Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro

Confederazione Sindacale A.G.L. Alleanza Generale del Lavoro
(confederazione sindacale dei lavoratori) codice fiscale: 97624870156; atto costitutivo (e statuto) registrato presso l'Agenzia delle Entrate, DP I MILANO-UT di Milano 1, in data 04/06/2012, serie 3, n.7107- sede naz.le:Via Antonio Fogazzaro 1, sc.sin. 3° piano, 20135 Milano, tel.3349091761, fax +39/1782736932, Whatsapp 3455242051, e-mail agl.alleanzageneraledellavoro@gmail.com ; e-mail certificata: alleanzageneraledellavoro@pec.it

venerdì 30 maggio 2014

Tiberio e Gaio Gracco (3 giugno - ANVG Milano); Catilina (10 giugno - ANVG Milano)


Cari associati ed amici, ricordo a tutti i prossimi due eventi che completano e concludono il ciclo di incontri e riflessioni sulla storia romana antica:
1. Martedì 3 giugno 2013, ore 21,30, incontro "I gioielli di Cornelia", l'azione politica di Tiberio e Gaio Gracco
2. Martedì 10 giugno 2013, ore 21,30, incontro "La congiura di Catilina". Valore o delitto? L'ultimo sussulto dell'antica Roma o il tentativo di un sovversivo squilibrato?

Il luogo delle manifestazioni, come al solito, sarà in Milano, presso la sede della Federazione dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra, in via Duccio di Boninsegna 21/23.
Sabato 7 giugno 2014, dalle ore 16,00 in poi, ospiteremo nella sala della Federazione provinciale di Milano, la presentazione del n. 1/2014 della rivista "Eurasia". Presenti Claudio Mutti e Aldo Braccio.
Vi aspettiamo, come al solito.

Andrea Benzi

Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra

PETIZIONI AGL (in portoghese)

IGREJAS EVANGELICAS
As Igrejas Evangélicas na Itália podem vir a obter o seu reconhecimento legal, somente através de um longo e tortuoso processo que duram pelo menos 10 anos. 

Atualmente, a Igreja Evangélica  reconhecida legalmente na Itália é apenas a Igreja Valdese . 
Em alguns países da União Europeia, o reconhecimento envolve um processo de apenas 2 anos, que é o caso da Espanha ou mesmo de apenas 1 ano, como acontece na Alemanha . 

Você pede (ou propõe ) para o fim da tal discriminação entre os cidadãos , comparando a duração do procedimento para o reconhecimento jurídico italiano das Igrejas Evangélicas com o atual procedimento em vigor em outros países europeus. 
Isso também regularizaria a posição dos pastores destas igrejas, supondo que tenham o título oficial de " ministros de culto " e que tal título lhes permitiriam, finalmente, obterem a autorização de residência adequada fornecida pelo sistema legal. 
PERMISSÃO 
A carta de condução emitida no país de origem, não permite a condução na Itália automaticamente. Isso seria  permitido somente após um acordo bilateral entre a Itália e o país de residência. Atualmente os acordos em vigor na  Itália são apenas 52. 

Você pede (ou propõe ) que sejam removidas tal discriminação entre cidadãos estrangeiros presentes no território italiano,  vários com autorização de residência (ou de permissão) , através da obrigação da Itália em celebrar os acordos ou, alternativamente, através de uma anistia regularizada. 

Isso implicaria , além da igualdade de tratamento dos cidadãos estrangeiros , incluindo a eliminação do mercado de permissões falsas, e a possibilidade de se  conduzirem para legalização com base na legislação existente. 

AUTORIZAÇÃO DE RESIDÊNCIA 
Atualmente, um cidadão que não pertence à UE e que esteja no processo  para  uma autorização de residência (documento de permissão) emitida por um dos países do espaço Schengen, pode permanecer regularmente neste país de emissãoapenas por 90 dias, a cada 6 meses, enquanto o processo estiver em trâmite,   e apenas, como um turista, nos outros países do espaço Schengen . 

Tendo em vista que, o espírito que levou à criação do espaço Schengen é o da liberdade de movimento , de cooperação e de integração dos nacionais dos Estados-Membros em termos de maravilhas políticas, econômicas e culturais. Você pede (ou propõe ) para se estender a todos os Estados-Membros , a validade da autorização de residência (autorização ou cartão) emitido por um dos países signatários para os cidadãos de países terceiros. 
 Isso permitiria que ao imigrarem dentro do espaço Schengen ( sem o uso de medidas como a anistia e os fluxos de trabalho ) , estarem mais aptos para o mercado de trabalho , evitando bolsões de desemprego, subemprego e ao trabalho não declarado; e também incentivaria  a reunificação das famílias e a melhoria das condições de vida resultantes na integração do novo hóspede social.

NUOVO SITO AGL PAESI ANGLOSASSONI

VISITATELO: http://agl-anglosaxoncountries.blogspot.it/

2 GIUGNO 2014: FESTA DELLA REPUBBLICA. UN GRAZIE AL PRESIDENTE NAPOLITANO DA PARTE DEI LAVORATORI DELL'AGL.



giovedì 29 maggio 2014

LA NOSTRA LIU HAIYAN E LUCA OGGI SPOSI! AUGURI DA TUTTA L'AGL!


Camminare insieme per la strade della vita, può talvolta essere arduo, ma il vostro amore vi insegnerà a farlo. Auguri di una lunga strada colma di amore e di tante gioie!

lunedì 19 maggio 2014

SCEGLIERE IL PROSSIMO SOSTITUTO DI ATTILIO BEFERA TRA LE ATTUALI "PROFESSIONALITA'" INTERNE ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE E AL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE? DIO CE NE SCAMPI E LIBERI! RENZI, PADOAN: NON FATELO!

da http://www.ilgiornale.it/



"L'Agenzia delle entrate manda in rovina l'Italia"

Il funzionario pentito: "Spara accertamenti a caso, perde il 50% delle cause e uccide l'economia per ingrassare i tributaristi"
 Dom, 18/05/2014 - 09:39
Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate, 304.000 euro di stipendio annuo, ha annunciato che entro fine mese andrà in pensione. Avrei qui pronto il sostituto (non d'imposta, bensì umano): Luciano Dissegna. Costo per i contribuenti: zero euro. Sì, lo farebbe gratis. Il curriculum è ragguardevole. Per 30 anni leale servitore dello Stato, che lo assunse per concorso nel 1977, Dissegna ha lavorato negli uffici del registro di Montebelluna e Borgo Valsugana, nell'ufficio Iva di Trento, nell'ufficio imposte dirette di Bassano del Grappa, all'ispettorato compartimentale imposte dirette di Venezia, all'ispettorato dell'Agenzia delle entrate di Trieste.
Infine è stato dirigente in Friuli Venezia Giulia e direttore a Thiene, Montebelluna e Schio della medesima agenzia.
C'è un solo problema: Dissegna si è dimesso nel 2009 per protesta, accettando il prepensionamento con otto anni di anticipo, perché ritiene d'aver constatato di persona come l'Agenzia delle entrate sia un carrozzone pachidermico e inefficiente, in una parola inutile. «Procura più danni che vantaggi alla nazione. Peggio: arriva a comportamenti che rasentano il falso, la minaccia, la violenza, la ritorsione e persino l'estorsione, come documentato in un esposto indirizzato da un mio assistito alle autorità preposte e rimasto lettera morta. Più che quella delle entrate, se fossi Matteo Renzi io istituirei l'Agenzia delle uscite per mettere sotto controllo la spesa pubblica, il vero cancro di questo Paese».
Dissegna, 64 anni, vicentino, è un tributarista, una via di mezzo fra l'avvocato e il commercialista. «Ma non posso dire d'essere passato dall'altra parte della barricata. Semplicemente resto sempre dalla stessa: quella dei più deboli, i contribuenti. Contro le vessazioni dell'erario e contro gli esperti a gettone che lucrano sulle disgrazie di chi non sa come difendersi dallo Stato sanguisuga». Con il primo dei suoi quattro figli, penalista a Milano, assiste aziende e privati nei contenziosi con l'Agenzia delle entrate. Lo fa da novello Robin Hood, cioè gratis nel 95 per cento dei casi. Per esempio con un rimborso di 700 euro per una consulenza che uno studio professionale voleva farsi pagare 130 volte tanto.
Se gli chiedi ragione di questo comportamento, Dissegna ti spiega che i 3.200 euro netti di pensione e l'attività della moglie bastano e avanzano e ti mette con noncuranza sotto gli occhi la foto a colori, stinta dal tempo, di un ragazzo vestito da chierico: «Dagli 11 ai 18 anni sono stato in seminario dai Fatebenefratelli. Volevo diventare prete e lavorare negli ospedali. Poi mi sono accorto che esistevano le donne e ho avuto una crisi religiosa. L'inclinazione ad aiutare il prossimo ce l'ho nel sangue. Di quattro fratelli, sono l'unico che ha potuto studiare e laurearsi. Di giorno costruivo blocchi di cemento con mio padre, un ex contadino; di sera rimanevo curvo sui libri fino a quando non crollavo dal sonno. Ciò non toglie che mi senta un privilegiato. Qualcosa devo restituire».
Dissegna è arbitro della Consob, uno dei 600 in Italia ammessi per titoli ed esami a dirimere le controversie in materia societaria e borsistica. Di concorsi pubblici ne ha vinti ben 10 nella sua vita. È stato advisor societario e fiscale della Bastogi. Dal 1995 al 1999, dopo la bufera di Tangentopoli, i concittadini gli hanno messo in mano la scopa, eleggendolo sindaco di Romano d'Ezzelino, il paese della provincia di Vicenza dove abita, e lui s'è distinto per aver varato l'unica giunta comunale d'Italia che andava da Forza Italia a Rifondazione comunista.
Che cosa non funziona nella lotta all'evasione fiscale?
«Dati alla mano, è una delle principali cause del crollo dell'economia nazionale. Tutto parte dal fatto che l'Agenzia delle entrate accerta ogni anno 30 miliardi di maggiori imposte, che con l'aggiunta di sanzioni, interessi e aggi esattoriali salgono a 70. Circa due terzi di essi, diventano oggetto di contenzioso. Per difendersi, i ricorrenti devono farsi assistere da tributaristi, avvocati e commercialisti, tutta gente che costa un occhio della testa. Nei primi due gradi di giudizio, quindi senza tenere conto del terzo in Cassazione, imprese e cittadini sopportano costi pari al 10 per cento dell'accertato: miliardi di euro. Se invece “definiscono”, come si dice in gergo, cioè pagano subito per evitare sanzioni e rischi del contenzioso, devono comunque rassegnarsi a grosse parcelle calcolate sul “risparmiato”. In pratica i professionisti si fanno dare almeno un 10 per cento».
Vediamo se ho capito bene. L'erario pretende da me 100.000 euro senza motivo. Il mio tributarista lo convince ad accontentarsi di 10.000 e poi mi chiede 9.000 euro di parcella per avermene fatti risparmiare 90.000?
«Esatto. È come se lo Stato pagasse una pletora di dipendenti che vanno in giro con una mazza a fracassare le gambe della gente per dare lavoro agli ortopedici. L'Agenzia delle entrate conta più di 33.000 dipendenti, il 7-8 per cento sono addetti al contenzioso. Uno spreco inaudito. Aggiunga gli incalcolabili costi in termini di giornate lavorative perse, malattie, stress. Un'azienda su tre chiude a seguito di una verifica. Quando non si arriva al suicidio del titolare. E non basta».
Il suicidio non basta? Che altro c'è?
«I contribuenti sospettati di evasione vincono il ricorso nel 50 per cento dei casi. Risultato: dei 70 miliardi accertati, l'Agenzia ne incassa appena 7 l'anno. Quindi i costi sostenuti da cittadini e imprese per tutelarsi superano di gran lunga gli introiti della lotta all'evasione. Una follia. Così va a picco il Paese. È in corso un mastodontico trasferimento di risorse dall'economia reale, rappresentata dalle aziende, a quella virtuale, rappresentata dai professionisti che assistono la gente trascinata in giudizio».
Un momento, mi perdoni, ma studi legali e commercialisti non danno forse da mangiare a tante famiglie?
«Ah, perché lei pensa che questo fiume di denaro venga utilizzato nell'acquisto di beni strumentali o nell'assunzione di nuovi dipendenti? Andiamo! Non crederà che i vari Giulio Tremonti, Victor Uckmar, Vittorio Emanuele Falsitta - per citare alcuni tributaristi di grido - comprino un computer al giorno o arruolino un'impiegata a settimana? È già tanto se lo fanno ogni 10 anni. Ergo, i soldi finiscono soprattutto nei loro conti correnti. Ma, dico io, siete tutti bravissimi, perché non vi date all'imprenditoria? Diventereste di botto altrettanti Armani, Ferrero, Barilla, Caprotti, Squinzi».
Come fa l'erario a perdere il 50 per cento delle cause? È assurdo.
«Per forza: spara accertamenti iperbolici a casaccio. L'aggravante è che martella le piccole imprese, andando in cerca di quattrini dove non ci sono. Perfino Befera è stato costretto ad ammettere che “esiste l'evasione di sopravvivenza”. Quindi, anche quando l'accertamento va a buon fine, i soldi che cerca di riscuotere non li trova: l'evasore li ha già spesi per campare. Insomma, l'Agenzia tartassa i contribuenti sbagliati e così porta a casa solo 1 euro su 10. E questo nonostante disponga di strumenti da regime poliziesco. Ti blocca tutti i beni al sole: casa, terreni, conti correnti, auto, barche, quadri, tappeti, mobili. Può persino, grazie a recenti sentenze della Cassazione, spremere i soci di una Srl, obbligandoli a rispondere in solido di un'evasione compiuta dalla società. Non se n'è accorto nessuno, ma di fatto la responsabilità limitata è stata abolita».
Lei ha denunciato pratiche estorsive da parte dell'Agenzia delle entrate. Mi pare un'accusa gravissima.
«Stia a sentire che cos'è accaduto. Un mio assistito di Treviso ha un'azienda che produce insaccati. Gli intimano, a capoccia, di pagare 2,3 milioni. Presento ricorso alla commissione tributaria provinciale: vinto. Il mio cliente non ha evaso alcunché, quindi al fisco non deve niente. A quel punto, se non fosse mio amico, potrei chiedergli il 10 per cento su quanto ha risparmiato: quindi 230.000 euro. Invece se la cava con 3.000, le spese vive. Ebbene: lei non crede che, pur di sottrarsi all'incubo di dover sborsare 2,3 milioni di euro, egli non sarebbe stato disposto a versarne senza motivo almeno 800.000, come l'Agenzia era arrivata a proporgli dopo una spossante trattativa? E questa che cosa sarebbe stata se non un'estorsione? Nell'esposto il mio assistito ha documentato una quarantina tra falsi, abusi, violenze, minacce».
Documentati come?
«Registrando di nascosto tutti i suoi colloqui con i funzionari del fisco. I quali hanno riconosciuto che il loro accertamento era “spannometrico”. In un dialogo, il capo dell'ispezione, avendo fallito nel suo intento vessatorio, ha ringhiato che sarebbe scoppiato “un casino della madonna”. E infatti due giorni dopo è stato aperto un secondo accertamento su un'attività marginale, di tipo filantropico, che il mio assistito ha in corso».
Una ritorsione.
«Già. Non bastava che gli avessero contestato 1,19 milioni di ricavi in più. Al che il malcapitato ha obiettato: scusate, stiamo parlando di prodotti a base di carne, estremamente delicati, perché non avete allertato i Nas, denunciando che la mia azienda starebbe smerciando in nero il 95 per cento degli insaccati? E i veterinari che vengono due volte a settimana a controllare e che hanno libero accesso alle celle frigorifere che cosa sono, miei complici? Risposta, testuale, del funzionario dell'Agenzia delle entrate: “Io mi ricordo di aver visto certi filmati di Striscia la notizia dove se ne vedevano di cotte e di crude sui bovini”».
Ma non c'è un direttore provinciale che sorvegli questo funzionario?
«Certo che c'è. E sa che cos'ha risposto per iscritto costui quando gli abbiamo contestato i comportamenti del suo sottoposto? “Normale rapporto fisco-contribuente”. Come dire che minacce e abusi rientrano fra i metodi usuali dell'Agenzia delle entrate. Non basta: il professor Aldo Rossi, ordinario di tecnica e gestione dei sistemi industriali dell'Università di Padova, ha riscontrato “grossolani errori, logici e di calcolo, finalizzati a gonfiare, in modo approssimativo, maldestro, arbitrario e perfino assurdo i ricavi della società verificata”».
Lei che rimedi consiglierebbe?
«L'Agenzia dovrebbe “accertare” solo se è sicura al 100 per cento, applicando il principio “In dubio pro reo”. Quando fui nominato direttore, dissi ai miei impiegati: guai a voi se mi presentate un accertamento che non sia sostenibile in giudizio al 101 per cento. Sa quanti ne stracciai per manifesta infondatezza?».
Perché lo faceva?
«Per impedire che le imprese foraggiassero i professionisti del nulla. E per non dare troppo potere a me stesso e agli accertatori. In ogni contenzioso privo di fondamento la corruzione è in agguato: ti chiedo tanto, trattiamo, ti faccio pagare poco, adesso sgancia qualcosa per averti aiutato. Mi sono spiegato?».
Perfettamente.
«Da quel momento crollò il contenzioso. Eppure, si tenga forte, fra il 2003 e il 2008 gli uffici diretti da me furono quelli che incassarono di più in tutto il Veneto in proporzione al numero di contribuenti. Semplice: chiedevamo 10 anziché 100 e tutti preferivano versare le tasse anziché stipendiare i tributaristi».
Invece altrove che accade?
«Lo Stato bussa alla porta dei poveracci. Tartassa l'idraulico con tre figli da crescere anziché il ginecologo con un Rolex d'oro per polso. La pesca a strascico costa meno fatica e qualcosa consente sempre di tirar su. Mentre quella selettiva richiede pescatori professionisti».
L'Agenzia delle entrate non ne ha?
«Ne ha. Ma le nomine nella pubblica amministrazione sono quasi sempre connotate da metodi clientelari, mafiosi. E l'erario non mi pare un'isola felice».
Gli accertatori riscuotono provvigioni in busta paga?
«Altroché. I dirigenti sono premiati con soldi e promozioni in ragione del gettito conseguito. E gli accertatori si mettono sulla loro scia per progredire nella carriera pure loro. L'80 per cento degli incarichi interni all'Agenzia delle entrate non sono conferiti per concorso, bensì assegnati in forma totalmente discrezionale».
Come se ne esce?
«Bisognerebbe tassare i redditi in misura inversamente proporzionale al rischio di perderli. Basta schiacciare un bottone: vediamo subito quanti perdono l'impiego nel pubblico e quanti nel privato. Dopodiché il primo lo tassiamo il doppio del secondo. Sarebbe una riforma epocale: frotte di nullafacenti aprirebbero all'istante una partita Iva, si dedicherebbero a lavori umili, andrebbero a sgobbare nei campi per pagare meno tasse, e addio pubblica amministrazione faraonica. Ma lei crede che Matteo Renzi possa metter mano a una roba del genere? Campa cavallo».
(702. Continua)
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it

giovedì 15 maggio 2014

Militalia - Conferenza Evola

Un sentito grazie a tutti coloro che hanno presenziato all'incontro sulla Seconda Guerra Punica. Direi di più, un abbraccio...
Perché, statene certi, non molleremo tanto facilmente la posizione ricevuta in consegna dai valorosi Volontari.
Lo faremo secondo i principi a cui crediamo: responsabilità, autonomia ed autarchia.
Principi su cui vogliamo lavorare e dai quali vogliamo fare scaturire condotte coerenti e concrete.
Informo che sabato e domenica, come già reso noto ma "repetita (ultra)juvant...", che sabato e domenica saremo presenti, come da qualche anno a questa parte, con un nostro spazio espositivo a Militalia, in Novegro di Segrate. 
Allego poi locandina che propaganda ulteriore importante evento che si terrà nella sala pubblica adiacente alla Federazione di Milano, lunedì sera, 19 maggio. Si parlerà di Julius Evola ed avrò l'onore di presentare la serata ed i bravi relatori che si alterneranno consentendo gli interventi del pubblico.
Non mancate!!!
Un caro saluto a tutti, vi aspettiamo ovunque...

Andrea Benzi

Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra

venerdì 9 maggio 2014

Martedì 13 maggio (Seconda guerra punica) - Militalia (17-18 maggio)

Martedì 13 maggio, alle ore 21,30 presso la sede della Federazione dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra di Milano, in via Duccio di Boninsegna 21/23, iniziamo il ciclo di incontri sulla storia romana dell'età repubblicana. Tali incontri sono finalizzati a cogliere riferimenti tradizionali ed aspetti di continuità e connessione con la nostra storia recente ed attuale.
Il primo incontro (martedì 13 maggio) avrà il titolo: "La vittoria disperata. Roma e la seconda guerra punica".
Comunico poi a tutti gli iscritti ed associati che sabato e domenica, 17 e 18 maggio, saremo presenti a "Militalia", fiera di collezionismo e materiale militare che si svolge a Novegro di Segrate (Milano), nelle vicinanze dell'aeroporto di Linate.



Un saluto a tutti

Andrea Benzi

Presidente della Federazione di Milano dell'Associazione Nazionale Volontari di Guerra

TUTTE LE VIE SON PIANE ALL'ANIMOSO

venerdì 2 maggio 2014

MAMMA MIA DAMMI CENTO EURO, CHE A PECHINO VOGLIO ANDAR...!

da www.ansa.it
Puglia
  • Disoccupato Salento chiede aiuto a Cina

Disoccupato Salento chiede aiuto a Cina

'Ammiro operosità imprenditori cinesi,di Italia non mi fido più'


Senza lavoro da sei anni, un disoccupato salentino, fiducioso nella operosità e nell'attivismo degli imprenditori cinesi che operano nel nostro Paese, ha scritto all'ambasciatore cinese in Italia chiedendogli di aiutarlo a trovare un posto. L'idea è venuta a Giuseppe Del Carro, 47 anni di Campi salentina, che dopo 15 anni da precario in una azienda di trasporti urbani di Lecce, è stato mandato via e da allora si arrangia con lavoretti saltuari.
"Ho scritto all'ambasciatore - racconta - perché magari riesce a mettermi in contatto con qualche imprenditore cinese. Ormai non so piú come andare avanti. Ho moglie, due figlie, il mutuo della casa da pagare e dal 2008 non porto piú in famiglia uno stipendio fisso".
Nella lettera inviata all'Ambasciata della Repubblica Popolare cinese, Giuseppe racconta all'ambasciatore la sua vicenda, la sua disillusione nelle istituzioni italiane, colpevoli - sostiene - di non aiutarlo, e si dice disponibile ad imparare qualsiasi lavoro. "Dell'Italia non mi fido piú - commenta - la Costituzione parla di una Repubblica che si fonda sul lavoro, ma non é vero Dovrebbero cancellarlo quell'articolo"