L'8 marzo 2013 con una banale e-mail il
Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato a tutti gli
ispettori di cooperative in servizio presso il Ministero del Lavoro
che gli stessi non avrebbero da quel momento più svolto ispezioni su
tali società, comprese le ispezioni straordinarie.
Non si ha notizia di interventi da
parte dei sindacati interni al Ministero dello Sviluppo Economico, si
sono mossi invece solo tre dei sette sindacati “rappresentativi”
(cioè che hanno superato la soglia del 5%) interni al Ministero del
Lavoro con un comunicato ossequioso nel quale premettendo (come si
usa fare da anni da parte dei sindacati ministeriali, notoriamente
più realisti del re) di non volere entrare nelle valutazioni di un
altro Ministero ,cioè del dirigente responsabile, hanno chiesto di
risolvere il problema e un urgente incontro. Silenzio da parte di
tutti gli altri soggetti potenzialmente interessati, sia all'interno
che all'esterno della Pubblica Amministrazione.
Con insolita prontezza, sei giorni
dopo, parte una lettera del Ministero del Lavoro al Ministero dello
Sviluppo Economico che la dice lunga sullo stato pietoso a cui è
giunta la dirigenza ministeriale oltre alla colpevole
irresponsabilità del livello politico.
Non sapendo a cosa attaccarsi per
rassicurare i sindacati interpellanti, la dirigente non trova niente
di meglio che rispondere all'altro ministero basandosi su una
allusione contenuta nella email da cui si capirebbe che l'una avrebbe
interpretato male una circolare dell'altra. In sintesi: c'è una
nuova norma anti corruzione, il Lavoro emana una circolare
applicativa che richiama l'attenzione sulle attività extra
istituzionali dei funzionari, lo Sviluppo Economico (abituato a
rapportarsi agli imprenditori, quindi ad andare al sodo) capisce che
deve staccare la spina agli ispettori di cooperative dell'altra
Amministrazione. Alla fine, pure la dirigente chiede un incontro alla
collega che ancora non si sa se verrà concesso e se sarà
risolutivo. E i tre sindacati (per carità, accontentiamoci, una
volta giravano- o giravano loro - la testa) stanno a guardare.
Figuriamoci gli altri quattro che sono rimasti silenti. Così come le
Centrali cooperative che fino a poco tempo fa sbraitavano contro la
concorrenza sleale delle cooperative non aderenti insufficientemente
vigilate. Come le Confederazioni Sindacali nostre concorrenti, con i
loro partner datoriali di riferimento, autrici di campagne contro il
dumping contrattuale. Così come i sindacati antagonisti, che nelle
cooperative sono molto attivi, così come le istituzioni pubbliche,
che con le cooperative stipulano contratti di appalto. Eppure le
cooperative sono al centro delle grandi opere, della TAV , di Expo
2015, dei lavori pubblici, così come nell'edilizia (ricordiamo
scandali recenti), nel Consumo (le famose Coop della pubblicità),
nell'agricoltura, nel godere di agevolazioni e contributi di vario
tipo, nel Sociale, nei Trasporti e nella Logistica. Neppure alla
politica questo avvenimento sembra interessare, in quanto si è
distratti da ben altro. E per fortuna che il Governo Monti, Passera e
la Fornero sono rimasti in carica solo per sbrigare gli affari
correnti...
Questo in realtà è il terzo grande
attacco alla vigilanza cooperativa. Nel 2003 un gruppo di dirigenti
del Ministero del Lavoro ritenne di dover “smantellare” questa
funzione dal Ministero, perseguitando per tre anni gli ispettori in
attività, in quanto voluto da non meglio precisate entità politiche
e sociali. Nel 2007 avvenne per due anni un blocco di fatto attuato
da dirigenti delle Amministrazioni del Lavoro, dello Sviluppo
Economico e dell'Economia, interrompendo a livello nazionale le
assegnazioni di incarichi giustificando ciò con la mancanza di
fondi, dirottati chissà dove (in realtà soldi pagati dalle
cooperative con un sostanzioso contributo biennale di revisione).
Ora, guarda caso, in un momento in cui
sta per divenire presidente del consiglio il più grande “amico”
delle cooperative nello schieramento politico italiano, in cui le
cooperative aderenti alle Centrali sono impegnate in appalti , sopra
ricordati, di grandissima rilevanza e in cui alcune cooperative non
aderenti hanno ripreso alla grande a svolgere attività non
autorizzata di somministrazione di lavoro (per lo più straniero,
sfruttato, sottopagato), la cooperazione spuria viene utilizzata per
dirottarvi lavoratori in esubero per crisi aziendali, una serie di
interessi trasversali vanno ad incrociarsi e a perseguire un unico
obbiettivo: quello che vi siano meno occhi possibili (anzi, nessuno)
a controllare se le cooperative si comportino correttamente. Siamo
alla vigilia di altri due o tre anni di paralisi? Ecco, ci piacerebbe
che chi è stato eletto al Parlamento in nome del nuovo che avanza ci
dimostrasse di essere capace di iniziare a infilare il dito nella
piaga. Per esempio togliendo alle Centrali la possibilità di
effettuare i controlli sulle proprie cooperative e demandando tutta
l'attività allo Stato, utilizzando appieno la forza ispettiva
presente nel Ministero del Lavoro. E mandando a casa d'ora in poi
(preavvisandolo, come gradiscono al Ministero del Lavoro) qualsiasi
dirigente che remasse contro agli interessi della propria, delle
altre amministrazioni e della collettività (in questo caso, i
cittadini che ripongono fiducia nelle cooperative). Come avrete
capito, siamo italiani e amiamo il contropiede.
AGL Ispettori di Società Cooperative