Quello che avevamo previsto è
avvenuto: la rottura delle trattative al Monte dei Paschi .La
trattativa in corso non è riuscita a produrre alcun risultato
concreto e si è rivelata completamente inutile
la Delegazione Datoriale in sintesi ha imposto a dei
Sindacati-ectoplasma- Esternalizzazioni di almeno 1600 persone, incrementabili fino
a 2360 risorse in caso di mancato accordo;
- Fondo di Solidarietà totalmente finanziato dai lavoratori;
- Disdetta del Contratto Integrativo e sostituzione dei
meccanismi salariali contrattati con erogazioni individuali a
discrezione aziendale;
- Gestione della mobilità basata sull’annullamento della
ricerca del consenso e sull’abbattimento delle indennità
previste.
Più in particolare: il Piano
Industriale prevede tagli per circa 300 milioni alle ASA “altre
spese amministrative” - che comprendono anche consulenze, servizi,
affitti, compensi a professionisti esterni, sponsorizzazioni,
trasporti, ecc. - e circa 300 milioni sul costo del personale,
un forte ridimensionamento delle
strutture Centrali (capogruppo bancaria, Aree territoriali,
delocalizzazioni derivanti dai precedenti fusioni) e periferiche (DTM
che diminuiscono nel numero e negli addetti), provocando una mobilità
territoriale per oltre 2.500 risorse che, secondo l’azienda,
essendo disdettato il CIA dovrebbe essere gestito con un nuovo
accordo. A questo occorre aggiungere le cessioni di Asset
(Biverbanca, Consumit e Leasing) e la esternalizzazione di 2.360
risorse impiegate in attività di back office sia nelle Aree
territoriali che nei Poli del Consorzio Operativo.
L'utenza vedrà la chiusura di 400
filiali. Già ci sono le prime proteste di amministratori locali.Il
disegno teso a dividere i Lavoratori ed a privarli delle proprie
garanzie normative e contrattuali ha trovato attuazione.La minaccia
degli esuberi è stata utilizzata durante la trattativa:
licenziamenti collettivi nel caso in cui le parti non fossero
addivenute ad una condivisione sul tema delle esternalizzazioni del
Back-Office. A poco è servito ai sindacati evocare la sacralità del
CCNL.Addirittura è avvenuta la disdetta del Contratto Integrativo
BMPS dal prossimo 1° novembre
Da quella data troverà applicazione un
“Regolamento” che farà in modo di individualizzare il rapporto
di lavoro, aumentando la discrezionalità dell’Azienda
sull’applicazione delle previsioni salariali, oltre che sulle
prospettive di natura professionale dei dipendenti. E l'AGL Bancari
aveva previsto anche questo, pur osservando dal di fuori (è nata da
4 mesi) l'evoluzione degli avvenimenti. Contrattazione aziendale
azzerata e ridotta ad elargizioni unilaterali e discrezionali
dell’azienda,
soppressione delle garanzie economiche
– a cominciare dal sistema incentivante e dal Premio Aziendale -
deregolamentazione della mobilità territoriale e dei percorsi di
carriera, abolizione dei livelli minimi inquadramentali, eliminazione
delle selezioni interne per i passaggi di categoria e introduzione
dei budget commerciali a livello di singola risorsa . In sintesi: una
Waterloo.
Converrebbe a tutti i vertici sindacali
della categoria bancari prendere atto del fallimento e dimettersi,
lasciando spazio ai giovani.
Penosa è l'ultima trovata che
riconferma la subalternità a logiche e formalismi non più
appartenenti alla realtà vera, come se nelle società fossero
davvero i meccanismi civilistici a governare e non valesse il potere
del più forte: la partecipazione dei Dipendenti-Soci all’Assemblea
degli Azionisti del prossimo 9 ottobre, sia per esprimere il voto
contrario sui punti previsti all’ordine del giorno, sia per
manifestare apertamente il proprio dissenso nei confronti della
“strategia” sul personale sino a questo momento adottata
dall’Azienda. In particolare, voto contrario sui punti riguardanti
l’aumento di capitale “dedicato” e lo spostamento di poteri
dall’Assemblea stessa al CdA (anche in materia di
esternalizzazioni) e dal CdA al Presidente e all’Amministratore
Delegato .
Ma già tutto deciso in direzione
opposta: infatti la Deputazione Amministratrice della Fondazione
Monte dei Paschi di Siena ha deliberato all'unanimità di votare
“sì” a tutti i punti all'ordine del giorno
dell'Assemblea Straordinaria degli Azionisti
I Sindacati dei bancari hanno
rinunciato a far pulizia delle magagne vere dell'azienda che li
ospita. Hanno abbassato il livello dello scontro e, in maniera
commovente e onesta (ma fessa) sono stati più conservativi dei
banchieri stessi nel proteggere la casa comune.Sono stati ripagati
con un sorriso beffardo e un pugno di mosche.
MPS ha infatti altri punti deboli che
avrebbero dovuto essere meglio coltivati da vertici sindacali
autenticamente conflittuali (negli interessi ) con la parte
datoriale, cercando alleanze con i risparmiatori esasperati.
Tutti sappiamo della bocciatura per il
Monte dei Paschi di Siena a parere dell’Eba, l’Autorità bancaria
europea, dopo gli ultimi stress test effettuati sui principali
istituti di credito italiani.
Dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicredit, ha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.
Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che "la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di di titoli subordinati" ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che "gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano".
Dai dati forniti nel rapporto emerge che la banca presieduta da Alessandro Profumo, per il quale lunedì a Milano si è aperto il processo sul caso Brontos-Unicredit, ha un coefficiente patrimoniale all’8,85% ma considerata la sottoscrizione dei Tremonti-bond (nel 2009) l’asticella sale al 10,8 per cento. All’appello manca il nuovo aiuto di Stato che l’istituto senese sta aspettando, i cosiddetti Monti-bond, che sono in attesa del via libera da parte della Ue.
Quindi l’Eba certifica per Siena un deficit patrimoniale (shortfall) al 30 giugno scorso di 1,72 miliardi di euro. La banca precisa che "la cessione di BiverBanca e l’operazione di riacquisto di di titoli subordinati" ridurrebbero il dato a 1,44 miliardi. E che "gli interventi necessari ad assicurarne la copertura sono stati avviati con l’esplicito supporto dello Stato italiano".
I Monti Bond sono una versione rivista
dei Tremonti Bond. Questi ultimi erano stati richiesti dall’istituto
per 1,9 miliardi, ma il governo dovrebbe erogare presto 3,4 miliardi,
che sostituiranno interamente gli 1,9 miliardi già incassati e
apporteranno così nuova liquidità per quasi 1,5 miliardi,
esattamente quanto manca alla banca per arrivare al Core Tier1 del
9%.
Il via libera di Bruxelles è necessario per stabilire la
compatibilità con la disciplina europea che vieta gli aiuti di
Stato.I Tremonti Bond sono obbligazioni emesse dagli istituti e
sottoscritti dal Ministero dell’Economia a rendimenti abbastanza
alti, ma che non vanno corrisposti, qualora la banca chiuda un
esercizio in perdita. Tali titoli sono anche subordinati, in quanto
vanno rimborsati, in caso di insolvenza, solo successivamente al
pagamento degli altri debiti dell’istituto. Inoltre, essi sono
privi di scadenza, nel senso che non hanno un limite temporale per il
rimborso, fermo restando che la banca potrà rimborsarli quando
vuole.Le indiscrezioni dicono che Bruxelles darà il suo assenso alla
compatibilità di questi bond con la normativa in vigore, Tuttavia
resta il fatto che in Italia abbiamo la terza banca (in classifica),
non in grado di superare i test sulla sua solidità patrimoniale,
senza aiuti di stato. Perché tali sono i Tremonti Bond.Bruxelles
dovrà anche verificare che tale aiuto di Stato (i Monti Bond) sia
compatibile o meno con le nuove regole per la ricapitalizzazione
delle banche con fondi pubblici.La differenza tra Tremonti-bond e
Monti-bond riguarda il trattamento delle situazioni d'incapienza del
debitore nel caso in cui, chiudendo il bilancio in perdita, la banca
si trovi nell'impossibilita' di pagare al Tesoro gli interessi sul
prestito.Con i Tremonti-bond scattava un periodo di grazia nel quale il debitore non corrispondeva gli interessi dovuti, con i Monti-bond l'ammontare di interessi non corrisposti viene trasformato in azioni della banca da assegnare allo Stato.Nel rispetto delle nuove indicazioni della Commissione Ue che regolano gli aiuti pubblici alle banche con strumenti ibridi di capitale.
Il governo italiano ha optato per una soluzione nella quale il Monte, se chiudesse il bilancio in perdita ( evento probabile quest'anno dopo il rosso di 1,6 miliardi della semestrale), assegnerebbe al Ministero azioni ordinarie di nuova emissione per una quota del patrimonio netto corrispondente all'importo della cedola non corrisposta.
La scelta ricalca parzialmente quanto dispone il codice civile in tema di aumenti di capitale riservati consentendo di determinare 'il prezzo di emissione delle azioni in base al valore del patrimonio netto, tenendo conto, per le azioni quotate in borsa, anche dell'andamento delle quotazioni nell'ultimo semestre .Per il Monte dei Paschi i soldi arriveranno in ogni caso. Discorso diverso per i suoi attuali azionisti. Qui la quota di capitale della banca assegnata al Tesoro diluira' in maniera piu' o meno significativa l'utile per azione.Quindi saranno i soldi dei cittadini italiani a salvare una banca con un debito da un miliardo di euro, frutto di scelte non certo appropriate nelle strategie recenti. Ma con questo assetto d'ora in poi potremo di fatto considerare Mps a partecipazione statale: se infatti la banca non avrà i soldi per restituire gli interessi dei Tremonti Bond, il controvalore sarà pagato con partecipazioni nel capitale dell’istituto. Difficilmente infatti Mps potrà vantare utili distribuibili .Nel corso della prossima assemblea il cda di Monte Paschi dovrebbe essere delegato dall’assemblea dei soci ad aumentare il capitale sociale per un miliardo di euro e preparare così di fatto l’ingresso dello Stato nel capitale. Il governo siederà così in assemblea e potrà influenzare le nomine in cda.
Altro che le noccioline oggetto della trattativa sindacale finita male:riduzione dei costi relativi a consulenze esterne, benefits aziendali, contributi affitto, retribuzioni del Top Management e le tipologie contrattuali utilizzate per l’ingaggio dei manager stessi. Oppure gli escamotage per ottenere mediante le fuoriuscite definitive di personale il raggiungimento degli obiettivi ricercati di riduzione del costo del lavoro .
Ripetiamo: commovente l'operato dei sindacati rappresentativi, tutta la nostra solidarietà ai lavoratori ma con l'azienda andava adottato il pugno duro, sin dall'inizio, al costo di gettare gli stracci in strada. Non è stato fatto e ormai è troppo tardi. Gli interessi e i rapporti di forza sono troppo squilibrati. I sindacati dovranno solo ora trovare il modo di mascherare nella maniera meno umiliante possibile la sconfitta e il fallimento di una condotta troppo vicina alla salvaguardia di questo castello di interessi che a loro dà privilegi e al resto degli italiani toglie il sonno. O si sta con i banchieri o si sta con il popolo. Non c'è in questo caso una via di mezzo.
In conclusione, alcuni spunti di riflessione. Da tempo la Camusso parla della necessità che lo Stato acquisisca quote di aziende private. E' stata accontentata: ora lo stato parteciperà ai licenziamenti e alle esternalizzazioni.
La sorte dei contratti collettivi: finora il mostro era Marchionne. Ci sembra che Profumo (con idee politiche opposte) lo abbia addirittura surclassato. Un messaggio per chi nutre grandi attese dalle prossime elezioni. E' bene che nel mondo del lavoro ci abituiamo a delegare il meno possibile, se questo è l'andazzo.E a emanciparci dall'idolatria nei confronti della contrattazione collettiva vecchio tipo, che non convince e non paga più.Osserviamo poi una inquietante similitudine tra i destini sindacali nel bancario e nel pubblico impiego. Forse perchè si è dimenticata troppo presto una lezione dai vituperati anni settanta: il vero sindacato deve saper farsi rispettare. E ci siamo capiti. E poi, per Bonanni che da tempo recita salmi sulla concertazione e sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende: in MPS la concertazione è stata sbeffeggiata e la governance continua ad andare sempre nella solita direzione.E nel bancario è presente un forte sindacato CISL di categoria.Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi.