E' preoccupante che un dirigente dello
Stato possa sentirsi a disagio per quello che si legge sui giornali
sulle riforme in arrivo e sui motivi che le impongono. E' un vero
dirigente (cioè un vero timoniere) chi ha paura della tempesta in
arrivo? No, evidentemente è solo uno che è riuscito a raggiungere
un titolo di studio elevato per facilitazioni familiari e a fare
carriera per cordate. Ma privo di passione, se, appena può, si
acquieta, appagato, su un posto pubblico, come l'ultimo dei
disoccupati organizzati. Quando (speriamo presto) verrà abolito il
valore legale del titolo di studio (che è un po' come la licenza
pagata milioni dai tassisti) la finirà, chi non si sente sicuro
delle sue qualità vere, di sbandierare lauree e specializzazioni che
sappiamo tutti come si ottengono in Italia, da chi e in cambio di
cosa. Quindi stiamo calmi, restiamo coi piedi per terra e parliamo di
cose concrete, non di targhette dorate. Se poi riteniamo che i
concorsi pubblici siano seri e selettivi allora due sono le cose: o
chi lo dice ci è o ci fa. Finiamola di prendere in giro gli
italiani. Occhio: non stiamo dicendo che siamo impreparati o in mala
fede ma solo che per convincere gli italiani della giustezza di una
tesi non possiamo prenderli impunemente per i fondelli. Che poi chi
dirige lo Stato risponda alla nazione e ai cittadini è vero. Ma solo
se prima è stato accontentato il politico. Non quello di turno, che
appare mettendoci la faccia ma quello occulto e permanente, che
piazza il dirigente che vuole al posto in cui “serve”.Ecco la
differenza:loro vogliono essere autonomi dalla politica per servire
di nascosto il loro padrino. Noi vogliamo che il dirigente sia al
servizio della nazione e dei cittadini rappresentati da quel politico
che alle elezioni abbia avuto i voti veri dal popolo e risponda ad
esso anche relativamente alla scelta di dirigenti capaci. Quando vi
dicono che sono contro lo spoils-system non è perchè temono di
perdere il posto ma perchè è il loro puparo che verrebbe meno e
che quindi si tutela tramite loro.
Ma all'autolesionismo non c'è limite:
già, perchè è di questo che si tratta quando si crede di tutelare
una categoria raccontando ai cittadini pure corbellerie, come quella
che lo stato funziona con imparzialità, che tutela i diritti e offre
servizi. Ma che diavolo di capitano è quello che dimostra di non
conoscere (o di far finta di ignorare) le condizioni della sua nave?
Qualcuno penserà che tutta questa
discussione avviene per un rinnovato idealismo ed interesse per la
Costituzione, per il funzionamento dello stato, per i bisogni dei
cittadini più umili. Ma che? Questi finti paladini della categoria
te lo dicono chiaro e tondo:saremmo stati zitti se non stesse girando
l'idea di abbassarci gli stipendi. Ecco come si distrugge la
credibilità della dirigenza, ecco come dai la dimostrazione al
dirigente in buona fede che anni di contributi sindacali sono stati
soldi buttati. Si dice che se il cittadino conoscesse cosa è e cosa
fa la pubblica amministrazione allora capirebbe. Spiegateci allora
perchè avete ridotto al rango di carta igienica la legge 241 del
1990, la legge sulla trasparenza amministrativa. In questi anni che
battaglie avete condotto in merito?O non siete stati invece voi ad
affossarla?
Ma l'acqua sale e le vie di fuga non si
trovano. Allora cosa fa il comandante?Si prende le sue responsabilità
e lascia per ultimo la nave? No, cerca di scaricare chi gli fa
concorrenza, denigrandolo. Da una parte i manager delle partecipate
vengono senza appello marchiati come servi della politica (ma come: e
le capacità?Siamo proprio sicuri che uno , dal privato, dove c'è la
vera competizione e selezione, quella del profitto, arrivi a ottenere
quegli incarichi solo col calcio nel sedere?E poi:non erano i vostri
idoli, punti di riferimento, modelli?Non volevate diventare come
loro?), senza tener conto (vedi la recente vicenda di Moretti, su cui
siamo però d'accordo con Della Valle) che quelli un po' di capacità
ce l'hanno e se lasciano il pubblico un lavoro nel privato lo
trovano. Siamo sicuri che questo valga anche per i dirigenti
statali?Poi scaricano i dirigenti esterni a tempo determinato. Servi,
a loro dire, del clientelismo e con retribuzioni fuori controllo e
dannose. Ma come, non erano colleghi in gamba da tutelare?Alla faccia
della solidarietà tra categorie della stessa confederazione!
Ma se volete suicidarvi, fatelo da soli
ma soprattutto in fretta. Non auto seviziatevi come, per esempio
quando cercate di far credere ai cittadini che siete soggetti alla
valutazione (ma quale?Notoriamente i dirigenti si valutano
reciprocamente e tutti raggiungono tutti i risultati prefissati) che
rispondete del vostro agire (certo, avendo l'avvocato dello stato
pagato dalla collettività ) e siete passibili di licenziamento (si,
su Marte).
In epoca di digitalizzazione poi (che
avreste dovuto gestire voi e che annulla il deficit dell'età) voler
scaricare i collaboratori più anziani è veramente penoso.
No,non ci siamo. Il problema della
dirigenza pubblica italiana siete voi, sindacalisti della dirigenza
dei miei stivali.
Se l'obbiettivo è retribuzioni più
giuste, uno stato migliore, una pa più efficiente la soluzione sola
è lo spoils-system e quindi tempo determinato per tutti. Il
dirigente non sarà più il membro di una casta ma dovrà essere
scelto dai politici eletti dal popolo in un sistema democratico di
alternanza con una legge elettorale che faccia emergere la volontà
popolare. Per realizzare un programma .Cambiare non conservare.
Mandando a casa, a termine del mandato, sia il politico che il
dirigente che non abbiano servito i cittadini o, peggio, violato le
leggi. Questo, si , è condivisibile da parte di tutti i cittadini,
rispetto ai quali voi avete una colpa enorme: quella di averli messi
in condizione, in questi anni, di odiare i dirigenti pubblici. Non
sappiamo se riusciremo a risollevarci dalla terra bruciata che avete
creato. Ci proveremo.