AGL: noi lo dicemmo e lo proponemmo sin dalla nostra (recente) nascita, in tanti articoli. Finalmente qualcuno ci ha ascoltato.E qui sarà interessante vedere cosa faranno i sindacati del Pubblico Impiego. Sicuramente avranno difficoltà ad avallare una norma che distrugge il castello di interessi sul quale hanno prosperato per decenni e in nome del quale hanno portato alla rovina economica i loro assistiti.
fonte:
www.ilgiornale.it
Il fisco incoraggia i delatori: premi a chi denuncia i corrotti
Alla
Camera la proposta di legge che invita i dipendenti pubblici a fare la
spia sulle violazioni dei capi. Garantiti anonimato e bonus in denaro.
Ed è allarme tra gli esperti
La delazione viene incoraggiata per legge.
Il fisco, cioè l'Agenzia delle Entrate, avrà a disposizione un'arma in
più per inseguire coloro che sono sospettati di evasione oppure di
elusione.
Al riparo dal clamore mediatico è, infatti,
arrivata nell'Aula della Camera una proposta di legge che incoraggia e
premia la delazione in merito alla commissione di reati di corruzione
nonché di illeciti e di reati fiscali. Si tratta di un lavoro portato
avanti in commissione Giustizia dal Pd e dal Movimento 5 Stelle e che
passa con il nome di pdl whistleblowing, che in inglese significa
«soffiare nel fischietto», ossia segnalare un atto illecito. La nuova
normativa, infatti, prevede un recepimento stringente delle convenzioni
Onu e del Consiglio d'Europa sulla lotta alla corruzione trasformando la
legge Severino in una tagliola contro i malintenzionati.La necessità di
acquisire notizie di crimini perpetrati nel settore pubblico e in
quello privato ha indotto i deputati a partorire un sistema a premi. In
primo luogo, viene garantito l'anonimato del segnalante fino all'avvio
di un'eventuale fase dibattimentale (un po' come accade con i pentiti,
ndr) e, soprattutto, si evita che possa subire ritorsioni sul posto di
lavoro. In secondo luogo, viene fissato una sorta di meccanismo a premi.
L'originaria proposta dei pentastellati (la prima firmataria è
l'onorevole Francesca Businarolo) prevedeva che al dipendente pubblico
autore della delazione potesse essere riconosciuto dal 15 al 30% del
danno erariale riconosciuto dalla Corte dei Conti e successivamente
recuperato. La modifica del Pd ne ha ridotto l'entità stabilendo che i
premi dovranno essere definiti «in sede contrattuale».La legge, oltre a
recepire accordi internazionali, è pensata per fornire ulteriori
strumenti all'Autorità anti corruzione guidata da Raffaele Cantone, ma
anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ne conseguirà qualche
vantaggio. Vediamo come. «Il consulente può andare in azienda la
mattina, denunciare all'Agenzia delle Entrate il pomeriggio e tornare in
azienda il giorno seguente», commenta Paolo Duranti, fiscalista dello
Studio Mazzocchi & Associati di Milano, temendo che un rapporto
strettamente fiduciario come quello consulenziale possa essere
snaturato. La proposta di legge licenziata dalla commissione Giustizia
presieduta dalla piddina Donatella Ferranti ha un'altra particolarità:
oltre alla tutela dell'anonimato non è prevista la punibilità per il
«segnalatore» salvo i casi in cui sia dimostrato che la calunnia ha
origine dolosa. «In un Paese come l'Italia consumata dall'invidia
sociale ci vuol poco a insinuare sospetti», aggiunge Duranti precisando
come «chi ritiene che vi si sia stata la commissione di un reato, ha il
dovere civico di segnalarlo alla Procura o all'Agenzia delle Entrate»,
mentre «godere dell'anonimato è un'ingiustizia».Le stime governative
sull'entità dell'evasione fiscale si aggirano sui 150 miliardi annui. Il
problema è che, oltre a strumenti di controllo da vero e proprio Grande
Fratello, ora l'agenzia delle Entrate può disporre anche dei delatori
anonimi. Il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, ieri a Un
giorno da pecora, ha provato a invertire il paradigma. «Pagare le tasse
non è bello francamente», ha dichiarato sottolineando che «le tasse
vanno pagate con serenità ma non si può pretendere che chi paga sia
addirittura felice di farlo». Con una Stabilità che ogni giorno viene
demolita nei suo contenuti (ieri l'Ufficio parlamentare di bilancio ha
agitato lo spettro della procedura di infrazione Ue), forse bisognerebbe
ripensare l'eccessivo ricorso alle spesa in deficit. «A forza di
parlare di bonus qui finiamo malus», ha chiosato Zanetti.