In campagna elettorale è uno dei tempi
più trattati: quello dei rapporti dell'Italia con la Merkel e con
l'Europa (da essa , sembra, di fatto, egemonizzata) con la Francia
(che bene o male, come suo solito, riesce a darsi una chiave per
gestire i propri interessi) con gli USA (da noi italiani criticati
ma, probabilmente, non del tutto compresi)
A nostro parere i ragionamenti che si
fanno in Italia sono inquinati dalla persistenza di miti e di frasi
fatte. Uno dei rimpianti legati all'avvento dell'euro è quello della
sopravvenuta impossibilità di mantenere il nostro export facendo
leva, come una volta accadeva, sulla svalutazione. Si dice: perchè
americani e giapponesi possono farlo e noi no? A nessuno viene in
mente che forse è l'imprenditoria italiana a non saper essere più
competitiva come una volta. Forse perchè ha sempre pensato ad
arrangiarsi e a speculare più che agli interessi veri del Paese la
tutela dei quali fosse oggetto dell'attività di una classe dirigente
politica in verità sempre più scadente perchè scarso oggetto delle
attenzioni e delle cautele (a parte le interferenze illecite e
l'assalto alla diligenza delle agevolazioni) degli imprenditori. Chi
è causa del suo mal, quindi, pianga se stesso.Grande responsabilità
è anche dei grossi sindacati, i quali hanno seguito a ruota, come
un ballo di coppia, la classe imprenditoriale, puntando non sullo
sviluppo della produttività ma sul perpetuarsi dei pascoli pubblici
per mantenere le proprie greggi. Poca lungimiranza quindi, anzi
miopia, nonostante il fiorire di centri studi di politica economica.
Ora forse è troppo tardi per scampare a un destino simil-greco
(nella sostanza anche se, probabilmente, nella forma, un po' più
soft...o ci saremo già dentro e non ce ne siamo accorti?)Perchè? Il
fiscal-compact è ormai realtà e le ganasce ce le siamo messe e
abbiamo lasciato che ce le mettessero. Gli impegni l'Italia li ha
mantenuti e dovrà mantenerli. Tutti i partiti (per scarso coraggio)
lo ammettono e anche chi si vuole un po' smarcare sappiamo già che
dopo, in Europa, chinerà la testa perchè le grandi potenze sanno
come utilizzare i loro strumenti per farsi rispettare. Non si esce da
un meccanismo da un giorno all'altro. Occorrerebbero grandi
personalità politiche che ragionassero su un orizzonte di
medio-lungo periodo. Questi pensano solo a mantenere il loro seggio
parlamentare il più possibile e a monetizzare quanto più si può.
Gli altri, i “nuovi” arrivati sulla scena politica avranno pure
tante buone intenzioni ma non sono oggettivamente e comprensibilmente
preparati a una attività così complessa.La classe imprenditoriale?
Anch'essa pensa agli affari suoi. Chi può trasferisce i propri
interessi fuori dall'Italia (quindi non solo la FIAT lo sta facendo
ma tutti gli altri).
Il secondo mito da sfatare è quello
della tutela dell'italianità. Ma quale? Quella del boom economico
degli anni '60? Bella, ma nei film. Quella delle grandi personalità
e dei cervelli? Ma le une e gli altri ormai non parlano più neppure
in italiano, se non nella pubblicità e nelle cerimonie di
premiazione. Infatti, li abbiamo indotti a scappare via, adottando un
sistema di istituzioni culturali universitarie e scolastiche quello
sì degno dei film di Totò o degli spettacoli di Pulcinella. O
l'italianità degli imprenditori che vanno a portare sfruttamento,
mazzette, malaffare all'estero? Con quelli lì l'italiano onesto non
ha nulla a che fare. Ma non è che per caso tutta questa passione per
l'italianità sia alimentata dai vertici di quelle aziende (Edison,
Bnl, Parmalat, Finmeccanica, Saipem, Alitalia,Telecom, Enel , Eni e
Fiat) che o già sono state comprate o stanno per esserlo dagli
stranieri? Ma perchè il lavoratore italiano dovrebbe preoccuparsi
della sorte di imprenditori e manager incapaci e guardare con timore
all'avvento di imprese e paesi diversi desiderosi di fare e non di
evadere, speculare, corrompere, licenziare? Quindi, spettabile
management di quelle aziende in via di acquisizione (e giornali
amici), lamentatevi pure ma non nel nostro nome di italiani. Voi
avete tradito l'Italia in nome del vostro portafoglio, voi con noi
non avete più nulla a che fare e non vi vogliamo più. O meglio,
aspettiamo di incontrarvi a fare il nostro stesso lavoro alla catena
di montaggio, negli uffici o a pranzare al nostro fianco alla mensa
aziendale.Vuoi vedere che grazie all'avvento degli stranieri
finalmente i vertici aziendali verranno scelti in base a criteri
meritocratici e non alla discendenza famigliare?