Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
venerdì 29 novembre 2013
SABATO 30 NOVEMBRE 2013, ORE 17,30, MILANO, VIA DUCCIO DI BONINSEGNA 21/23 (MM1 BUONARROTI) CONFERENZA DEL PROF. FRANCESCO INGRAVALLE SU WERNER SOMBART "MERCANTI ED EROI"
Riceviamo dall'Avv. Andrea Benzi, Segretario Nazionale dell'ANVG Associazione Nazionale Volontari di Guerra e volentieri pubblichiamo, invitando tutti a partecipare numerosi.
AGL
"""""""""Ricordo a tutti l'evento culturale di sabato 30 novembre 2013, alle ore 17,30 presso la sala pubblica adiacente alla nostra sede di Milano, via Duccio di Boninsegna 21/23.
Sarà con noi il prof. Francesco Ingravalle dell'Università di Alessandria.
Ci parlerà del testo di Werner Sombart "Mercanti ed Eroi".
Per saperne di più sulla figura di Werner Sombart vi invito a leggere la relativa voce su wikipedia.
Ancora ricordo a tutti gli associati e simpatizzanti che il 30 novembre è il termine per il tesseramento 2013. Chi non ha rinnovato l'adesione all'Associazione e chi invece intendesse farlo, deve inviare un contributo di 30 euro all'IBAN sotto indicato (conto corrente postale intestato alla Federazione di Milano)IT 40 J 07601 01600 000037287208
Un saluto a tutti, vi aspetto aspetto sabato, non mancate.
Andrea Benzi
Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra"""""""""
giovedì 28 novembre 2013
ALAPMI-AGL (Lavoratori Artigianato e PMI) : PER LE PICCOLE IMPRESE MENO TASSE E BUROCRAZIA MA ANCHE DIRITTI, SOLDI E PARI DIGNITA' PER I LAVORATORI. SOLO COSI' POTRANNO VERAMENTE SOPRAVVIVERE
(immagine da www.pixabay.com)
SANTA MARGHERITA LIGURE (GENOVA) - Pagati non per lavorare ma per
scioperare. Succede a Santa Margherita Ligure dove un impresario
edile, Fabrizio Martin, ha assicurato lo stipendio della giornata ai
suoi dipendenti che si è portato in piazza per protestare.
Martin è l'esponente locale di Icr (Imprese che resistono), giovane associazione di commercianti, artigiani, piccole imprese e partite Iva chiamati a raccolta oggi per una serrata nazionale di quattro ore contro le tasse troppo alte. "Vorrei assumere un dipendente in più - rivela Martin - ma non ci riesco. A me un lavoratore costa 3.800 euro al mese, in tasca al dipendente vanno 1.500 euro; 1.700 sono di tasse e 500 di cassa edile. Non è possibile andare avanti così". Aggiunge: "Vorrei una legge che mi dicesse: assumi a un costo più basso e poi se io, Stato, in cantiere trovo un lavoratore in nero tu chiudi. Oggi invece chi vuole fare le cose in regola non ce la fa. E prolifera il lavoro nero, tanto l'imprenditore al massimo prende 2.000 euro di multa e finita lì". Nel Tigullio circa 250 attività hanno aderito alla serrata.”””””””””
Da www.ansa.it
: “””””””””
'Pagati non per lavorare, ma per scioperare'
'Troppe tasse, vorrei assumere ma non ci riesco'
27 novembre, 17:25
Martin è l'esponente locale di Icr (Imprese che resistono), giovane associazione di commercianti, artigiani, piccole imprese e partite Iva chiamati a raccolta oggi per una serrata nazionale di quattro ore contro le tasse troppo alte. "Vorrei assumere un dipendente in più - rivela Martin - ma non ci riesco. A me un lavoratore costa 3.800 euro al mese, in tasca al dipendente vanno 1.500 euro; 1.700 sono di tasse e 500 di cassa edile. Non è possibile andare avanti così". Aggiunge: "Vorrei una legge che mi dicesse: assumi a un costo più basso e poi se io, Stato, in cantiere trovo un lavoratore in nero tu chiudi. Oggi invece chi vuole fare le cose in regola non ce la fa. E prolifera il lavoro nero, tanto l'imprenditore al massimo prende 2.000 euro di multa e finita lì". Nel Tigullio circa 250 attività hanno aderito alla serrata.”””””””””
COMMENTO ALAPMI-AGL
Lavoratori Artigianato e Piccole e Medie Imprese:
L'AGL guarda con interesse a queste
nuove associazioni (ICR. CONFAPRI, ecc.) che danno voce alle imprese
che stanno per morire nel nostro Paese. Condividiamo molte delle loro
proposte e non escludiamo futuri contatti, confronti e iniziative
comuni. Come ALLEA (lavoratori edilizia) http://allea-agl.blogspot.it
da tempo ci siamo scagliati contro l'obbligo di adesione alla Cassa
Edile (partita con le migliori intenzioni ma oggi, di fatto,
l'ennesimo regalo della burocrazia ministeriale a carrozzoni di
emanazione sindacale) e come ALP (lavoratori pubblici)
http://alp-agl.blogspot.it
abbiamo fatto molto di più, attraverso precise proposte , per dire
chiaramente che è ingiusto che il lavoro dipendente venga tassato in
quella maniera e in quelle dimensioni, suggerendo ai lavoratori del
settore come rendersi protagonisti del cambiamento, riscattandosi una
volta per tutte dall'immagine con cui vengono dipinti. Aggiungiamo
pure un ulteriore costo, quello della piccola corruzione a beneficio
di funzionari pubblici infedeli, che molte PMI sono costrette a
subire. Una cosa però la vorremmo dire: così come queste nuove
esperienze associative stanno mettendo l'accento su argomenti
trascurati dal grande associazionismo imprenditoriale e dalle grandi
imprese, dicendo cose sacrosante, dimostrino di essere innovativi
anche su un altro piano , non meno importante: la necessità che si
volti pagina in merito al comportamento recente, di ogni tipo di
impresa o datore di lavoro, nei confronti dei diritti di ogni
lavoratore. Se è vero infatti che imprenditore e lavoratore nelle
micro, piccole e medie imprese sono molte volte solidali perchè
vivono gomito a gomito , altrettanto frequentemente accade che
questi ambiti lavorativi si trasformino in inferno per tante persone
che spesso, anche sindacalmente, restano sole, senza tutele e
garanzie, vittime di leggi ingiuste là dove limitano le prerogative
sindacali per le aziende sotto i 15 dipendenti. Un lavoro sicuro e
dignitoso non è un lusso ma è condizione affinchè qualsiasi
impresa possa sopravvivere ed essere competitiva valorizzando il
fattore più prezioso. Non si chieda quindi ai lavoratori, seppure
anch'essi afflitti dalla crisi di rappresentanza delle loro vecchie
organizzazioni sindacali, in nome della lotta per la sopravvivenza,
di contribuire a costruire nuove ingiustizie né a rinunciare a far
valere , tramite un sano conflitto sociale, irrinunciabile nelle
democrazie e nelle economie libere, le loro legittime e più moderne
istanze
Per saperne , comunque, di più:
SITO ICR
http://www.impresecheresistono.org/
SITO CONFAPRI http://www.confapri.it/
ALAPMI-AGL Alleanza
Lavoratori Artigianato e Piccole e Medie Imprese aderente alla AGL
martedì 19 novembre 2013
TRAGEDIA SARDEGNA: VERGOGNA POLITICA NAZIONALE
F35: 25 MILIARDI DI EURO
TAV: 2,8 MILIARDI DI EURO
PONTE SULLO STRETTO (ABORTITO MA NON A COSTO ZERO): 610 MILIONI DI EURO
DISSESTO DEL TERRITORIO SARDO: NON ERA CONSIDERATA UNA PRIORITA'.
PER ORA: 20 MILIONI DI EURO PER FRONTEGGIARE I DANNI. POI SI VEDRA'......
TAV: 2,8 MILIARDI DI EURO
PONTE SULLO STRETTO (ABORTITO MA NON A COSTO ZERO): 610 MILIONI DI EURO
DISSESTO DEL TERRITORIO SARDO: NON ERA CONSIDERATA UNA PRIORITA'.
PER ORA: 20 MILIONI DI EURO PER FRONTEGGIARE I DANNI. POI SI VEDRA'......
giovedì 14 novembre 2013
UNA PROPOSTA DEL SINDACATO DIRIGENTI DELL'AGL PER FAR FRONTE DA SUBITO ALLE NUOVE POVERTA': OGNI MESE, META' STIPENDIO DEL DIRIGENTE PUBBLICO MESSO A DISPOSIZIONE , VOLONTARIAMENTE, DEI SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI RESIDENZA
E' notizia di oggi: per l'OCSE i dirigenti pubblici italiani sono i più pagati del mondo, quasi il triplo della media.
Nel frattempo diviene sempre più
insopportabile i fenomeno degli anziani che non riuscendo ad arrivare
alla fine del mese sono costretti a rovistare tra i rifiuti dei
mercati rionali e dei supermercati per mettere insieme un misero
pasto.
Come già avvenuto da parte di molti
calciatori che si sono ridotti lo stipendio per senso di
responsabilità in questa tremenda crisi, riteniamo che anche i
dirigenti pubblici italiani, non tutti responsabili di queste assurde
distorsioni retributive, debbano schierarsi dalla parte del Bene e
del Prossimo, dando per primi l'esempio. L'ADIR-AGL, nel continuare
ad auspicare la riforma della Pubblica Amministrazione e del sistema
pensionistico, certo di non immediata realizzazione, propone per
intanto a tutti i dirigenti pubblici italiani, nell'emergenza, di
destinare d'ora in poi, volontariamente, ogni mese, ai Servizi
Sociali del proprio Comune di residenza, metà del proprio stipendio.
Sapranno sicuramente questi Uffici destinare queste prime risorse a
chi veramente ne ha più urgente ed immediato bisogno. E chiediamo
che il Ministero della Funzione Pubblica renda noto l'elenco di quei
dirigenti che vorranno partecipare a questa iniziativa. Quanto ne
sarebbe importante il successo, per ridare credibilità alla
dirigenza, alla pubblica amministrazione e alla possibilità del
nostro Paese di riprendersi!
ADIR-AGL
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da www.ansa.it
“””””””””Ocse:dirigenti Pa Italia più pagati,quasi triplo media
solo per 28% cittadini fiducia in governo
14 novembre, 14:21
I senior manager della pubblica
amministrazione centrale italiana sono i più pagati dell'area Ocse,
con uno stipendio medio di 650 mila dollari, oltre 250 mila in più
dei secondi classificati (i neozelandesi con 397 mila dollari) e
quasi il triplo della media Ocse (232 mila dollari). Lo rileva
l'Ocse, con dati aggiornati al 2011. In Francia, un dirigente dello
stesso livello guadagna in media 260 mila dollari all'anno, in
Germania 231 mila e in Gran Bretagna 348 mila. Negli Stati Uniti, la
retribuzione media è di 275 mila dollari.
(...)”””””””””
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Se la pensione non basta la spesa si fa tra i rifiuti
Maria
Sorbi - Mer, 13/11/2013 - 07:14
“””””””Arriva mentre il mercato sta per sbaraccare,
attorno alle due del pomeriggio. Tanto la merce sui banchi non gli
interessa, è troppo cara. Lui va in cerca degli scarti tra i cumuli
di cassette di legno gettate negli angoli.
E lì trova sempre qualcosa: cespi di insalata ancora buona,
resti di cavoli e carciofi, qualche finocchio malconcio ma, tutto
sommato, mangiabile. Basta non fare troppo gli schizzinosi e la
spesa è fatta.
Così, al mercato-bene di via Cesariano, a pochi passi dall'Arena, fa provviste un anziano, habitué della zona. Non è un barbone, né uno che vive di stenti per la strada. È semplicemente uno a cui la pensione non basta, uno che tira a campare. E allora eccolo attraversare la doppia corsia di via Melzi d'Eril con la sua busta della spesa già usata e ripiegata chissà quante volte. La porta, ancora vuota, dietro la schiena, va di buon passo sulle sue Adidas con la para, si guarda attorno e un po' dissimula l'imbarazzo per la missione settimanale tra le bancarelle. Poi si china, fruga con pazienza tra gli scarti e scova frutta e verdura.
Nel frattempo gli ambulanti smontano i loro tendoni. «Non immagina quanta gente così c'è» commenta una venditrice mentre ritira le cassette di cachi ancora intonsi snobbati dalle sciure del quartiere. A sentire i fruttivendoli dietro alle bilance, sono parecchie le persone che vanno a fare la spesa tra i cumuli di rifiuti del mercato. Quelli dove nemmeno i cani chic dell'isolato si fermano a nasare qualcosa da addentare. Andrea e suo padre, che da una vita hanno un banco di primizie in via Cesariano, per risparmiare a tanta povera gente l'umiliazione di chinarsi a cercare qualche foglia di insalata di scarto, alla fine della giornata preparano un po' di sacchettini di verdura di seconda scelta o rimasta invenduta e li regalano a chi non può. «Guardi che anche le signore di un certo livello hanno dimezzato la spesa, mica soli i poveretti» commentano gli ambulanti. Insomma, prima le famiglie mandavano le colf a riempire sacchi di frutta esotica e verdure selezionatissime, ora hanno ridotto quantità e qualità.
«Lavoro in questo mercato da oltre dieci anni - conferma all'angolo un venditore mentre sistema i sacchi di noci - e devo ammettere che è un disastro. Non solo nell'ultimo anno le vendite sono calate ma ci sono sempre più persone, soprattutto anziani, che ci chiedono roba ammaccata pur di pagare meno. O che vanno a cercare tra le cassette da gettare via».
Questo accade in un mercato del centro. Ma le stesse scene si vedono ovunque: a Papiniano e, motivo in più, nei mercati di periferia. Idem all'Ortomercato il sabato mattina. A darcene conferma è Ketty Capra, in rappresentanza degli ortofrutticoli. «Ormai tra gli scarti non frugano più solo stranieri e barboni - racconta - ma anche persone che non diresti mai e tanti anziani. Spesso le famiglie, soprattutto alla fine del mese, ci chiedono se avanziamo qualcosa o se abbiamo roba di scarsa qualità per risparmiare un po'». La seconda scelta insomma è diventata merce preziosa. Tanto che anche gli ambulanti che vanno a rifornirsi in via Lombroso la comprano in quantità molto maggiori rispetto al passato. È una regola del mercato: l'offerta segue la crescita della domanda. “””””””””
Così, al mercato-bene di via Cesariano, a pochi passi dall'Arena, fa provviste un anziano, habitué della zona. Non è un barbone, né uno che vive di stenti per la strada. È semplicemente uno a cui la pensione non basta, uno che tira a campare. E allora eccolo attraversare la doppia corsia di via Melzi d'Eril con la sua busta della spesa già usata e ripiegata chissà quante volte. La porta, ancora vuota, dietro la schiena, va di buon passo sulle sue Adidas con la para, si guarda attorno e un po' dissimula l'imbarazzo per la missione settimanale tra le bancarelle. Poi si china, fruga con pazienza tra gli scarti e scova frutta e verdura.
Nel frattempo gli ambulanti smontano i loro tendoni. «Non immagina quanta gente così c'è» commenta una venditrice mentre ritira le cassette di cachi ancora intonsi snobbati dalle sciure del quartiere. A sentire i fruttivendoli dietro alle bilance, sono parecchie le persone che vanno a fare la spesa tra i cumuli di rifiuti del mercato. Quelli dove nemmeno i cani chic dell'isolato si fermano a nasare qualcosa da addentare. Andrea e suo padre, che da una vita hanno un banco di primizie in via Cesariano, per risparmiare a tanta povera gente l'umiliazione di chinarsi a cercare qualche foglia di insalata di scarto, alla fine della giornata preparano un po' di sacchettini di verdura di seconda scelta o rimasta invenduta e li regalano a chi non può. «Guardi che anche le signore di un certo livello hanno dimezzato la spesa, mica soli i poveretti» commentano gli ambulanti. Insomma, prima le famiglie mandavano le colf a riempire sacchi di frutta esotica e verdure selezionatissime, ora hanno ridotto quantità e qualità.
«Lavoro in questo mercato da oltre dieci anni - conferma all'angolo un venditore mentre sistema i sacchi di noci - e devo ammettere che è un disastro. Non solo nell'ultimo anno le vendite sono calate ma ci sono sempre più persone, soprattutto anziani, che ci chiedono roba ammaccata pur di pagare meno. O che vanno a cercare tra le cassette da gettare via».
Questo accade in un mercato del centro. Ma le stesse scene si vedono ovunque: a Papiniano e, motivo in più, nei mercati di periferia. Idem all'Ortomercato il sabato mattina. A darcene conferma è Ketty Capra, in rappresentanza degli ortofrutticoli. «Ormai tra gli scarti non frugano più solo stranieri e barboni - racconta - ma anche persone che non diresti mai e tanti anziani. Spesso le famiglie, soprattutto alla fine del mese, ci chiedono se avanziamo qualcosa o se abbiamo roba di scarsa qualità per risparmiare un po'». La seconda scelta insomma è diventata merce preziosa. Tanto che anche gli ambulanti che vanno a rifornirsi in via Lombroso la comprano in quantità molto maggiori rispetto al passato. È una regola del mercato: l'offerta segue la crescita della domanda. “””””””””
IL VIDEO DELLA 3^ GIORNATA NAZIONALE DEL SINDACALISMO
Ci complimentiamo con Geremia Mancini (Segretario Confederale dell'UGL)
per aver organizzato la pregevole iniziativa. Segnaliamo, tra gli altri,
gli interventi e le premiazioni dell'Avv. Andrea Benzi (dal minuto 8:21
al minuto 11:14) e del Sen. Giorgio Benvenuto, politico e storico
leader sindacale della UIL (dal minuto 25:55 al minuto 28:11).
Ecco il link del video:
Ecco il link del video:
http://www.youtube.com/watch?v=incfhGSuhb0
(nella foto: Giorgio Benvenuto in una assemblea del 1980 all'Alfa Romeo di Arese-MI)
(nella foto: Giorgio Benvenuto in una assemblea del 1980 all'Alfa Romeo di Arese-MI)
Etichette:
Andrea Benzi,
Filippo Corridoni,
Geremia Mancini,
Giorgio Benvenuto,
Giornata Nazionale del Sindacalismo,
Premio Ambasciatori della Fame,
Video
venerdì 8 novembre 2013
ALAC-AGL: DOPO LO SCIOPERO PLEBISCITARIO DEL 31 OTTOBRE (BELLO MA TRAGICO) QUALI LE VERE PROSPETTIVE DEI LAVORATORI BANCARI?
La disdetta del CCNL da parte dell'ABI
è stata solo l'ultima puntata di una vicenda contrattuale nella
quale è stata sempre di più erosa la forza del sindacato e
peggiorata la condizione dei lavoratori.
Solo loro hanno pagato gli sbagli,
costosissimi, dei manager che hanno affossato le aziende. Come nella
scherma, la marcia all'indietro sembra non finire mai lungo la
pedana. L'ABI è forte perchè tutto il sistema è con essa, i
lavoratori sembrano condannati a un supplizio infinito e alla loro
estinzione.
Ovviamente il coro sindacale, unito più
che altrove e intonato nella sconfitta, cerca di vendere come meglio
può ogni minima concessione recente o paventata e a mettere in ombra
i pesanti prezzi fatti pagare da mesi ai lavoratori.
Vedremo quanto costerà, in aggiunta,
l'accordo sindacale “obbligato” per evitare che il Fondo Esuberi
finisca nel calderone Inps.
Sarà un prezzo occupazionale più che
retributivo e normativo, anche perchè ormai su questi ultimi due
aspetti non è rimasta quasi più neppure la cinghia da tirare.Non è
difficile immaginare che l'unico tipo di sindacato che possa
sopravvivere in questo contesto di piallatura di qualsiasi diritto e
riconoscimento economico sia quello ruffiano e
collaborativo.Arriveranno sicuramente segnali in tal senso,
probabilmente indotti dalla necessità di trasformare il Fondo
Esuberi in Ente Bilaterale.Quindi mano libera per le direzioni
aziendali e biada a volontà per le organizzazioni sindacali che
vorranno “concertare”.
I lavoratori non si illudano. Anche
dopo la bufera la loro condizione non migliorerà se non smetteranno
di delegare le loro istanze a sindacati tanto forti numericamente
quanto perdenti di natura.
ALCOM-AGL: SOLIDARIETA' AI GIORNALISTI DELLA GAZZETTA DELLO SPORT IN SCIOPERO. MA PERCHE' NON SI SONO UNITI QUELLI DEL CORRIERE DELLA SERA?
Da www.gazzetta.it
La Gazzetta sciopera per due giorni
I motivi della scelta dei giornalisti
Milano, 06 novembre 2013
La Rcs decide di svendere la sede storica di via Solferino, ennesima operazione discutibile. Lo scandalo Recoletos e le altre mosse finanziarie che stanno portando al disfacimento una importante azienda editoriale
- Lo stabile di via Solferino: sede di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Ansa
"""""""""Domani e venerdì la Gazzetta dello Sport non sarà in
edicola e il suo sito dalla mezzanotte di mercoledì non verrà
aggiornato. La redazione ha deciso di scioperare di fronte all'ennesimo
episodio di mala gestione da parte della proprietà e del management
dell'azienda. Ci voleva il ritorno della Fiat come azionista di
maggioranza del gruppo Rcs per assistere allo scempio della "svendita"
del palazzo storico di via Solferino e di quello di via San Marco a
Milano, deliberata mercoledì dal consiglio di amministrazione e
comunicata in tardissima ora sperando non facesse troppo rumore.
Un'operazione da 120 milioni di euro, a fronte di una
ristrutturazione recente costata 80 milioni e un affitto da versare agli
acquirenti che rende alla fine la plusvalenza quasi nulla. Soci e
manager continuano così nell'opera di disfacimento di un'importante
azienda editoriale dismettendo anche l'ultimo bene immobile in suo
possesso, garanzia quantomeno delle liquidazioni dei lavoratori. Con una
mano gli azionisti - dopo decenni di dividendi incassati - deliberano
l'aumento di capitale (reso necessario solo dai loro pasticci) mentre
con l'altra si rimettono in tasca qualcosa. Intanto abbattono senza
sosta i costi che non dovrebbero toccare, iniziando dai posti di lavoro
(370 persone in cassa integrazione, anticamera del licenziamento, nel
settore Periodici e robusti esuberi tra i Quotidiani) per arrivare alle
pagine di giornale. Ricette trite, perdenti e di brevissimo respiro.
Errori che partono da lontano ma hanno nomi e cognomi.
Dagli Anni 90, quando la stessa Fiat rifila a Rcs la Fabbri decotta
facendosela pagare ampiamente (risultato: zavorra di debiti e svariati
posti di lavoro in fumo). Per arrivare alla fallimentare operazione
spagnola per l'acquisto di Recoletos nel 2007, che definire torbida è
poco. Vittorio Colao, ultimo manager indipendente di questa azienda,
boccia l'acquisto. E allora cosa fanno gli azionisti? Via Colao e dentro
Antonello Perricone, "suggerito" da Luca di Montezemolo. Immediato
semaforo verde per la frittata spagnola, con un'azienda già in crisi
strapagata 1.100 milioni di euro. Dopo di che, al termine di un lustro
di vuoto pneumatico in termini di idee e investimenti, Perricone saluta
portandosi via una lautissima e clamorosamente immeritata buonuscita da
3,4 milioni di euro. Dove finisce? A fare l'amministratore delegato di
Italo, il treno di Montezemolo e Della Valle...
Subentra un nuovo management che, ovviamente, taglia con la
scure e mette insieme un piano triennale che annuncia investimenti
multimediali e obiettivi quantomeno ambiziosi. Un anno è già passato e
di investimenti non s'è vista nemmeno l'ombra. Si sono invece viste solo
mosse finanziarie, parecchio discutibili. Che tristezza. Pensavamo che
qui si facessero giornali, non operazioni di acrobazia economica o
giochetti per contare nelle stanze del potere. E vi raccomandiamo le
banche. Prontissime a finanziare Tronchetti Provera (amico azionista,
naturalmente) per riprendersi il controllo della Pirelli con soldi non
suoi, ma incapaci di dare fiato al primo gruppo editoriale italiano,
salvaguardando la sua indipendenza e garantendo il suo sviluppo.
Infine una riflessione anche per il sindaco Pisapia, che
non ha speso una parola sulla vicenda. Come se un privato comprasse la
Scala e il primo cittadino di Milano se ne stesse zitto e lontano.
Quando tra qualche anno in sala Albertini ci faranno feste in stile
Billionaire magari verrà invitato anche lui. Dovrebbe, insieme a tutti
gli altri, provare a pensare a quando i giornalisti, seppur pesantemente
sollecitati, non se ne andarono da questo edificio in tempo di Guerra. E
a quando, durante la Resistenza, tra le rotative si nascondevano le
armi per combattere fascisti e nazisti. Forse qualcuno riuscirà a capire
perché mettere la storia in mano a un fondo speculativo immobiliare
americano è una vergogna.
Il comitato di redazione della Gazzetta dello Sport"""""""""
ALP-AGL: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE INIZIERA' A CAMBIARE QUANDO ANCHE I SINDACALISTI AVRANNO IL CORAGGIO DI PAPA FRANCESCO NELL'AMMONIRE IMPIEGATI E DIRIGENTI CORROTTI O TENTATI DAL DIVENTARLO
Da www.ansa.it
Papa: basta 'dea tangente', corruzione toglie la dignità
''Chi la pratica dà ai figli pane sporco''
08 novembre, 12:39
CITTA' DEL VATICANO - Chi "pratica le tangenti" ha "perso la dignità"
e dà ai figli "pane sporco". Papa Francesco ha dedicato la sua omelia a
Santa Marta a un lungo appello contro i guadagni da "corruzione", la
cui abitudine "dà dipendenza", pregando infine "perché il Signore cambi
il cuore di questi devoti della dea tangente".
Il Papa, nell'omelia, ha pregato per i tanti giovani che ricevono dai genitori "pane sporco", guadagno frutto di tangenti e corruzione, e hanno fame di dignità perché il lavoro disonesto toglie la dignità. La parabola dell'amministratore disonesto, riferisce la Radio Vaticana, ha dato lo spunto al Papa per parlare "dello spirito del mondo, della mondanità", di "come agisce questa mondanità e quanto pericolosa sia". Gesù "pregava il Padre perché i suoi discepoli non cadessero nella mondanità". "E' il nemico": "Quando noi pensiamo ai nostri nemici, davvero pensiamo prima al demonio, perché è proprio quello che ci fa male. L'atmosfera, lo stile di vita piace tanto al demonio, è questa mondanità: vivere secondo i valori - fra virgolette - del mondo. E questo amministratore è un esempio di mondanità". "Qualcuno di voi potrà dire - ha proseguito -: 'Ma, questo uomo ha fatto quello che fanno tutti!'. Ma tutti, no! Alcuni amministratori, amministratori di aziende, amministratori pubblici; alcuni amministratori del governo... Forse non sono tanti. Ma è un po' quell'atteggiamento della strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita". Nella parabola, il padrone loda l'amministratore disonesto per la sua furbizia: "Eh sì, questa è una lode alla tangente! E l'abitudine della tangente è un'abitudine mondana e fortemente peccatrice. E' un'abitudine che non viene da Dio: Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! E quest'uomo, amministratore, lo portava, ma come? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità! E questo è un peccato grave! Perché si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh!".
Dunque - ha affermato il Papa - l'abitudine alle tangenti diventa una dipendenza. Ma se c'è una "furbizia mondana" - ha proseguito papa Francesco - c'è anche una "furbizia cristiana, di fare le cose un po' svelte... non con lo spirito del mondo", ma onestamente. E' ciò che dice Gesù quando invita ad essere astuti come i serpenti e semplici come colombe: mettere insieme queste due dimensioni - ha sottolineato - "è una grazia dello Spirito Santo", un dono che dobbiamo chiedere. Infine, ha concluso con una preghiera: "Forse oggi ci farà bene a tutti noi pregare per tanti bambini e ragazzi che ricevono dai loro genitori pane sporco: anche questi sono affamati, sono affamati di dignità! Pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente e se ne accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro onesto, dal lavoro di ogni giorno e non da queste strade più facili che alla fine ti tolgono tutto". "E poi finirei - ha aggiunto - come quell'altro del Vangelo che aveva tanti granai, tanti silos ripieni e non sapeva che farne: 'Questa notte dovrai morire', ha detto il Signore. Questa povera gente che ha perso la dignità nella pratica delle tangenti soltanto porta con sé non il denaro che ha guadagnato, ma la mancanza di dignità! Preghiamo per loro!".
Il Papa, nell'omelia, ha pregato per i tanti giovani che ricevono dai genitori "pane sporco", guadagno frutto di tangenti e corruzione, e hanno fame di dignità perché il lavoro disonesto toglie la dignità. La parabola dell'amministratore disonesto, riferisce la Radio Vaticana, ha dato lo spunto al Papa per parlare "dello spirito del mondo, della mondanità", di "come agisce questa mondanità e quanto pericolosa sia". Gesù "pregava il Padre perché i suoi discepoli non cadessero nella mondanità". "E' il nemico": "Quando noi pensiamo ai nostri nemici, davvero pensiamo prima al demonio, perché è proprio quello che ci fa male. L'atmosfera, lo stile di vita piace tanto al demonio, è questa mondanità: vivere secondo i valori - fra virgolette - del mondo. E questo amministratore è un esempio di mondanità". "Qualcuno di voi potrà dire - ha proseguito -: 'Ma, questo uomo ha fatto quello che fanno tutti!'. Ma tutti, no! Alcuni amministratori, amministratori di aziende, amministratori pubblici; alcuni amministratori del governo... Forse non sono tanti. Ma è un po' quell'atteggiamento della strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita". Nella parabola, il padrone loda l'amministratore disonesto per la sua furbizia: "Eh sì, questa è una lode alla tangente! E l'abitudine della tangente è un'abitudine mondana e fortemente peccatrice. E' un'abitudine che non viene da Dio: Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! E quest'uomo, amministratore, lo portava, ma come? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità! E questo è un peccato grave! Perché si incomincia forse con una piccola bustarella, ma è come la droga, eh!".
Dunque - ha affermato il Papa - l'abitudine alle tangenti diventa una dipendenza. Ma se c'è una "furbizia mondana" - ha proseguito papa Francesco - c'è anche una "furbizia cristiana, di fare le cose un po' svelte... non con lo spirito del mondo", ma onestamente. E' ciò che dice Gesù quando invita ad essere astuti come i serpenti e semplici come colombe: mettere insieme queste due dimensioni - ha sottolineato - "è una grazia dello Spirito Santo", un dono che dobbiamo chiedere. Infine, ha concluso con una preghiera: "Forse oggi ci farà bene a tutti noi pregare per tanti bambini e ragazzi che ricevono dai loro genitori pane sporco: anche questi sono affamati, sono affamati di dignità! Pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente e se ne accorgano che la dignità viene dal lavoro degno, dal lavoro onesto, dal lavoro di ogni giorno e non da queste strade più facili che alla fine ti tolgono tutto". "E poi finirei - ha aggiunto - come quell'altro del Vangelo che aveva tanti granai, tanti silos ripieni e non sapeva che farne: 'Questa notte dovrai morire', ha detto il Signore. Questa povera gente che ha perso la dignità nella pratica delle tangenti soltanto porta con sé non il denaro che ha guadagnato, ma la mancanza di dignità! Preghiamo per loro!".
giovedì 7 novembre 2013
CGIL,CISL,UIL: "Sono cinque anni che si ripetono finanziarie che non danno risposte al Paese”
Li ringraziamo: non ce ne eravamo accorti. E neppure che le finanziarie più addietro fossero soddisfacenti. Ma se il quadro è questo, che senso ha avuto per 12 milioni di lavoratori aderire a questi sindacati? E chi ci dice che non saranno buttati anche questi soldi che ci chiedono di sacrificare con i loro scioperi?
Una sola redistribuzione funziona in Italia: quella dalle tasche dei lavoratori alle casse dei sindacati "storici". E non sarà facile uscirne fuori: si sono istituzionalizzati, sono corresponsabili e cointeressati al mantenimento delle normative bizantine su fisco, previdenza e lavoro. Altrimenti di cosa camperebbero i loro Caf, Patronati e Enti Bilaterali? E che speranze avrebbero i Fondi Pensione amministrati da loro se la Previdenza Pubblica fosse in grado di dare pensioni dignitose?
Una sola redistribuzione funziona in Italia: quella dalle tasche dei lavoratori alle casse dei sindacati "storici". E non sarà facile uscirne fuori: si sono istituzionalizzati, sono corresponsabili e cointeressati al mantenimento delle normative bizantine su fisco, previdenza e lavoro. Altrimenti di cosa camperebbero i loro Caf, Patronati e Enti Bilaterali? E che speranze avrebbero i Fondi Pensione amministrati da loro se la Previdenza Pubblica fosse in grado di dare pensioni dignitose?
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