Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

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(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

domenica 3 marzo 2013

DISCIPLINARE LA PROSTITUZIONE FEMMINILE E MASCHILE: UNA SCELTA DI CIVILTA'

E' un po' deprimente il fatto che in Italia si riesca a parlare seriamente di certe cose o quando si sta per soffocare di debito pubblico o quando si è nel pieno di un caos politico senza precedenti. E sembra che lo si faccia apposta, in un momento in cui la massima autorità morale e religiosa presente nel nostro Paese è a sua volta in altre faccende affaccendata: la scelta del successore del Papa. Come tuttavia sostengono gli studiosi più moderni e dinamici, è proprio nelle crisi e nelle fasi di passaggio che spesso avvengono le scelte epocali. In sintesi: se non ora, quando?
Veniamo da mesi di adorazione politica del modello tedesco e fa bene chi ne trae spunto per ricordarci anche le cose più scomode. Ossia, per esempio, che la prostituzione è disciplinata, dalla legge tedesca, sin dal 2002 e la novità sembra andare benone. Perchè, detto senza malizia, trattasi di un settore che tira e tutt'altro che in crisi. In Germania, da allora, chi esercita la prostituzione può scegliere (loro si e noi no?) se farlo con un contratto di lavoro subordinato o in maniera autonoma. E c'è l'obbligo per tutti di pagare le imposte sul reddito e di applicare l'IVA a tali servizi. Tutto ciò procura un gran beneficio al gettito fiscale nazionale.
In Italia il deficit pubblico è una bestia con cui tutti i partiti dovranno fare i conti. E' un'emergenza e bisogna inventarsi qualcosa di nuovo e di socialmente sostenibile. Ripetiamo: è fuorviante e autolesionista parlare della “riapertura delle case chiuse” . Non di questo si tratterebbe e quindi senz'altro la cura della dignità e della libertà di donne e uomini sarebbe al primo posto nell'attenzione del legislatore che si occupasse di questo tema. Tra l'altro la motivazione di tale iniziativa non sarebbe solo o tanto l'eliminazione della prostituzione delle strade. L'esigenza cioè non sarebbe quella di nascondere chissà dove un ipotetica vergogna. Sulle strade avvengono, sotto gli occhi di tutti, cose molto più scandalose che l'esibizione di uomini e donne vestiti in maniera succinta e provocatoria. E, per di più, magari la prostituzione fosse solo limitata alle strade. In realtà la stessa (sia nella versione fisica che in quella intellettuale) è presente in maniera preoccupante in politica, nel giornalismo, nella cultura , nelle aziende, in nome dei soldi e della carriera. Siamo quindi ben lontani da una società fondata su solidi principi morali. Quel che è certo è che togliere dalla clandestinità la prostituzione implicherebbe un colpo durissimo agli interessi della criminalità organizzata e i più maliziosi sostengono che proprio questo è il motivo per cui la politica non se ne vuole occupare Inoltre sarebbe un adeguamento vero a quanto si fa da anni nel nord Europa. E perchè no, si offrirebbe la possibilità, sulla base di una libera scelta, di creare, anche per gli italiani (e senza limiti di età, di sesso o estetici, data la multiformità della domanda di servizi in questo campo) centinaia di migliaia di posti di lavoro regolari (e a tempo indeterminato) . Sarebbe poi uno stimolo al rafforzamento di un indotto, già esistente e, ci dicono, prospero, in campo commerciale, dei pubblici esercizi e della attività manifatturiera (è noto che molta oggettistica, in questo campo, è di importazione) con positivo effetto per la bilancia commerciale. Dato il dimostrato beneficio che tale attività (come ci viene ricordato da anni dai mass media) induce nel “cliente” dal punto di vista fisico e psichico, perchè non ipotizzare che possano essere scaricabili queste spese sul 730 al pari di quelle mediche?Vogliamo poi parlare della prevenzione delle malattie sessuali e dell'Aids , attraverso l'uso professionale dei mezzi di protezione e la possibilità che tramite la contribuzione previdenziale, sia possibile assicurare pensioni di vecchiaia a chi svolge tali attività? E un lavoro regolare a tanti stranieri oggi clandestini e in balia della criminalità?Ovviamente dovranno rimanere, anzi essere rese più severe, tutte le norme che colpiscono lo sfruttamento, relativo a quei casi in cui la scelta di esercitare tale professione non sia libera. E favorire l'imprenditorialità da parte di chi, dopo anni nel settore, ha acquisito le capacità di organizzare tali servizi e creare quindi tanti nuovi posti di lavoro, per gli italiani, in particolare, compreso l'indotto.
Legalizzare tutto ciò significherebbe offrire pari opportunità non solo alle donne ma anche agli uomini e a tutti coloro che pratichino scelte sessuali diverse e variegate, tutte degne del massimo rispetto. Coraggio Italia. Mica vorremo rimanere indietro anche su questo?