UNA GIGANTESCA CAMPAGNA PUBBLICITARIA
PER I FONDI PENSIONE COMPLEMENTARI DEL PUBBLICO IMPIEGO?
L'accorpamento dell'Inpdap provoca nel
bilancio INPS un buco 6 miliardi di euro di disavanzo
finanziario e oltre 10 miliardi di deficit patrimoniale.
In realtà era stato col decreto
“Salva Italia” inglobato dallo stesso Inps, allo scopo di
ottenere consistenti risparmi sui costi amministrativi e del
personale (20 milioni di euro già nel 2012).
Il Governo assicura che verrà coperto
dai trasferimenti statali.
E' opportuno richiamare le ragioni di
tale situazione:
la prima deriva da un artificio
contabile che è stato adottato nei decenni scorsi per non
incidere troppo sul debito pubblico. Di regola, infatti, gli
enti dello Stato devono versare all'Inpdap i contributi pensionistici
dei propri dipendenti. Questi trasferimenti di denaro, però, sono
stati classificati dal punto di vista contabile come anticipazioni di
tesoreria e non come versamenti previdenziali, in modo da non
accrescere troppo il debito pubblico. Il che ha trasformato l'Inpdap
da ente creditore dello Stato centrale a ente debitore. Dalla riforma
Dini del 1996 al 2007 non c’è stato alcun controllo sui contributi
dovuti allo Stato dallo Stato per i propri dipendenti. Tanto, quando
le uscite superavano le entrate, lo Stato provvedeva attraverso la
Gias, cioè i trasferimenti a sostegno della gestione assistenziale,
che nel 2011 sono stati pari a 83 miliardi di euro (-243 milioni
rispetto al 2010).
Ma più importanti sono le cause
strutturali. Negli ultimi 6 anni, infatti, la spesa sostenuta
dall'Inpdap per pagare le pensioni dei dipendenti pubblici è
cresciuta di oltre il 30%: dai 48 miliardi di euro del
2006 si è passati agli oltre 62,6 miliardi del 2012.
Le entrate dell'istituto derivanti
dall'incasso dei contributi non hanno registrato lo stesso aumento:
dai 48 miliardi di euro del 2006, si è passati a 57,8 miliardi
(+20%) nel 2012. Per questo, la gestione finanziaria dell'Inpdap
risulta oggi negativa per quasi 5 miliardi, a cui va
aggiunto un ulteriore passivo di oltre 1 miliardo per altre voci di
bilancio.
La colpa di questo squilibrio va
imputata soprattutto al blocco del turnover in molti uffici. A causa
di questo tentativo di ottenere consistenti risparmi sui costi nella
pubblica amministrazione è cresciuto il numero dei dipendenti
statali a riposo ed è diminuito quello del lavoratori attivi che
versano i contributi.
Un'altra motivazione: tra il 2001 e la
fine del 2010, l'importo medio delle pensioni degli ex-dipendenti
statali è cresciuto a un ritmo ben più sostenuto rispetto al tasso
di inflazione. Mentre il caro-vita è salito nel complesso di circa
il 20% in un decennio, nello stesso periodo gli assegni medi
percepiti dagli iscritti all'Inpdap sono aumentati di oltre 10 punti
in più, cioè di circa il 30%.Ormai si fa avanti l'ipotesi di
consistenti tagli. Non delle pensioni già maturate dai lavoratori
statali, che rappresentano dei diritti acquisiti, bensì dei numerosi
servizi accessori che l' Inpdap eroga ogni anno ai propri iscritti:
dai prestiti a tasso agevolato alle borse di studio per i figli, le
residenze per gli anziani.Stando al bilancio 2011 dell’Inps, le
uniche gestioni amministrate in attivo sono quelle dei commercianti,
dei parasubordinati e dei lavoratori delle Poste. Da molto fastidio
considerare che se le aziende private si comportassero allo stesso
modo di quanto ha fatto il contribuente-Stato, l’INPS fallirebbe
subito. E nessuno però andrà in galera per questo. Attenzione: il
disavanzo di 10 miliardi si riferisce al solo 2012, per cui in un
triennio il “buco” salirebbe a 30 miliardi, mettendo a rischio il
patrimonio netto dell’INPS. Questo, ripetiamo, per il blocco del
turn over e per la probabile riduzione di 320.000 lavoratori nel
pubblico impiego derivante dalla spending review, con i
pensionamenti in deroga alla legge Fornero e con la mobilità
forzata, che determinerebbero una diminuzione delle entrate
contributive a fronte di un momentaneo aumento della spesa
pensionistica.
Noi temiamo che si stia avvicinando,
purtroppo, una stangata per le pensioni future dei precari, un altro
pesante intervento sulle pensioni. Nel cielo poi iniziano a
volteggiare gli avvoltoi dei fondi di previdenza integrativa del
pubblico impiego (finora un flop) in cui sappiamo fare la parte del
leone banche e CGIL-CISL-UIL. Il can-can sul buco INPS-INPDAP,
dunque, è leggibile anche come una campagna di marketing per i fondi
pensione complementari,in fase di rilancio proprio in questi giorni?
Dal valore miliardario?
Cari lavoratori, dateci forza (noi
faremo il possibile) perchè questa potrebbe essere l'ultima
battaglia prima della estinzione di un Welfare credibile nel nostro
Paese (finora tutto pagato da voi).