Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

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(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

venerdì 31 agosto 2012

L'ADEGUAMENTO DELLE SANZIONI ALLE COOPERATIVE SARA' UN BUCO NELL'ACQUA

Questa è la novità
DECRETO SVILUPPO 2012 - «Disposizioni dirette a favorire la crescita, lo sviluppo e la competitività nei settori dell’infrastrutture, dell’edilizia e dei trasporti»







Articolo 46 - Adeguamento del sistema sanzionatorio delle cooperative

«1. All’articolo 12 del decreto legislativo 2 agosto 2002, n. 220, dopo il comma 5-bis sono aggiunti i seguenti commi:
“5-ter. Agli enti cooperativi che si sottraggono all’attività di vigilanza o risultano irreperibili al momento delle verifiche disposte nei loro confronti si applica la sanzione amministrativa da euro 50.000 ad euro 500.000 per il periodo in corso alla data di riscontro del comportamento elusivo da parte dell’autorità di vigilanza e per ciascuno dei successivi periodi fino alla cessazione dell’irreperibilità. La stessa norma si applica alle irregolarità previste dall'articolo 10 della legge 23 luglio 2009, n. 99, in sostituzione della sanzione della sospensione semestrale di ogni attività.”».
Questa è la situazione di molte cooperative in Italia
La vigilanza alle cooperative è organizzata in maniera che su di esse sia impossibile intervenire  seriamente. Infatti il controllo del rispetto delle norme sul lavoro è competenza del Ministero del Lavoro, quello invece sulla "mutualità" (cioè se si tratti o meno di cooperative genuine) è di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Se io sono un lavoratore sfruttato in una cooperativa e vado a denunciare ciò al Ministero del Lavoro il mio datore di lavoro lo viene a sapere prima che venga effettuato il controllo e, pertanto, io perdo il posto di lavoro.Quando il Ministero del Lavoro viene a fare il controllo il rapporto di lavoro si è ormai concluso, dalla documentazione sul lavoro non emergono irregolarità e, poichè ormai il rapporto di lavoro si è esaurito, il Ministero mi dice: se vuoi tutelare le tue ragioni devi fare causa al datore di lavoro. Solo vincendo la causa dopo anni avrei in teoria la possibilità di recuperare i miei soldi sempre che la cooperativa in cui ho lavorato esista ancora. Per l'INPS avviene una cosa analoga: attiva la sua vigilanza solo dopo che, dopo anni, sia stata emessa una sentenza che mi dia ragione. All'interno delle cooperative è impossibile aderire a un sindacato vero, pena il licenziamento immediato.Ovviamente il costo dell'iniziativa legale è tutto sulle mie spalle.
Se io, lavoratore sfruttato, lo sono anche perchè quella è una falsa cooperativa (cioè una impresa a scopo di lucro mascherata da cooperativa per godere delle agevolazioni) dove solo formalmente io sono coimprenditore ma in realtà
sono l'ultima ruota del carro ( devo solo obbedire, non partecipo alla vita sociale, ecc.), ciò non può interessare al Ministero del Lavoro perchè di competenza di un'altra Amministrazione, il Ministero dello Sviluppo Economico. Ma solo in teoria. Infatti se una cooperativa aderisce a una delle cinque centrali cooperative (Legacoop, Confcooperative, AGCI, UNCI, UNICOOP) la vigilanza obbligatoria per legge, con frequenza annuale o biennale , è svolta non da revisori statali ma da revisori privati reclutati e pagati dalla Centrale Cooperativa a cui quella cooperativa si è iscritta, pagando la relativa quota associativa (migliaia di euro).Quindi il controllore è retribuito dal mio datore di lavoro. Di solito dai verbali (che non comprendono indagini sul rapporto di lavoro) delle Centrali non emergono irregolarità e i giudizi sono quasi sempre benevoli. Se proprio qualcosa deve essere sistemato viene fatto dal revisore un invito a sanare quelle irregolarità (ma ripetiamo mai e poi mai relativamente al rapporto di lavoro) entro un determinato termine (3 mesi di solito) alla scadenza del quale c'è un accertamento che, se ha esito positivo, comporta la non proposta di provvedimenti al Ministero.E' di fatto impossibile che da queste revisioni scaturiscano proposte di ispezioni straordinarie , cioè fatte direttamente dal Ministero con ispettori statali, e anche se ciò in teoria avvenisse, accadrebbe dopo mesi quando tutti i buoi sono scappati. Il "pronto intervento" è sconosciuto nella vigilanza cooperativa così come in quella del lavoro. Solo le cooperative non aderenti a nessuna Centrale sono ispezionate annualmente o biennalmente da revisori statali ministeriali. In teoria, poichè in realtà vengono solo marginalmente investite dall'attività di vigilanza. Infatti i revisori cooperativi (oggi provenienti per lo più dalle fila del Ministero del Lavoro, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Agenzia delle Entrate) sono pochissimi, svolgono l'attività al di fuori dell'orario di ufficio, non sono supportati da una attività amministrativa decentrata a cura del Ministero dello Sviluppo Economico. La dirigenza del Ministero del Lavoro infatti da anni ostacola sia l'attività dei revisori appartenenti alla sua Amministrazione (frapponendo continui ostacoli burocratici) sia la possibilità che essi possano essere utilizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico (per esempio con processi di mobilità volontaria), la mattina, per supportare l'attività ispettiva vera e propria, in strutture che tra l'altro già sarebbero disponibili (gli uffici provinciali delle Poste).Anche le Ispezioni straordinarie di riflesso soffrono di tali problemi. Il Ministero dello Sviluppo Economico quindi gestisce solo dal centro (Roma) tutta questa attività , afflitto da una carenza paurosa di risorse umane e materiali.Quindi anche le cooperative non aderenti a Centrali che si comportano male , oltre a non essere toccate seriamente dalla vigilanza sul lavoro , non lo sono anche da quella sulla mutualità. Pur pagando le stesse, per quest'ultima, un cospicuo contributo biennale di revisione che storicamente solo in minima parte viene destinato alla vigilanza cooperativa.
Le cooperative che si comportano scorrettamente, in generale, si sono sempre fatte un baffo delle sanzioni, sia quelle sul lavoro che sulla mutualità.
Poichè l'ispettore di cooperative non ha i poteri dell'ufficiale di polizia giudiziaria , al contrario delle forze dell'ordine non ha la possibilità di operare a sorpresa ma deve sempre "bussare" alla porta (il rafforzamento delle prerogative in ispezione straordinaria è sempre stato più teorico che pratico).Inoltre non tutti sanno che egli non ha il potere di irrogare direttamente le sanzioni ma ha solo un potere "di proposta" la quale può essere accolta ma anche non accolta o commutata dal superiore Ministero previa consultazione della Commissione Centrale Cooperative (in cui sono rappresentate le Centrali ai massimi livelli).
Possiamo immaginare quali ampie possibilità di "farla franca" abbia una cooperativa che, pur sfortunata nell'essersi imbattuta nell'ispettore "sbagliato", sappia "muoversi bene" nei meandri ministeriali.
Inoltre, la vigilanza cooperativa ha più che una caratterizzazione poliziesca, una valenza bonaria di assistenza all'ente mutualistico. E a chi non viene l'istinto di accarezzare la testa a un Pittbull se questo, invece di digrignare i denti comincia a scodinzolare, a abbassare le orecchie e a farci gli occhi dolci?Ovviamente prima che dalla conclusione del verbale emerga che non trattasi di cucciolone ma di una belva vera e propria. Il fatto che l'ispettore di cooperative che si accolga che qualcosa non va nei rapporti di lavoro possa e debba inviare il proprio verbale all'Ispettorato del Lavoro non determina alcuna concreta conseguenza proprio perchè egli non può per legge invadere la competenza di un altra Amministrazione. E di solito il funzionario pubblico non inoltra denunce se non ha in mano qualcosa di solido.E come fa ad averlo se non può indagare e approfondire la materia?
Quelle all'inizio del presente articolo sono le "sanzioni" nella loro ultima versione relativamente ai casi di sottrazione all'attività di vigilanza, di irreperibilità e di inottemperanza alla diffida dell'ispettore (il già richiamato invito "a termine")
Come già "confessato" nella relazione ministeriale al provvedimento, il legislatore, che di solito si interessa di cooperative una volta ogni dieci anni su richiesta delle lobby del settore, questa volta è intervenuto sua sponte per racimolare almeno un milione di euro per anno (questa è la stima). In un certo senso a differenza del passato ora cerca di andare più al sodo con le cooperative poichè nè la crescente imponibilità di quota degli utili nè le paventate esclusioni da agevolazioni fiscali e di altra natura hanno mai dato effetti palpabili.
Ma ribadiamo che questo aggiustamento nelle sanzioni non avrà alcun effetto sulle situazioni esposte nel filmato, appunto perchè nulla mutano nel tratto fondamentale di insufficienza (voluta dal Potere  e non certo colpa degli addetti) dell'attività di vigilanza sulle cooperative, sia per la parte di competenza del Lavoro che in quella dello Sviluppo Economico (vi siete mai domandati perchè dal 2001 soprattutto il Lavoro ha fatto il possibile per scongiurare qualsiasi ipotesi di coordinamento tra le due Amministrazioni? Un caso? Ignavia o qualcosa di molto peggio?).
Diteci altrimenti quante cooperative, prima del proprio scioglimento volontario anticipato, abbiano restituito le agevolazioni fiscali e di altra natura ricevute. Diteci poi quante cooperative abbiano subito la sospensione dei  6 mesi e se questa sia stata effettivamente applicata e con quali reali effetti economici sull'attività di quegli enti. L'unico soggetto a cui va dato il merito di aver combinato qualcosa di serio in tutti questi anni, nel controllo sulle cooperative (pur anche qui, solitamente, in situazioni in cui gran parte dei beni avevano preso il volo) è la Guardia di Finanza.
Tutto fumo negli occhi , quindi, per distrarre dal vero nodo del problema. Vigilanza in capo alle Associazioni: nel 2012 non può più esistere che controllore e controllato coincidano. Occorre trovare la maniera che tutta la vigilanza sulle cooperative torni allo Stato, mantenendo ovviamente i posti di lavoro degli attuali revisori privati.
Vigilanza Statale: il Ministero della Funzione Pubblica faccia in modo che : Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia delle Entrate, prima a livello politico e poi di dirigenza si mettano attorno a un tavolo e  si incontrino ogni mese per coordinare l'attività dei loro revisori di cooperative, per mettere a loro disposizione le risorse necessarie, per fare in modo che vigilanza sul lavoro, sulla mutualità e fiscale vadano nella stessa direzione e nè si sovrappongano nè (maliziosamente) si dissocino. Subito consentire ai revisori che lo volessero di trasferirsi presso gli uffici periferici della vigilanza cooperativa (da istituire) e subito ritorno dell'esame dei verbali di revisione delle Associazioni agli uffici pubblici i quali curino, come qualche anno fa, diffida e accertamento (è assurdo infatti che questi ultimi due passaggi vengano gestiti, in evidente conflitto di interessi, dalle Associazioni stesse). Le Centrali ,che sovente si lamentano di subire concorrenza sleale dalle non associate non vigilate dallo Stato, ora facciano in modo che non accada che le aderenti abbiano dei vantaggi rispetto alle non aderenti in caso di non ottemperanza alle diffide. Diano prova di maturità e contribuiscano, con questo sacrificio, a rifondare il nostro Paese su basi di maggiore serietà.