Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

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domenica 24 marzo 2013

EMERGENZA SICUREZZA: FACCIAMONE UNA GRANDE OCCASIONE OCCUPAZIONALE

Tutti abbiamo appreso dei fatti di cronaca che hanno innalzato al livello di guardia la domanda di sicurezza, soprattutto nelle grandi città. Ultimo di essi, l'efferato omicidio dell'orefice a Milano.
Non c'è più tempo per le riflessioni: i commercianti hanno fretta di vedere tutelati la loro vita e il loro lavoro. E hanno ragione. Lo Stato e la Politica, anche su questo versante, risultano inadeguati e inconcludenti. Non ci si può più accontentare delle rituali dichiarazioni agli organi di stampa.E per favore, risparmiateci le strumentalizzazioni di parte: tutti i cittadini meritano sicurezza, indipendentemente che siano commercianti o operai, italiani o stranieri, poveri o ricchi.E' ora di finirla di demonizzare l'intervento dei privati nella vigilanza, l'uso delle armi per difesa personale da parte dei cittadini che abbiano i requisiti per possederne, l'uso intelligente della videosorveglianza. Quanto alle forze dell'ordine, le stesse vanno meglio attrezzate, retribuite e organizzate. Ma rassegnamoci al fatto che in società di massa non è possibile mettere un poliziotto di scorta per ogni cittadino a rischio e pertanto una diffusione controllata delle nozioni e degli strumenti di difesa personale è il futuro, da affrontare e gestire serenamente. Esistono fasce di cittadini (tra cui proprio i commercianti) disposti a spendere per la loro sicurezza, facciamo in modo che queste risorse vengano impiegate per far crescere l'occupazione delle aziende che si occupano di vigilanza e di fabbricare armi per la difesa personale. Come già avvenuto in altri paesi, anche più piccoli del nostro ma più esposti a rischi diffusi, abituiamoci ad una educazione di massa all'uso consapevole delle armi prima che si crei il paradosso che il malintenzionato abbia libero accesso ad esse, contrariamente al cittadino indifeso. E tutto ciò, nel rispetto della coscienza di ognuno, sia una libera scelta e non un obbligo. Non significa quindi scaricare dalle spalle dello Stato precise responsabilità ma metterlo in condizione di intervenire più efficacemente là dove sia più opportuno e necessario. Come usiamo dire spesso, cerchiamo di non essere pure su questo il fanalino di coda dell'occidente. Chi si scandalizza di ciò vive su un altro pianeta e spesso è il più scortato e tutelato di tutti. Evitiamo di aspettare passivamente l'uccisione del prossimo commerciante, della prossima ex fidanzata o la prossima strage nell'asilo da parte dello squilibrato di turno.