Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

lunedì 10 dicembre 2012

ACCORDO SULLA PRODUTTIVITA' : CGIL, NON CE PROVA'!

  • la CGIL e la FIOM hanno storicamente dimostrato che quando gli si presenta l'occasione fanno in modo di escludere dalle trattative sigle non gradite. Proprio quello che ora succede, ai loro danni , alla FIAT e nella Meccanica
  • oggi CGIL e FIOM non possono dirsi contro l'introduzione nei CCNL della sanità integrativa privata quando, storicamente, sono i maggiori fautori dei fondi pensione integrativi privati (i cui rendimenti e le modalità con cui sono gestiti – e da chi -sono ben conosciuti da tutti)
  • il padre dell'accordo sulla produttività è quello del 28.6.2011 di cui oggi CGIL e FIOM invocano il rispetto da parte di Federmeccanica
  • Ma perchè non ricordano che proprio in base ad esso è vero che il CCNL può essere “adattato” alle esigenze aziendali dal contratto aziendale ma solo se i lavoratori approvano con il 50% più uno delle RSU. Solo che c'è un piccolo trucco: il 33% dei seggi delle RSU deve andare, in maniera fissa, alle sigle firmatarie del CCNL. Solo il restante 67% è contendibile col voto. Ed è chiaro che partendo da quella base è molto più facile arrivare alla maggioranza minima per decidere, senza poter tornare indietro, del contratto aziendale che modifica quello nazionale. Quella del referendum quindi è una ipotesi meramente di scuola
  • La rappresentatività sindacale sarà accertata e certificata azienda per azienda dalle stesse aziende, che dovranno comunicare il dato all'INPS, contando quante deleghe ha ciascuna sigla.Ma ciò presta il fianco ad abusi, perchè, come già è successo, basta che l'azienda non accetti di effettuare trattenute relative a sindacati non firmatari del CCNL, cioè scomodi. Tuttora vi sono contenziosi giudiziari in corso.
  • Addirittura, nel privato il calcolo della soglia di rappresentatività del 5% sarebbe differente dal pubblico (media dei voti e delle deleghe). Nel privato la soglia sarà del 5% ma del totale dei lavoratori della categoria cui si applica quel CCNL. Di fatto escluderebbe sigle deboli a livello nazionale ma forti nella singola azienda che, tuttavia, sarebbero delegittimate a trattare.
Quindi un accordo ritagliato, nel privato, su misura per CGIL, CISL, UIL. Un autentico “porcellum” sindacale.
Come AGL ribadiamo la nostra richiesta, oltre alla generalizzazione dell'art. 18 nella precedente versione anche ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti, di riformare l'art. 19 dello Statuto dei Lavoratori in modo che sia garantita la piena libertà e agibilità sindacale da parte di tutte le sigle in tutte le aziende italiane, indipendentemente dalla firma di CCNL o accordi territoriali o aziendali. Oltretutto abolendo i limiti dimensionali aziendali limitanti l'esercizio di ogni diritto. Diritti uguali per tutti i lavoratori indipendentemente dalla natura e dimensione del datore di lavoro.E, quando vi sarà tempo, prendere atto della sostanziale inapplicabilità, dell'attuale art. 39, ultimo comma, della Costituzione, retaggio del regime corporativo.