Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
mercoledì 30 aprile 2014
giovedì 24 aprile 2014
martedì 22 aprile 2014
Milano, mercoledi 7 maggio 2014, ore 21.30. Dien Bien Phu
Cari
associati ed amici,
dopo la breve pausa di fine aprile l'attività della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra riprenderà con l'incontro serale di mercoledi 7 maggio.
Il 7 maggio 1954 infatti, 60 anni fa, si spense l'ultimo baluardo francese nella piana di Dien Bien Phu, nonostante l'eroica resistenza dei reparti della Legione Straniera e dei paracadutisti.
La battaglia di Dien Bien Phu sancisce militarmente l'impossibilità della Francia di difendere i propri possedimenti coloniali in Indocina.
Il nuovo assetto uscito dalla seconda guerra mondiale, che vide formalmente vincitori la Francia (paese in verità sconfitto nel maggio 1940 dopo qualche mese di "strana guerra" dall'esercito tedesco in poco più di due settimane) e l'Inghilterra, non tarda ad affermarsi intorno alle due superpotenze, gli USA e l'Urss con sullo sfondo la Cina.
La battaglia di Dien Bien Phu fu tuttavia scontro anche fra due nazionalismi: quello tardo coloniale francese, poggiante sull'ideale di grandezza che già aveva ricevuto duri colpi dalle guerre mondiali e nella spartizione del dominio coloniale con l'Inghilterra: quello giovane, vietnamita, che trova nella Cina e nell'Unione Sovietica (in seguito solo nella Cina), e nell'ideologia comunista, un punto di riferimento ed una copertura.
Peraltro nel 1954 gli USA furono ben lieti dell'espulsione della Francia dall'Indocina.
Dello svolgimento militare delle operazioni, del valore dei combattenti, delle questioni connesse di politica estera, parleremo mercoledi 7 maggio, alle ore 21,30, come al solito presso la sala pubblica di via Duccio di Boninsegna 21/23, in Milano.
Diffondete notizia dell'evento inoltrando codesta mail agli indirizzi di posta elettronica della vostra rubrica.
Vi aspettiamo.
Andrea Benzi
Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra
TUTTE LE VIE SON PIANE ALL'ANIMOSO
dopo la breve pausa di fine aprile l'attività della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra riprenderà con l'incontro serale di mercoledi 7 maggio.
Il 7 maggio 1954 infatti, 60 anni fa, si spense l'ultimo baluardo francese nella piana di Dien Bien Phu, nonostante l'eroica resistenza dei reparti della Legione Straniera e dei paracadutisti.
La battaglia di Dien Bien Phu sancisce militarmente l'impossibilità della Francia di difendere i propri possedimenti coloniali in Indocina.
Il nuovo assetto uscito dalla seconda guerra mondiale, che vide formalmente vincitori la Francia (paese in verità sconfitto nel maggio 1940 dopo qualche mese di "strana guerra" dall'esercito tedesco in poco più di due settimane) e l'Inghilterra, non tarda ad affermarsi intorno alle due superpotenze, gli USA e l'Urss con sullo sfondo la Cina.
La battaglia di Dien Bien Phu fu tuttavia scontro anche fra due nazionalismi: quello tardo coloniale francese, poggiante sull'ideale di grandezza che già aveva ricevuto duri colpi dalle guerre mondiali e nella spartizione del dominio coloniale con l'Inghilterra: quello giovane, vietnamita, che trova nella Cina e nell'Unione Sovietica (in seguito solo nella Cina), e nell'ideologia comunista, un punto di riferimento ed una copertura.
Peraltro nel 1954 gli USA furono ben lieti dell'espulsione della Francia dall'Indocina.
Dello svolgimento militare delle operazioni, del valore dei combattenti, delle questioni connesse di politica estera, parleremo mercoledi 7 maggio, alle ore 21,30, come al solito presso la sala pubblica di via Duccio di Boninsegna 21/23, in Milano.
Diffondete notizia dell'evento inoltrando codesta mail agli indirizzi di posta elettronica della vostra rubrica.
Vi aspettiamo.
Andrea Benzi
Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra
TUTTE LE VIE SON PIANE ALL'ANIMOSO
giovedì 17 aprile 2014
RAGAZZA CALPESTATA: C'ERANO I VIOLENTI MA CI SONO STATI ANCHE CALCI E CRETINI, CHECCHE' NE DICANO ALCUNI SINDACALISTI DI POLIZIA UN PO' RINTRONATI. BRAVO DOTT. PANSA. ORA PERO' SUBITO I CODICI IDENTIFICATIVI SUL CASCO PER OGNI AGENTE E, QUANDO CI SARANNO I SOLDI, ANCHE TELECAMERE SUI CASCHI, MAGISTRATI IN PIAZZA E AUMENTI DI STIPENDIO PER GLI AGENTI
Leggi l'articolo del Corriere della Sera (clicca sul link)
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/17Apr2014/17Apr201403f1abf8d6aca26e3f21cb94d5903b4e.pdf
Come AGL lo diciamo da tempo, per esempio lo dicemmo qui
http://agl-alleanzageneraledellavoro.blogspot.it/2012/10/polizia-nellinteresse-di-chi-opera.html
http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/17Apr2014/17Apr201403f1abf8d6aca26e3f21cb94d5903b4e.pdf
Come AGL lo diciamo da tempo, per esempio lo dicemmo qui
http://agl-alleanzageneraledellavoro.blogspot.it/2012/10/polizia-nellinteresse-di-chi-opera.html
mercoledì 16 aprile 2014
IL RITORNO DI YASMINA
Yasmina (cell. 3881561049) da oggi torna a dirigere il Sindacato ricoprendo tre importanti incarichi: responsabile nazionale lavoratori arabi dell'ALEI-AGL (Emigrati e Immigrati) e Segretario Generale dell'AIAM-AGL (Inquilini, Assegnatari e Mutuatari) e dell'ALPENS-AGL (Pensionati).
Bentornata e buon lavoro da tutta l'AGL!
Bentornata e buon lavoro da tutta l'AGL!
lunedì 14 aprile 2014
L’AUMENTO DEL LAVORO TEMPORANEO POTREBBE COSTITUIRE UN DATO STRUTTURALE
dal sito del Prof. Pietro Ichino
www.pietroichino.it
www.pietroichino.it
NEL 2009 IL CROLLO DEL LAVORO
TEMPORANEO HA PREANNUNCIATO LA RECESSIONE, MA A PARTIRE DAL 2010 NEGLI
USA ESSO HA AVUTO UN BOOM CHE FORSE SEGNA UN CAMBIAMENTO DURATURO NEL
MERCATO DEL LAVORO
Articolo di Damian Paletta pubblicato sul Wall Street Journal il 6 aprile 2014 - La traduzione è di Maria Clavarino
L’economia crea posti di lavoro. Ma quanti sono destinati a durare?
Il settore della fornitura di personale con contratti a breve termine sta vivendo un boom a lungo termine, visto che i lavoratori temporanei rappresentano oltre un decimo di tutta la crescita di posti di lavoro dal 2009, secondo le statistiche pubbliche.
Secondo la società di selezione del personale “CareerBuilder”, in città come Cincinnati e Milwaukee più della metà di tutti i posti di lavoro creati dal 2009 sono di lavoro temporaneo o con contratti a termine. A Stockton, in California, quasi tutti i nuovi posti di lavoro dal 2009 sono posti di lavoro temporaneo.
Le assunzioni di lavoratori temporanei spesso aumentano dopo i cali di profitto, perché le aziende cercano di contenere i costi del lavoro. Ma ora molti esperti del lavoro pensano che il perdurare del ricorso al lavoro temporaneo stia segnando un cambiamento strutturale e duraturo nel mercato del lavoro .
Le statistiche del mese scorso sono state particolarmente significative. L’ economia ha creato 28.500 posti di lavoro nei servizi di supporto temporaneo, che rappresentano il 15 % di tutti i nuovi posti di lavoro in marzo. L’aumento dei posti di lavoro temporanei che si è registrato nell’ultimo anno è stato quasi del 10 %, e costituisce l’incremento maggiore in tutte le 150 categorie che il Dipartimento del Lavoro ha osservato.
La spinta si deve ad aziende che hanno ridotto le assunzioni durante la recessione e hanno imparato che si può risparmiare sui salari e i benefit, così come se ne può aumentare la flessibilità , utilizzando un minor numero di lavoratori permanenti anche quando l’economia cresce. I progressi della tecnologia, in particolare nel settore della produzione, hanno portato le aziende a ripensare quanti lavoratori a tempo indeterminato hanno bisogno in un momento in cui il ricorso al lavoro temporaneo diventa sempre più a lungo termine.
Tutto questo accade perché in grandi aziende come Wal-Mart Stores Inc. e Amazon.com Inc. l’assunzione di lavoratori temporanei è stata un pilastro fondamentale della struttura aziendale, portando altri a seguirne l’esempio. Più di 2,8 milioni di lavoratori sono stati registrati come lavoratori a termine in marzo, circa il 2,5% della forza lavoro, mentre nel mese di agosto 2009 i lavoratori a termine erano 1,7 milioni.
“Non lo consideriamo un indicatore di un picco nell’economia del nostro settore”, ha detto Jeffrey A. Joerres, amministratore delegato di ManpowerGroup, una delle più grandi aziende di fornitura di lavoro temporaneo del Paese. “Vediamo, piuttosto, il fatto che il nostro settore richiederà più forza lavoro che in passato come un cambiamento strutturale o epocale”.
Questa consuetudine ha attecchito in profondità nelle aree produttive tradizionali. Quasi il 40% dei posti di lavoro temporanei si trovano attualmente nel settore della produzione, a seguito di un aumento costante per diversi decenni, ha detto Susan Houseman, economista del lavoro presso il WE Upjohn Institute for Employment Research nel Michigan.
La Malone Staffing Solutions, una società del Kentucky che seleziona e assume lavoratori temporanei, ha un proprio funzionario dislocato all’interno dello stabilimento automobilistico Kia a LaGrange, in Georgia, dove gestisce gran parte del personale. MAU Workforce Solutions sta gestendo gran parte delle assunzioni per lo stabilimento BMW a Greenville, nella Carolina del Sud.
“E’ una questione di domanda e offerta”, ha detto Jennifer Little, responsabile dei servizi di collocamento nello Spartanburg Community College, che lunedì ospiterà una fiera del lavoro temporaneo per i posti in BMW offerti da MAU. “I datori di lavoro lo vedono come un modo rapido per poter facilmente ridurre le dimensioni senza un impatto sul loro nucleo di personale”.
Per quanto riguarda i lavoratori, i lavori temporanei hanno sempre fornito a chi è in cerca di lavoro un percorso di esperienza e del guadagno extra durante la ricerca di una posizione con una migliore retribuzione, maggiori benefit e la garanzia di un lavoro a lungo termine.
Ma per dimostrare quanto breve possa essere la durata di questi lavori, ad un certo punto l’anno scorso circa 11 milioni di persone avevano una posizione temporanea, ma attualmente solo 2,8 milioni di persone ne hanno una attualmente, secondo una stima dell’American Staffing Association.
La prevalenza di posti di lavoro temporanei crea problema per le persone in cerca di lavoro. La retribuzione media settimanale dei posti di lavoro temporanei, 554 dollari , è un terzo in meno rispetto alla retribuzione media percepita nella totalità dei posti di lavoro, secondo il Bureau of Labor Statistics. E per i posti di lavoro temporanei l’aumento degli stipendi è stato più lento che per gli altri lavori.
Eppure, ci sono lavoratori per cui, come per Nandini Balial, lavorare con un posto di lavoro temporaneo è certamente meglio che non lavorare. Ha ventitré anni e concluderà gli studi alla New York University a maggio con una laurea in studi cinematografici, e passa da un contratto temporaneo all’altro mentre cerca un lavoro a tempo pieno in televisione. Attualmente sta lavorando part-time e con un lavoro temporaneo, occupandosi di ricerche per una società, ma ha detto che a questo punto sarebbe disposta ad accettare “qualsiasi lavoro che richieda un cervello e mani e piedi che funzionano”.
“Sto lì un sacco di tempo a rimproverarmi perché non ho un lavoro permanente a tempo pieno” ha detto, aggiungendo che spesso deve decidere quali conti pagare e di quali rinviare il pagamento.
I discorsi su un’economia permanentemente basata sul lavoro temporaneo vennero alla ribalta più di un decennio fa, per poi venire meno quando il tasso di disoccupazione scese a metà degli anni 2000 e i lavoratori acquisirono più potere. Ma visto che prevalgono le previsioni di un mercato del lavoro che resterà debole ancora per diversi anni, e visto che i produttori ed anche altri sono sempre più a proprio agio con la flessibilità che offre una forza lavoro temporanea, la tendenza probabilmente continuerà.
“Da che cosa è guidato questo fenomeno?” ha detto Jim Link, direttore del personale di Randstad Nord America, una grande azienda di risorse umane. “Dalla lezione di una dura recessione”.
Quando si tratta di assumere, ha detto, i datori di lavoro sono riluttanti ad investire “nello stesso modo in cui lo erano prima della recessione”.
Articolo di Damian Paletta pubblicato sul Wall Street Journal il 6 aprile 2014 - La traduzione è di Maria Clavarino
L’economia crea posti di lavoro. Ma quanti sono destinati a durare?
Il settore della fornitura di personale con contratti a breve termine sta vivendo un boom a lungo termine, visto che i lavoratori temporanei rappresentano oltre un decimo di tutta la crescita di posti di lavoro dal 2009, secondo le statistiche pubbliche.
Secondo la società di selezione del personale “CareerBuilder”, in città come Cincinnati e Milwaukee più della metà di tutti i posti di lavoro creati dal 2009 sono di lavoro temporaneo o con contratti a termine. A Stockton, in California, quasi tutti i nuovi posti di lavoro dal 2009 sono posti di lavoro temporaneo.
Le assunzioni di lavoratori temporanei spesso aumentano dopo i cali di profitto, perché le aziende cercano di contenere i costi del lavoro. Ma ora molti esperti del lavoro pensano che il perdurare del ricorso al lavoro temporaneo stia segnando un cambiamento strutturale e duraturo nel mercato del lavoro .
Le statistiche del mese scorso sono state particolarmente significative. L’ economia ha creato 28.500 posti di lavoro nei servizi di supporto temporaneo, che rappresentano il 15 % di tutti i nuovi posti di lavoro in marzo. L’aumento dei posti di lavoro temporanei che si è registrato nell’ultimo anno è stato quasi del 10 %, e costituisce l’incremento maggiore in tutte le 150 categorie che il Dipartimento del Lavoro ha osservato.
La spinta si deve ad aziende che hanno ridotto le assunzioni durante la recessione e hanno imparato che si può risparmiare sui salari e i benefit, così come se ne può aumentare la flessibilità , utilizzando un minor numero di lavoratori permanenti anche quando l’economia cresce. I progressi della tecnologia, in particolare nel settore della produzione, hanno portato le aziende a ripensare quanti lavoratori a tempo indeterminato hanno bisogno in un momento in cui il ricorso al lavoro temporaneo diventa sempre più a lungo termine.
Tutto questo accade perché in grandi aziende come Wal-Mart Stores Inc. e Amazon.com Inc. l’assunzione di lavoratori temporanei è stata un pilastro fondamentale della struttura aziendale, portando altri a seguirne l’esempio. Più di 2,8 milioni di lavoratori sono stati registrati come lavoratori a termine in marzo, circa il 2,5% della forza lavoro, mentre nel mese di agosto 2009 i lavoratori a termine erano 1,7 milioni.
“Non lo consideriamo un indicatore di un picco nell’economia del nostro settore”, ha detto Jeffrey A. Joerres, amministratore delegato di ManpowerGroup, una delle più grandi aziende di fornitura di lavoro temporaneo del Paese. “Vediamo, piuttosto, il fatto che il nostro settore richiederà più forza lavoro che in passato come un cambiamento strutturale o epocale”.
Questa consuetudine ha attecchito in profondità nelle aree produttive tradizionali. Quasi il 40% dei posti di lavoro temporanei si trovano attualmente nel settore della produzione, a seguito di un aumento costante per diversi decenni, ha detto Susan Houseman, economista del lavoro presso il WE Upjohn Institute for Employment Research nel Michigan.
La Malone Staffing Solutions, una società del Kentucky che seleziona e assume lavoratori temporanei, ha un proprio funzionario dislocato all’interno dello stabilimento automobilistico Kia a LaGrange, in Georgia, dove gestisce gran parte del personale. MAU Workforce Solutions sta gestendo gran parte delle assunzioni per lo stabilimento BMW a Greenville, nella Carolina del Sud.
“E’ una questione di domanda e offerta”, ha detto Jennifer Little, responsabile dei servizi di collocamento nello Spartanburg Community College, che lunedì ospiterà una fiera del lavoro temporaneo per i posti in BMW offerti da MAU. “I datori di lavoro lo vedono come un modo rapido per poter facilmente ridurre le dimensioni senza un impatto sul loro nucleo di personale”.
Per quanto riguarda i lavoratori, i lavori temporanei hanno sempre fornito a chi è in cerca di lavoro un percorso di esperienza e del guadagno extra durante la ricerca di una posizione con una migliore retribuzione, maggiori benefit e la garanzia di un lavoro a lungo termine.
Ma per dimostrare quanto breve possa essere la durata di questi lavori, ad un certo punto l’anno scorso circa 11 milioni di persone avevano una posizione temporanea, ma attualmente solo 2,8 milioni di persone ne hanno una attualmente, secondo una stima dell’American Staffing Association.
La prevalenza di posti di lavoro temporanei crea problema per le persone in cerca di lavoro. La retribuzione media settimanale dei posti di lavoro temporanei, 554 dollari , è un terzo in meno rispetto alla retribuzione media percepita nella totalità dei posti di lavoro, secondo il Bureau of Labor Statistics. E per i posti di lavoro temporanei l’aumento degli stipendi è stato più lento che per gli altri lavori.
Eppure, ci sono lavoratori per cui, come per Nandini Balial, lavorare con un posto di lavoro temporaneo è certamente meglio che non lavorare. Ha ventitré anni e concluderà gli studi alla New York University a maggio con una laurea in studi cinematografici, e passa da un contratto temporaneo all’altro mentre cerca un lavoro a tempo pieno in televisione. Attualmente sta lavorando part-time e con un lavoro temporaneo, occupandosi di ricerche per una società, ma ha detto che a questo punto sarebbe disposta ad accettare “qualsiasi lavoro che richieda un cervello e mani e piedi che funzionano”.
“Sto lì un sacco di tempo a rimproverarmi perché non ho un lavoro permanente a tempo pieno” ha detto, aggiungendo che spesso deve decidere quali conti pagare e di quali rinviare il pagamento.
I discorsi su un’economia permanentemente basata sul lavoro temporaneo vennero alla ribalta più di un decennio fa, per poi venire meno quando il tasso di disoccupazione scese a metà degli anni 2000 e i lavoratori acquisirono più potere. Ma visto che prevalgono le previsioni di un mercato del lavoro che resterà debole ancora per diversi anni, e visto che i produttori ed anche altri sono sempre più a proprio agio con la flessibilità che offre una forza lavoro temporanea, la tendenza probabilmente continuerà.
“Da che cosa è guidato questo fenomeno?” ha detto Jim Link, direttore del personale di Randstad Nord America, una grande azienda di risorse umane. “Dalla lezione di una dura recessione”.
Quando si tratta di assumere, ha detto, i datori di lavoro sono riluttanti ad investire “nello stesso modo in cui lo erano prima della recessione”.
venerdì 11 aprile 2014
giovedì 10 aprile 2014
STIPENDI STATALI BLOCCATI FINO ALL'ANNO SIDERALE 2020.COMPLIMENTI A TUTTI I SINDACATI DELLA GALASSIA DEL PUBBLICO IMPIEGO PER LA CREDIBILITA' CHE HANNO CONFERITO ALLA CATEGORIA PRESSO L'OPINIONE PUBBLICA INTERSTELLARE.DOVREMO RIVOLGERCI AI SINDACATI KLINGON?
da www.italiaoggi.it
Alessandra RicciardiContratti bloccati per gli statali fino al 2020. La nuova stangata è contenuta tra le previsioni del Def che mette nel conta una risalita della spesa per le retribuzioni dei circa 3 milioni di dipendenti pubblici solo a partire dal 2018 e per uno 0,3% annuo. Si tratta, e su questo il documento entrato ieri al consiglio dei ministri è chiarissimo, del valore dell'indennità di vacanza contrattuale che si conta debba scattare per l'intero triennio 2018-2020. L'indennità è prevista dalla legge quando non si rinnovano i salari neanche per adeguarli all'inflazione. "Nel quadro a legislazione vigente, la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è stimata diminuire dello 0,7% circa per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3% nel 2018", si legge nel documento, "per effetto dell'attribuzione dell'indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020". Insomma, se la formulazione sarà confermata, gli stipendi dei travet resteranno ancora per un bel po' bloccati: alla fine, se non ci saranno modifiche nei prossimi anni, il settore pubblico non avrà avuto aumenti per un intero decennio. Il blocco dei contratti pubblici è un'arma a cui l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti ha fatto ricorso nel 2009 per ridurre in modo certo la spesa pubblica: ogni punto percentuale di aumento della massa salariale infatti vale all'incirca un miliardo di euro annuo. Tenere fermi i salari è uno strumento di facile attivazione, visto che il datore di lavoro è lo stesso stato, e di certo risultato, giacché i fattori azionabili sono noti. E' il motivo per cui nessun governo ha saputo rinunciarvi, da quando la crisi si è fatta incalzante e lo sguardo della commissione europea severo. E' stato l'esecutivo di Mario Monti a prevedere la proroga del blocco del contratto fino al 2014. In sede di trattativa con i sindacati si è poi passati a concedere uno spiraglio per il rinnovo solo normativo per il successivo triennio. Ora la conferma che non è al momento possibile mettere in cassa fondi per pagare gli aumenti agli statali addirittura per i prossimi due trienni. Risulta così profetica la dichiarazione rilasciata qualche giorno fa, in sede di audizione in parlamento sulle linee programmatiche del suo dicastero, dal ministero della pubblica i amministrazione e della semplificazione, Marianna Madia: "Gli 80 euro in più al mese dí detrazioni salariali valgono come un contratto rinnovato". Un'affermazione che aveva messo in allarme i sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che all'unisono avevano detto: "Così non si va avanti, i contratti vanno rinnovati". Spiega il concetto Antonio Foccillo, segretario confederale Uil e profondo conoscitore delle dinamiche del pubblico impiego: "Se il documento finale del Def dovesse contenere questa previsione per tutti i sindacati sarebbe inaccettabile, significherebbe sommare il blocco dei salari individuali, di tutti i contratti nazionali e di secondo livello fino almeno 2018. Un risultato boomerang, si penalizzerebbe proprio quella classe di redditi medio-bassi che il governo dice di voler aiutare".
Contratti bloccati fino al 2020
Il Governo ha già previsto l'indennità per gli statali
09/04/2014Alessandra RicciardiContratti bloccati per gli statali fino al 2020. La nuova stangata è contenuta tra le previsioni del Def che mette nel conta una risalita della spesa per le retribuzioni dei circa 3 milioni di dipendenti pubblici solo a partire dal 2018 e per uno 0,3% annuo. Si tratta, e su questo il documento entrato ieri al consiglio dei ministri è chiarissimo, del valore dell'indennità di vacanza contrattuale che si conta debba scattare per l'intero triennio 2018-2020. L'indennità è prevista dalla legge quando non si rinnovano i salari neanche per adeguarli all'inflazione. "Nel quadro a legislazione vigente, la spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche è stimata diminuire dello 0,7% circa per il 2014, per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3% nel 2018", si legge nel documento, "per effetto dell'attribuzione dell'indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020". Insomma, se la formulazione sarà confermata, gli stipendi dei travet resteranno ancora per un bel po' bloccati: alla fine, se non ci saranno modifiche nei prossimi anni, il settore pubblico non avrà avuto aumenti per un intero decennio. Il blocco dei contratti pubblici è un'arma a cui l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti ha fatto ricorso nel 2009 per ridurre in modo certo la spesa pubblica: ogni punto percentuale di aumento della massa salariale infatti vale all'incirca un miliardo di euro annuo. Tenere fermi i salari è uno strumento di facile attivazione, visto che il datore di lavoro è lo stesso stato, e di certo risultato, giacché i fattori azionabili sono noti. E' il motivo per cui nessun governo ha saputo rinunciarvi, da quando la crisi si è fatta incalzante e lo sguardo della commissione europea severo. E' stato l'esecutivo di Mario Monti a prevedere la proroga del blocco del contratto fino al 2014. In sede di trattativa con i sindacati si è poi passati a concedere uno spiraglio per il rinnovo solo normativo per il successivo triennio. Ora la conferma che non è al momento possibile mettere in cassa fondi per pagare gli aumenti agli statali addirittura per i prossimi due trienni. Risulta così profetica la dichiarazione rilasciata qualche giorno fa, in sede di audizione in parlamento sulle linee programmatiche del suo dicastero, dal ministero della pubblica i amministrazione e della semplificazione, Marianna Madia: "Gli 80 euro in più al mese dí detrazioni salariali valgono come un contratto rinnovato". Un'affermazione che aveva messo in allarme i sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che all'unisono avevano detto: "Così non si va avanti, i contratti vanno rinnovati". Spiega il concetto Antonio Foccillo, segretario confederale Uil e profondo conoscitore delle dinamiche del pubblico impiego: "Se il documento finale del Def dovesse contenere questa previsione per tutti i sindacati sarebbe inaccettabile, significherebbe sommare il blocco dei salari individuali, di tutti i contratti nazionali e di secondo livello fino almeno 2018. Un risultato boomerang, si penalizzerebbe proprio quella classe di redditi medio-bassi che il governo dice di voler aiutare".
sabato 5 aprile 2014
E' IN ATTO UNA CAMPAGNA DENIGRATORIA SULLA DIRIGENZA DELLO STATO? PER ADIR-AGL NO:E' SOLO UNA STRAORDINARIA OCCASIONE.
E' preoccupante che un dirigente dello
Stato possa sentirsi a disagio per quello che si legge sui giornali
sulle riforme in arrivo e sui motivi che le impongono. E' un vero
dirigente (cioè un vero timoniere) chi ha paura della tempesta in
arrivo? No, evidentemente è solo uno che è riuscito a raggiungere
un titolo di studio elevato per facilitazioni familiari e a fare
carriera per cordate. Ma privo di passione, se, appena può, si
acquieta, appagato, su un posto pubblico, come l'ultimo dei
disoccupati organizzati. Quando (speriamo presto) verrà abolito il
valore legale del titolo di studio (che è un po' come la licenza
pagata milioni dai tassisti) la finirà, chi non si sente sicuro
delle sue qualità vere, di sbandierare lauree e specializzazioni che
sappiamo tutti come si ottengono in Italia, da chi e in cambio di
cosa. Quindi stiamo calmi, restiamo coi piedi per terra e parliamo di
cose concrete, non di targhette dorate. Se poi riteniamo che i
concorsi pubblici siano seri e selettivi allora due sono le cose: o
chi lo dice ci è o ci fa. Finiamola di prendere in giro gli
italiani. Occhio: non stiamo dicendo che siamo impreparati o in mala
fede ma solo che per convincere gli italiani della giustezza di una
tesi non possiamo prenderli impunemente per i fondelli. Che poi chi
dirige lo Stato risponda alla nazione e ai cittadini è vero. Ma solo
se prima è stato accontentato il politico. Non quello di turno, che
appare mettendoci la faccia ma quello occulto e permanente, che
piazza il dirigente che vuole al posto in cui “serve”.Ecco la
differenza:loro vogliono essere autonomi dalla politica per servire
di nascosto il loro padrino. Noi vogliamo che il dirigente sia al
servizio della nazione e dei cittadini rappresentati da quel politico
che alle elezioni abbia avuto i voti veri dal popolo e risponda ad
esso anche relativamente alla scelta di dirigenti capaci. Quando vi
dicono che sono contro lo spoils-system non è perchè temono di
perdere il posto ma perchè è il loro puparo che verrebbe meno e
che quindi si tutela tramite loro.
Ma all'autolesionismo non c'è limite:
già, perchè è di questo che si tratta quando si crede di tutelare
una categoria raccontando ai cittadini pure corbellerie, come quella
che lo stato funziona con imparzialità, che tutela i diritti e offre
servizi. Ma che diavolo di capitano è quello che dimostra di non
conoscere (o di far finta di ignorare) le condizioni della sua nave?
Qualcuno penserà che tutta questa
discussione avviene per un rinnovato idealismo ed interesse per la
Costituzione, per il funzionamento dello stato, per i bisogni dei
cittadini più umili. Ma che? Questi finti paladini della categoria
te lo dicono chiaro e tondo:saremmo stati zitti se non stesse girando
l'idea di abbassarci gli stipendi. Ecco come si distrugge la
credibilità della dirigenza, ecco come dai la dimostrazione al
dirigente in buona fede che anni di contributi sindacali sono stati
soldi buttati. Si dice che se il cittadino conoscesse cosa è e cosa
fa la pubblica amministrazione allora capirebbe. Spiegateci allora
perchè avete ridotto al rango di carta igienica la legge 241 del
1990, la legge sulla trasparenza amministrativa. In questi anni che
battaglie avete condotto in merito?O non siete stati invece voi ad
affossarla?
Ma l'acqua sale e le vie di fuga non si
trovano. Allora cosa fa il comandante?Si prende le sue responsabilità
e lascia per ultimo la nave? No, cerca di scaricare chi gli fa
concorrenza, denigrandolo. Da una parte i manager delle partecipate
vengono senza appello marchiati come servi della politica (ma come: e
le capacità?Siamo proprio sicuri che uno , dal privato, dove c'è la
vera competizione e selezione, quella del profitto, arrivi a ottenere
quegli incarichi solo col calcio nel sedere?E poi:non erano i vostri
idoli, punti di riferimento, modelli?Non volevate diventare come
loro?), senza tener conto (vedi la recente vicenda di Moretti, su cui
siamo però d'accordo con Della Valle) che quelli un po' di capacità
ce l'hanno e se lasciano il pubblico un lavoro nel privato lo
trovano. Siamo sicuri che questo valga anche per i dirigenti
statali?Poi scaricano i dirigenti esterni a tempo determinato. Servi,
a loro dire, del clientelismo e con retribuzioni fuori controllo e
dannose. Ma come, non erano colleghi in gamba da tutelare?Alla faccia
della solidarietà tra categorie della stessa confederazione!
Ma se volete suicidarvi, fatelo da soli
ma soprattutto in fretta. Non auto seviziatevi come, per esempio
quando cercate di far credere ai cittadini che siete soggetti alla
valutazione (ma quale?Notoriamente i dirigenti si valutano
reciprocamente e tutti raggiungono tutti i risultati prefissati) che
rispondete del vostro agire (certo, avendo l'avvocato dello stato
pagato dalla collettività ) e siete passibili di licenziamento (si,
su Marte).
In epoca di digitalizzazione poi (che
avreste dovuto gestire voi e che annulla il deficit dell'età) voler
scaricare i collaboratori più anziani è veramente penoso.
No,non ci siamo. Il problema della
dirigenza pubblica italiana siete voi, sindacalisti della dirigenza
dei miei stivali.
Se l'obbiettivo è retribuzioni più
giuste, uno stato migliore, una pa più efficiente la soluzione sola
è lo spoils-system e quindi tempo determinato per tutti. Il
dirigente non sarà più il membro di una casta ma dovrà essere
scelto dai politici eletti dal popolo in un sistema democratico di
alternanza con una legge elettorale che faccia emergere la volontà
popolare. Per realizzare un programma .Cambiare non conservare.
Mandando a casa, a termine del mandato, sia il politico che il
dirigente che non abbiano servito i cittadini o, peggio, violato le
leggi. Questo, si , è condivisibile da parte di tutti i cittadini,
rispetto ai quali voi avete una colpa enorme: quella di averli messi
in condizione, in questi anni, di odiare i dirigenti pubblici. Non
sappiamo se riusciremo a risollevarci dalla terra bruciata che avete
creato. Ci proveremo.
ADIR-AGL ALLEANZA MANAGER, PROFESSIONISTI, ALTE PROFESSIONALITA', DIRIGENTI PUBBLICI E PRIVATI
http://adir-agl.blogspot.it/
venerdì 4 aprile 2014
I SINDACATI RAPPRESENTATIVI DEL PUBBLICO IMPIEGO A COLLOQUIO COL MINISTRO MADIA...CHE LI TRATTA COME PALLINE DEL FLIPPER
Le risultanze dei primi incontri tra governo Renzi e sindacati del pubblico impiego offrono un quadro desolante del ritardo che queste organizzazioni, ancora una volta, rischiano di far scontare ai poveri , ma sonnolenti , lavoratori italiani. Che non ci fossero soldi per i rinnovi contrattuali lo si sapeva ancor prima dell'avvento di questo governo. E' da anni che lo sappiamo. Nonostante tutto, Renzi sarà il primo, dopo anni, a rimpinguare le buste paga, producendo, di fatto, gli effetti di un rinnovo economico del contratto. In poche parole un politico riformatore, da solo, ha realizzato quanto una pletora di sindacati , confederali o autonomi o conflittuali, non e' riuscita a fare, con il piccolo particolare, cari lavoratori, di avervi fatto buttare dieci volte di più in scioperi inutili, illusori, rituali e propagandistici. Alla faccia del sindacato che dialoga! Si tratta a pesci in faccia l'unico che mette in tasca i soldi ai lavoratori, dopo aver pomiciato per anni , tutti loro, neanche con i ministri ma con i tirapiedi dei direttori generali di ogni amministrazione. Vergogna! Il Ministro Madia ha detto la verità. Aumenti o nuovi concorsi per stabilizzare i precari solo se questa PA saprà produrre risparmi. La spending review , se si tratta di togliere soldi a chi vive la PA come un privilegio, e' quanto di piu di sinistra ci possa essere. La smettano i sindacati cosiddetti antagonisti di fare il gioco dei dinosauri della PA che usano come scudi umani, per sopravvivere, poveri disgraziati che guadagnano, nel pubblico, poco piu di 1000 euro al mese. Il futuro di quei lavoratori e' nella fine dei centri di privilegio e di chi li dirige. Chi ancora piange per i tagli lineari, passati,presenti e futuri non ha compreso (facendo pagare questo suo ritardo a chi rappresenta) che in Italia, almeno finchè non cambieranno gli italiani, solo tagli lineari potranno essere realizzati, perché appena ne vuoi fare uno mirato, mille mani di lobbisti cercano di deviarti il tiro e alla fine, se spari, lo puoi fare solo in aria. Se qualcuno pensa che vi sia esatta coincidenza tra noi e il punto di vista della Madia, sbaglia, poiché noi siamo per i prepensionamenti nel pubblico ma che non necessariamente producano nuove assunzioni . Ciò avvenga solo se, a seguito di una vera digitalizzazione della PA, vi sia assoluto bisogno di forza lavoro. Basta con i concorsi finalizzati a rendere la PA una valvola di sfogo della disoccupazione .Il vero interesse dei lavoratori pubblici e di tutti i cittadini è che la spending review di Cottarelli sia realizzata fino in fondo, che Renzi porti a compimento le sue riforme di portata storica. E che tutti i sindacati collaborino a questa opera di pulizia che se avviene in questi mesi in maniera cosi traumatica è perchè, evidentemente, dagli anni '80 ad oggi o non si è fatto nulla o, peggio, solo danni.
Da ultimo un appello a Renzi. Oggi hai ridotto le prerogative (permessi e distacchi) solo ai dirigenti. Ma perché non cominciamo a dire che permessi e distacchi pagati dallo Stato nel settore pubblico vanno aboliti e se un sindacato abbisogna di un lavoratore in permesso sindacale lo stesso deve essere pagato da quel sindacato? Faremmo cosi contenta la Camusso che è contro i prepensionamenti nel pubblico perchè dovrebbero allora essere fatti anche nel privato.
Da ultimo un appello a Renzi. Oggi hai ridotto le prerogative (permessi e distacchi) solo ai dirigenti. Ma perché non cominciamo a dire che permessi e distacchi pagati dallo Stato nel settore pubblico vanno aboliti e se un sindacato abbisogna di un lavoratore in permesso sindacale lo stesso deve essere pagato da quel sindacato? Faremmo cosi contenta la Camusso che è contro i prepensionamenti nel pubblico perchè dovrebbero allora essere fatti anche nel privato.
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martedì 1 aprile 2014
Milano, 16 aprile 2014, ore 21:00, commemorazione Giovanni Gentile
Cari amici ed associati, un grazie di cuore innanzitutto a coloro che hanno preso parte alla bella iniziativa condotta con Maurizio Cabona e l'ambasciatore Merola (su Volpi di Misurata ed il Festival di Venezia). Siamo riusciti a cogliere un livello di partecipazione davvero incoraggiante. L'attività prosegue: il 16 aprile (mercoledì), alle ore 21:00 ci troveremo a commemorare il 70° anniversario dell'assassinio di Giovanni Gentile, uno dei più grandi filosofi italiani, creatore del modello scolastico dove tutti noi abbiamo studiato e che ha istruito e formato milioni di Italiani. Al solito in Milano, via Duccio di Boninsegna 21/23 (piano terra, presso la sala pubblica a disposizione dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra). Con noi saranno due relatori che illustreranno la figura del grande siciliano, che pagò con la vita il suo impegno miitante, il suo studio, la sua autonomia e la sua libertà, la sua tolleranza ed il suo rispetto di tanti antifascisti, il suo richiamo all'unità nazionale con il famoso discorso del Campidoglio del giugno 1943. Seguirà un dibattito ed una riflessione comune, che auspico partecipata e costruttiva. Il modello educativo di Giovanni Gentile, il suo idealismo, sono esempio e cemento per ogni cultura combattente. Vi aspettiamo e vi invitiamo a fare girare la notizia, a portare con voi parenti, amici e conoscenti, in particolare se giovani. Un caro saluto a tutti
Andrea Benzi
Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra
TUTTE LE VIE SON PIANE ALL'ANIMOSO
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