Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

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(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

domenica 24 giugno 2012

LA MINI-RIFORMA (QUALUNQUE ESSA SIA) E' SEMPRE MEGLIO DELL'IMMOBILISMO?


Per leggere l'articolo di Giuliano Ferrara su Il Giornale di oggi clicca sul link:
http://www.ilgiornale.it/interni/lavoro_mini-riformameglio_dellimmobilismo/24-06-2012/articolo-id=593984-page=0-comments=1

COMMENTO AGL:


Giuliano Ferrara su “Il Giornale” di oggi lancia un salvagente al Ministro Fornero. Trae spunto dal ribasso della benzina operato a sorpresa dall'ENI di Scaroni. Una decisione piccola, improvvisa e silenziosa.Un sollievo per gli automobilisti e i camionisti. La riforma Fornero avrà lo stesso effetto sul mondo del lavoro?Il paragone sembra un po' ardito. Teniamo presente che non sempre un piccolo movimento è salvifico. Se fatto nella direzione sbagliata è quello che ti fa precipitare nel burrone (la fine della convivenza civile e della pace sociale). Ecco, la differenza tra Scaroni e Fornero sembra questa. Il primo tenta di ravvivare un deserto pietrificato, quello economico, la seconda lo sbriciola irreparabilmente perchè getta al vento i valori che hanno sostenuto il mondo del lavoro da anni. Sarà difficile, cioè, raccogliere i pezzi e rincollarli. Comprendiamo la Fornero. E' una delle massime esponenti della Sezione Italiana dell'Internazionale Bancaria che si è impadronita dell'Europa. Quest'ultima ha commissariato la politica scaturita dalle urne e ci ha chiesto il compitino, anche sul diritto del lavoro. Qualcosa di scritto dobbiamo portarlo a Bruxelles, a costo di copiare di qua o di là.E così avverrà. Poi, avuta la sufficienza “politica” in Europa, in Italia si scatenerà la bagarre in vista delle elezioni (e ognuno rimescolerà le carte) . Ovviamente (e sta accadendo) la “riforma” Fornero è attaccabile innanzitutto da due lati, da destra e da sinistra. Ma anche (qui è giusta la citazione di Ferrara del Wall Street Journal) da chi da decenni vive, nel mondo anglosassone, in sistemi di Welfare radicalmente diversi dal nostro. E ci critica in buona fede, dimenticando un tratto essenziale del nostro modo di essere: quello di interpretare “all'italiana” i sacri canoni dell'economia, siano essi anglosassoni che continentali. Un esempio? Come leggerebbero all'estero articoli tremebondi oggi apparsi sulla stampa italiana che interpretano il silenzio di Marchionne sulla sentenza del Tribunale di Roma (riassunzione 145 operai FIOM) come anticipatrice dell'intenzione FIAT di lasciare definitivamente l'Italia, data l'insostenibilità della presunta morsa dei Tribunali e dei sindacati antagonisti?E che descrivono gli operai piemontesi come terrorizzati da quest'ipotesi? All'estero domanderebbero: ma perchè Marchionne e la FIAT in Italia mantengono un sostanziale monopolio dell'auto in Italia? Chi glielo ha consentito?Non c'è una alternativa? Vaglielo a raccontare che in Italia la FIAT, per motivi storici, è più invisa alla destra che alla sinistra!E che quindi un fenomeno come il precariato, a cui anche la riforma Fornero, come quella Treu e Biagi, farà il solletico, non è una anticipazione di modernità (verso il modello USA) ma uno sfregio e una schiavitù che sistematicamente, in Italia, le forze dominanti impongono a quelle sottomesse. Un po' come il vecchio Apartheid sudafricano: là posti riservati ai bianchi e ai neri, qua da noi, oggi, tre mercati del lavoro: quello degli stabili (a cui strumentalmente, per scatenare guerre tra poveri, qualcuno osa assimilare gli statali , i salariati privati a tempo indeterminato e i pensionati i quali scivolano invece sempre più verso la povertà) quello degli instabili (per lo più giovani senza santi in paradiso) e quello degli stranieri (che nella “civile” Italia sono i moderni schiavi) . Incomunicabili tra loro.

Le vere decisioni sarebbero altre: riformare lo Stato riorganizzandolo (perchè alcune parti di esso oggi non servono a nulla) con la partecipazione attiva di chi ci lavora dentro, dando il benservito alle società partecipate create dal clientelismo politico e abbassando, per un certo periodo, i compensi dei dirigenti fino a poco sopra quelli dei funzionari apicali (servire lo Stato,in una fase della propria carriera, è più nobile che arricchirsi tramite esso) . Lasciar perdere i proclami sull'evasione fiscale (fantasma inafferrabile che nessuno in Italia è mai riuscito a debellare) ma ricostruire da zero (perchè ormai la stratificazione di norme ha raggiunto livelli demenziali) un sistema più equo e più semplice (anche copiandolo, ma presto, dall'estero) , anche qui con la partecipazione attiva dei lavoratori del fisco e delle forze sociali. E poi, infine, prendere una decisione analoga a quella di Scaroni che, diminuendo il prezzo della benzina ha aumentato il benessere di chi lavora: riduciamo il cuneo fiscale e aumentiamo, una volta tanto, il denaro che finisce in tasca ai lavoratori. Questo ci aspettiamo che i Professori riescano ad iniziare perchè, onestamente, se tutto si riducesse invece a colpi bassi e a battute, quelli che governavano prima erano più abili e, quanto meno, con le loro vicende boccaccesche, con i tesorieri disinvolti e con gli immobili pagati a loro insaputa ci facevano anche un po' ridere che, in periodi di crisi e abbattimento, non è poco.