGONO IN ITALIA PERCHE' NON POSSONO FARE QUELLO CHE GLI PARE OPPURE PERCHE' IN ITALIA NON C'E' SERIETA' NEL MONDO DEL LAVORO E SICUREZZA IN REGOLE CHE SIANO APPLICABILI E APPLICATE?
  10. PERCHE' NON VENGONO IMMEDIATAMENTE CHIUSI QUEGLI ENTI BILATERALI CHE PRODUCONO E VENDONO FALSE CERTIFICAZIONI DI CONTRATTI DI APPALTO E DI CONTRATTI DI LAVORO? E' COSI' DIFFICILE INDIVIDUARLI (BASTA CHIEDERE IN GIRO)?


venerdì 11 luglio 2014

ANCHE L'AGL E' D'ACCORDO CON IL MOVIMENTO 5 STELLE NELLA GIUSTA BATTAGLIA CHE STA CONDUCENDO IN PARLAMENTO CONTRO IL POS OBBLIGATORIO

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO
http://www.beppegrillo.it

"POS obbligatorio: le reazioni di commercianti e artigiani #tePOSsino


Il M5S da sempre è a fianco delle PMI. Per questo attraverso una risoluzione in commissione Finanze abbiamo chiesto al Governo di:
1) fare in modo che fino al 30 giugno 2015 l'obbligo riguardi soltanto i soggetti con almeno 200mila euro di fatturato;
2) escludere dal vincolo tutte le nuove attività per almeno due anni;
3) prevedere che i costi delle transazioni siano a carico delle banche.
Inoltre il M5S in Lombardia ha presentato una mozione, approvata dal Consiglio, che chiede che la Regione Lombardia si attivi presso il Governo per sospendere il provvedimento che rende obbligatorio il POS per le piccole imprese fino a quando i costi del servizio bancario non saranno in linea con la media europea
"Il 30 giugno 2014 è entrata in vigore la legge sul pos. La norma è molto contradditoria e ha creato molta confusione, soprattutto alle categorie più colpite, che si dicono indignate. L’introduzione dei sistemi di pagamento elettronici era già stata disposta in un decreto del 2012, tenuta congelata fino ad oggi.
Vediamo quali sono i punti essenziali della legge:
1) Gli interessati al provvedimento sono i professionisti, gli artigiani e i piccoli esercenti (si contano circa 1,5 milione di persone) che hanno l’obbligo di munirsi del pos
2) I pagamenti superiori a 30 euro devono essere effettuati tramite carta di credito e bancomat ogni volta che il cliente lo richiede ma anche con bonifico e assegno
3) E’ stato calcolato che il pos costa di media 1200 - 1700 euro l’anno a carico del commerciante
4) Al momento non sono previste sanzioni a chi non accetta pagamenti con pos
5) Rimane invariata la possibilità di pagare in contanti fino a un limite massimo di 1000 euro
Il Segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi si è già opposto a questa manovra e denuncia l’ingiustizia di un provvedimento che mira a mettere in difficoltà economica gli artigiani: “Milioni d’imprese (…) sono costrette a sostenere dei costi inutili: autotrasportatori, imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, aziende metalmeccaniche, tessili, dell’abbigliamento o della calzatura che lavorano in subfornitura; le imprese di pulizie che prestano servizio presso gli studi privati o negli enti pubblici e i commercianti all’ingrosso”.
La norma sul pos è stata introdotta col fine di limitare l’evasione fiscale dei liberi professionisti e nel mirino ci sono soprattutto: idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie e tutti gli artigiani che effettuano lavori “a casa della gente”. Il principio di applicazione di questa norma è basato sulla tracciabilità fiscale, ma allora viene da chiedersi che affidabilità hanno dei dati parziali, visto che non sono previste multe per chi non si adegua. Questa è la prima contraddizione evidente. La seconda riguarda invece le banche. Sì, perché, come sempre, alla fine chi ci guadagna sono loro. Commercianti e artigiani contestano le commisioni bancarie, troppo alte rispetto il resto dell’Europa e del mondo.
A quanto pare malcontenti e malumori non sono passati inosservati e il Ministro Federica Guidi ha convocato un incontro previsto per il 16 luglio. Convocati il Ministero dello Sviluppo economico, il Ministero del Tesoro e il consorzio Bancomat.
In questi giorni assistiamo a un’informazione parziale. Si vuole far credere alla gente che artigiani e commercianti siano contro l’obbligo del pos per poter evadere, ma non è così! Noi abbiamo incontrato diversi onesti liberi professionisti e titolari di piccole attività, li abbiamo conosciuti e abbiamo parlato con loro. La vera notizia è questa: tutti sono d’accordo sulla comodità dell’utilizzo del pos e sulla necessità di combattere l’evasione. Il problema è un altro: nessuno ci deve rimettere a scapito delle banche.
Ascoltate le testimonianze che abbiamo raccolto e se anche voi avete una storia da raccontare inviateci il vostro video scrivendo #tePOSsino nei tag di youtube e nel titolo e lasciate i vostri commenti su twitter." LaCosa"